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Se anche il Presidente Underwood se la prende col crocifisso…

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 17/03/15
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Il protagonista della fortunata serie House of Cards in una scena se la prende con Cristo: “omaggio” o decadenza?
Per molti una scena della terza serie di «House of Cards» offende la sensibilità religiosa ed è perciò diventata oggetto di polemiche dopo la messa in onda della puntata. Frank Underwood, il presidente degli Stati Uniti che ha conquistato la Casa Bianca con intrighi e omicidi, si confessa in Chiesa e, vedendosi rifiutare il perdono, sputa contro il Gesù Cristo, appeso sulla parete. Poi, più per non farsi scoprire che per sincero pentimento, cerca di asciugare il crocefisso che però, per colpa del presidente maldestro, cade e si frantuma in mille pezzi. Il presidente degli Stati Uniti raccoglie da terra l’orecchio e auspica, sarcastico, che il Signore almeno in questo modo potrà ascoltarlo.

Il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone ha commentato: «Io non credo che la televisione debba essere l’antibiotico del mondo, ma credo debba essere in grado di raccontarlo in tutte le sue sfaccettature, anche negli aspetti più controversi e anche quando questi non ci soddisfano o, addirittura, possono crearci un impatto negativo. I racconti non sono fatti per piacerci o meno, ma per essere raccontati» (La Stampa, 17 marzo).

Pierluigi Battista, sulle pagine del Corriere della Sera dice: “nessuno impedisce ad «House of Cards» di essere trasmessa e seguita da milioni di persone. Nessuno rischierà la vita. Nessuna censura si è abbattuta sulla famosa serie televisiva. Qualcuno protesta e dice che non vedrà mai più una puntata di «House of Cards». Così si manifesta il dissenso in una democrazia tollerante: si protesta e si usa il telecomando per andare altrove”.
E pone una domanda scomoda che ci interroga: “Ora, è inopportuno, provocatorio, spregevole, domandarsi: se una scena del genere avesse avuto come vittima non un crocefisso ma qualcosa che riguardava, per dire, Maometto, ci sarebbe stata una reazione così tollerante? Qualcuno, dalle parti di «House of Cards», potrebbe cominciare ad avere paura? Bisognerebbe rispondere con sincerità”. “l’oltraggio a una religione non è il pretesto per abolire la libertà d’espressione: non è una lezione che dovremmo imparare?” (Corriere della Sera, 17 marzo).

Ora non smetteremo necessariamente di vedere la serie con un protagonista del talento di Kevin Spacey e che ci racconta con toni quasi shakespeariani le tematiche del potere, di cosa si sia disposti a fare per ottenerlo e tutte le dinamiche che coinvolgono coloro che anelano tale potere. Forse la forza della scena sta proprio in questa dimensione tragica, in cui un uomo che ha raggiunto tutto non volendo rinunciare a nulla e per questo non potendo ricevere l’assoluzione (non c’è pentimento) se la prende platealmente con Dio, riconoscendogli il suo ruolo pur senza voler trarre tutte le conseguenze del caso. Tuttavia la domanda di Battista resta e scava un fossato. Noi non crediamo che qualche cattolico se la prenderà col cast o gli sceneggiatori, al massimo cambieranno canale, di certo si sentiranno sempre più esclusi dalla società in cui vivono…

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