Non contenti dello scempio di vite che sottrae il futuro della regione, i fanatici dello Stato Islamico distruggono anche il passato
L’archeologo iracheno Lamia al Gailani ha spiegato alla Reuters che il danno è “incalcolabile”: “Non si tratta solo del patrimonio dell’Iraq. È il patrimonio del mondo, il patrimonio dell’umanità”. I jihadisti hanno inoltre saccheggiato la biblioteca principale di Mosul e hanno bruciato centomila libri e manoscritti. La direttrice dell’Unesco Irina Bokova ha parlato di “uno degli atti più devastanti di distruzione di collezioni di libri nella storia dell’umanità”. Nella biblioteca di Mosul erano custoditi libri, giornali, mappe e raccolte dal periodo ottomano (Reuters, 26 febbraio).
Queste immagini richiamano immediatamente alla memoria, la distruzione dei Buddha di Bamiyan, in Afghanistan, da parte degli studenti del Corano ( i Talebani) che nel 2001, con della dinamite, distrussero opere dal valore inestimabile. Statue che davanti ai loro occhi rappresentavano solo idoli di un passato da cancellare. Il video, della durata di circa 5 minuti, è stato postato su Twitter, secondo la ormai classica strategia comunicativa dell’ISIS. Mentre gli altri distruggono i monumenti a colpi di martello, un uomo intona: «Oh musulmani, questi artefatti dietro di me erano idoli e dei venerati da popoli che vissero qui prima di Allah. E il nostro profeta ordinò che venissero distrutti». Tra le opere prese di mira anche una che raffigura un toro alato, l’antica divinità mesopotamica di Nergal. Il fondamentalismo dell’Isis vieta qualsiasi riproduzione di esseri umani o animali, tanto più se raffigurazioni di divinità (Wake Up News, 27 febbraio).
#MosulMuseum:video shock della distruzione dell’arte da parte dell’Is,la nostra triste apertura di oggi! @radio3mondo pic.twitter.com/T7FEnDU5hL
— Rai Radio3 (@Radio3tweet)
27 Febbraio 2015
La distruzione del museo è venuta appena quattro giorni dopo il bombardamento della Biblioteca Pubblica di Mosul, dove si conservavano non solo libri rari, ma anche preziosi manoscritti. Era tradizione che le famiglie importanti della città regalassero le proprie raccolte alla Biblioteca. Difatti quando in città si è capito che gli uomini di Isis si apprestavano a dare tutto alle fiamme, una delegazione di anziani ha chiesto che la biblioteca venisse risparmiata, ma la supplica è stata inutile: nello stesso giorno di domenica, l’Isis ha prima bombardato e poi dato alle fiamme la biblioteca, e poi ha concluso la giornata distruggendo anche la Chiesa di Maria Vergine e il teatro dell’università (Il Messaggero, 26 febbraio).
Génocide culturel pic.twitter.com/Z6kPiIJqha
— Yako Elish ن (@YakoElish)
February 27, 2015
Sia la biblioteca che il museo di Mosul erano già stati oggetto di saccheggio nel 2003 dopo l’invasione americana, ma allora le famiglie e i clan della città erano comunque riusciti a recuperare gran parte del maltolto e a restituirlo alle due istituzioni. L’ISIS non ha voluto correre un simile rischio, e ha distrutto i tesori più amati della città in modo irrevocabile. E’ il danno più grande subito dalla cultura dell’Iraq dai tempi delle invasioni mongole nel medio evo.
Parthian sculptures destroyed along with the many assyrian, babylonian& other mesopotamian artifacts. #MosulMuseum pic.twitter.com/JvvJLAGvmI
— Hawkar (@_Hawkar1)
26 Febbraio 2015