Giovane donna afgana, uccisa a Kabul dalla folla senza motivo. Le donne la portano a spalla al funerale contro la tradizione
Sono state le donne afghane — non gli uomini come esige la tradizione — a portare la bara di Farkhunda fino alla sua tomba ieri a Kabul. Un’immagine potente, senza precedenti. «Era una figlia dell’Afghanistan, ieri è toccato a lei, domani toccherà a noi!», hanno gridato. E poi: «Allah u Akbar», Dio è grande — proprio come aveva fatto la folla che giovedì scorso ha picchiato a morte la ragazza, con l’accusa (falsa!) di aver bruciato una copia del sacro Corano.
PHOTO: Rights activists carry the coffin of 27-year-old Farkhunda, an Afghan woman beaten to death by a mob: http://t.co/6Uq0EX4Swz
— The Associated Press (@AP)
22 Marzo 2015
GALLERY: Afghan woman beaten to death by a mob over allegedly burning a Koran has been buried. http://t.co/wlRLKrPAzC pic.twitter.com/nuCbM8mWGA
— RFE/RL (@RFERL)
23 Marzo 2015
Una protesta che ricorda i funerali della studentessa Özgecan Aslan, stuprata, uccisa e data alle fiamme un mese fa in Turchia. Allora furono le donne turche (sfidando l’opposizione dell’imam locale) a trasportare la bara: «Nessun uomo deve più toccarla».
Adesso a Kabul un religioso, Ayaz Niazi, che aveva giustificato l’uccisione della giovane Farkhunda (27enne insegnante alla scuola religiosa) è stato cacciato dalla cerimonia. C’è rabbia anche contro la polizia afghana, che è rimasta a guardare mentre la ragazza, laureata in studi religiosi — dopo una disputa per strada con alcuni venditori di amuleti — veniva presa a calci e a bastonate, e poi ormai senza vita data alle fiamme (Corriere della Sera, 23 marzo).
Mob justice! A woman beaten, killed n then burnt by mob for burning a page from Quran. #Afghanistan pic.twitter.com/tuwqVnxfkk
— Shameen Zara (@ZaraShameen)
21 Marzo 2015
Mentre centinaia di persone «proteggevano» il corteo funebre delle donne afghane, il generale Mohammad Zahir (capo della polizia di Kabul) ha confermato quelli che molti già sapevano: «Farkhunda era completamente innocente: non c’è uno straccio di prova a sostegno delle accuse di aver oltraggiato il Corano». Tredici uomini, ha annunciato il generale, tra cui due che vendevano amuleti di fronte alla mosche, sono stati arrestati e altrettanti poliziotti sono stati sospesi in attesa degli sviluppi dell’indagine. «I colpevoli saranno puniti», ha promesso Zahir (La Stampa, 23 marzo)
Le attiviste per i diritti civili e le femministe replicano però che nel nuovo Afghanistan troppo poco è cambiato. Nonostante l’accesso all’istruzione e a diversi ambiti della vita pubblica, l’87% delle donne subisce violenze. Alcuni uomini le appoggiano: una catena di decine di afghani circondava ieri la loro processione.