Presenti in 21 diocesi, i Ciegos Españoles Católicos (CECO) chiedono che il beato “Lolo” sia il patrono dei portatori di handicapCon il motto “Preghiera, Formazione e Servizio”, i Ciegos Españoles Católicos (Ciechi Spagnoli Cattolici, CECO) lavorano per accompagnare molti non vedenti nella loro solitudine e aiutarli nelle necessità quotidiane. Hanno iniziato a lavorare a Saragozza vari anni fa e ora sono diffusi in 21 diocesi spagnole da quando, nel 2008, la Conferenza Episcopale Spagnola ha riconosciuto la loro natura giuridica.
Tra le attività, si sono recati in pellegrinaggio in Terra Santa e sulla tomba di “Lolo” (Manuel Lozano Garrido), giornalista e scrittore che ha trascorso più di 25 anni sulla sedia a rotelle e negli ultimi nove della sua vita era cieco. Per questo, i membri di CECO chiedono alla Chiesa di nominare “Lolo” patrono dei portatori di handicap.
Com'è nata l'idea dell'associazione, e quali obiettivi persegue?
Quando il nostro promotore, Luis García, è rimasto cieco a causa di un'operazione, si è affiliato all'ONCE [Organización Nacional de Ciegos Españoles, Organizzazione Nazionale dei Ciechi Spagnoli n.d.t.] per ricevere la formazione necessaria per la sua nuova condizione. Lì ha chiesto la possibilità di iscriversi alla Confraternita di Santa Lucia, ma gli è stato detto che l'organizzazione non aveva più vincoli con associazioni confessionali, anche se gli sono stati presentati alcuni membri della confraternita.
È stata un'esperienza fondamentale per lui, perché quelle persone, cattoliche praticanti, lo hanno informato sulla vita dei ciechi insistendo in molti casi sulla loro tremenda solitudine.
Luis aveva fatto parte della Caritas e conosceva bene le situazioni di penosa solitudine di molte persone, per cui ha proposto di andare a far visita ai ciechi soli. A tutti è sembrata una buona idea, e con l'aiuto delle assistenti sociali sono iniziate le visite. Andava sempre con un cieco e una persona vedente, per cui il lavoro era migliore e più rapido.
Avete delegazioni in più di 30 province spagnole. Che attività svolgono?
Disponiamo di comunità in 21 diocesi, inserite in gran parte del territorio spagnolo (Andalusia, Murcia, Comunidad Valenciana, Canarie, Catalogna, Aragona, Euskadi, Madrid, Estremadura, Castiglia León e Castiglia la Mancha). Stiamo anche lavorando per costituire nuove comunità in altre nove diocesi.
Gli obiettivi di CECO si inseriscono nello spirito del Concilio Vaticano II e sono ad esempio la promozione spirituale, morale, culturale e materiale delle persone con handicap visivi, favorire la partecipazione delle persone con handicap visivi alla vita e alla missione della Chiesa attraverso la testimonianza e la diffusione del Vangelo e la creazione o lo sviluppo di comunità diocesane di persone con handicap visivo con la collaborazione dei vescovi del luogo, delle associazioni di persone con handicap visivo e di altre organizzazioni affini a CECO.
Che differenze ci sono tra le attività che svolgete e quelle della ONCE?
La differenza si vede (ride): le nostre attività si concentrano su un'evangelizzazione tra le persone con handicap visivo, l'ONCE è completamente laica.
Ovviamente la maggior parte dei membri di CECO appartiene all'ONCE, e CECO mantiene uno stretto rapporto con questa organizzazione.
Gli associati pagano qualche quota e ottengono in cambio dei servizi?
A CECO prevale il criterio del nostro fondatore, la quota di 15 euro che abbiamo è del tutto volontaria. Stiamo cercando di consolidare vari servizi per i nostri membri, ma in primo luogo vogliamo risolvere la questione della solitudine di cui soffrono molti di loro.
Come si traduce il fatto di essere cattolici nella vita abituale dell'associazione? Siete riconosciuti da qualche diocesi? Che influenza ha questo sull'organizzazione?
Dal 28 novembre 2008 la nostra situazione è regolata canonicamente dalla Conferenza Episcopale Spagnola (CEE). Appartieniamo anche alla Federazione Internazionale di Associazioni Cattoliche di Ciechi (FIDACA), al Forum dei Laici di Spagna e abbiamo rapporti con la Commissione di Pastorale Secolare della CEE.
Disponiamo di un consigliere nazionale e di consiglieri diocesani nominati dal vescovo del luogo, dopo che gli è stato chiesto di poter lavorare a livello pastorale nella sua diocesi.
Ogni diocesi ha un responsabile che si occupa di tutto ciò che riguarda l'ambito diocesano, coordinando le attività e le riunioni.
Realizzate qualche tipo di pellegrinaggio a determinati luoghi di culto?
Negli ultimi anni siamo andati in pellegrinaggio in Terra Santa (2008), a Fatima (2012) e a Linares (2013) a venerare le reliquie di “Lolo”.
Va sottolineato che a CECO possono appartenere anche persone che non hanno handicap a livello visivo.
Per ulteriori informazioni, imadico@telefonica.net.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]