Più di 500 chilogrammi di aiuti alimentari ai poveri di Tor Bella MonacaL'8 marzo scorso papa Francesco ha celebrato la Messa nella parrocchia di Santa Maria del Redentore, nel quartiere romano di Tor Bella Monaca, in cui una fetta della popolazione è afflitta da disagio e povertà.
A pochi giorni da quella celebrazione, il pontefice ha deciso di inviare oltre 500 chilogrammi di aiuti alimentari all’associazione Medicina Solidale per le famiglie in difficoltà del quartiere.
Per rendere più concreta e vicina l'attenzione del papa, il suo elemosiniere, monsignor Konrad Krajewski, sabato prossimo, 21 marzo, si recherà nella sede dell’Associazione per consegnare di persona i pacchi viveri, che includono pomodori, legumi in scatola, formaggio, cereali e marmellate (Radio Vaticana, 18 marzo).
“È stata una vera sorpresa quando ci è arrivata la telefonata che ci annunciava l’arrivo degli alimenti per le famiglie più povere del quartiere”, ha affermato Lucia Ercoli, direttore dell’associazione Medicina Solidale.
“Il Papa non si è dimenticato di noi e a distanza di 10 giorni dalla sua visita a Tor bella Monaca ha voluto dare un segno della sua vicinanza a chi si trova in difficoltà”.
“Non sono una teologa”, ha commentato la Ercoli, “ma con questi gesti di misericordia, idealmente, il papa ha dato un’anticipazione sull’Anno Santo straordinario, e per questo lo ringraziamo con il cuore per avere dato una speranza a tanti che vivono nella sofferenza e nell’emarginazione”.
Nella sua visita alla parrocchia romana, il papa ha affermato che quella di Tor Bella Monaca “è gente buona. Ha soltanto un difetto, ma è lo stesso difetto che avevano Gesù, Maria, Giuseppe: di essere povera. La povertà… Con la differenza che Giuseppe aveva un lavoro, Gesù aveva un lavoro. Tanta gente di qua non ne ha. E deve dare da mangiare ai figli! E come si arrangia? Eh, voi lo sapete! La tentazione…”.
La bontà degli abitanti è quindi “messa alla prova dall’ingiustizia; dall’ingiustizia della disoccupazione o della discriminazione. E questo è peccato, è peccato grave. E tanta gente che è buona è costretta a fare cose brutte, forse, perché non trova un’altra via”.
“Tante volte la gente, quando si sente accompagnata, ben voluta, non cade in quella rete dei cattivi, che sfruttano la gente povera”, ha sottolineato il papa.
Per questo, ha ricordato che “il primo comandamento pastorale è vicinanza: essere vicini alla gente. Vicinanza. Noi non possiamo andare in una famiglia con i bambini ammalati o affamati o che è caduta nel vizio, non possiamo andare con il ‘tu devi, tu devi, tu devi!’… No. Dobbiamo andare con la vicinanza, con quella carezza che Gesù ci ha insegnato”.