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L’ISIS farà crescere la Chiesa

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Tom Hoopes - Aleteia - pubblicato il 23/02/15
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E la Chiesa cambierà la storia ancora una voltaI martìri di massa a cui stiamo assistendo in Medio Oriente saranno seguiti, come sempre in questi casi, da una notevole crescita del cristianesimo che cambierà il corso della storia.

Profeta in vista del terzo millennio del cristianesimo, San Giovanni Paolo II ha affermato: “La Chiesa è divenuta nuovamente Chiesa dei martiri”.

Poi, quando il nuovo millennio è arrivato, ha ricordato come il sangue dei martiri abbia costruito la Chiesa delle origini malgrado le prove della storia.

“Non sarà così anche per il secolo, per il millennio che stiamo iniziando?”, ha chiesto.

Sarà sicuramente così. Il sangue dei martiri ha sempre portato e porterà sempre un rinnovamento, per motivi sia prosaici che profondi.

Il martirio, infatti, dipinge il quadro senza pari al contempo dell'orrore dei nemici di Cristo e della bellezza della cristianità.

Paragoniamo le storie che provengono da Al Alour (Egitto) ai jihadisti infuriati che hanno rapito e decapitato oltre una dozzina di uomini di quel villaggio.

Sophia Jones per l'Huffington Post e Ian Lee e Jethro Mullen per la CNN hanno raccolto le storie degli ultimi martiri egiziani dell'ISIS.

Al Alour è un villaggio povero, e gli uomini morti erano operai.

La Jones ha raccontato la storia di Hani Abdel Messihah, 32 anni, che lascia quattro bambini e una moglie che lo ricorda come “gentile e amabile”.

“Si prendeva cura di tutti noi. Ci dava baci e abbracci”, ha detto la moglie. “In tutto ciò che diceva c'era una preghiera”.

Yousef Shoukry era un cristiano copto 24enne che era andato in Libia a lavorare malgrado i pericoli che questo comportava. Diceva di non aver paura perché Dio era con lui. Suo fratello maggiore Shenouda ha avuto parole di lode per lui: “Viveva secondo il Libro. Non riesco a ricordare che abbia mai fatto qualcosa di male”.

Negli articoli, i cristiani vengono descritti dai loro parenti in termini decisamente umani: “molto dolce”, “timido”, “l'essere più felice con la sua famiglia e i suoi bambinI”.

Nelle loro storie si può sentire l'eco del primo millennio di martiri: “Guardate come si amavano”.

Il tutto contrasta nettamente con l'appello lanciato a settembre dal portavoce dell'ISIS Abu Mohamed al-Adnani, che ha detto ai suoi seguaci di trovare un non islamico e di “spaccargli la testa con una roccia, o assassinarlo con un coltello, o passargli sopra con la macchina, o gettarlo da un luogo elevato, o strangolarlo, o avvelenarlo”.

Ecco la prima cosa che fanno i martiri: mostrano al mondo che siamo persone d'amore, che si ergono contro l'odio. L'amore vince la lotta ogni volta.

Al di là del fatto di dimostrare questo contrasto, gli episodi di martirio rafforzano direttamente i seguaci di Gesù Cristo.

Il più grande scandalo nella storia della Chiesa è stata la disunione dei cristiani, che ha separato il corpo di Cristo e ha indebolito la nostra testimonianza. Quando gli eredi della verità di Cristo hanno iniziato a proclamare dottrine ampiamente diverse, si sono diffusi rapidamente scetticismo e relativismo.

Il martirio unisce la Chiesa come nient'altro.

Parlando dei martiri egiziani, papa Francesco ha sottolineato l'“ecumenismo del sangue”.

“Dicevano solamente: ‘Gesù aiutami’. Sono stati assassinati per il solo fatto di essere cristiani. Lei, fratello, nel suo discorso ha fatto riferimento a quello che succede nella terra di Gesù. Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue testimonia Cristo”.

Alla fine vediamo che possiamo unirci quando dobbiamo stare insieme ai piedi della croce – e la croce è la ragione ultima per cui “il sangue dei martiri è il seme dei cristiani”, per citare Tertulliano.

Il Medio Oriente imparerà presto la lezione che i comunisti atei hanno imparato dopo che hanno provato a distruggere la fede nei loro Paesi. Nell'Europa orientale la fede sta aumentando, anche se in Occidente è in declino.

È la logica della croce: fede, speranza e amore aumentano con il sacrificio. Quando i nostri fratelli e le nostre sorelle muoiono per la loro fede, ricordiamo che non possiamo vivere senza.

La testimonianza eroica dei martiri egiziani sta già avendo il suo effetto.

Il fratello di Yousef Shoukry, Shenouda, ha guardato il video del martirio del fratello. “Ho visto che negli ultimi momenti della sua vita aveva forza”, ha affermato secondo quanto ha riferito la Jones, aggiungendo di aver visto “una luce celeste splendere sul volto del fratello, anche dopo che era stato decapitato”.

“Questo mi ha consolato”, ha detto Shenouda.

La CNN ha riferito che anche il fratello di Mina Aziz, Hana, è stato sollevato dopo aver visto il video.

“Fino all'ultimo momento, il nome di Gesù era sulle loro labbra”, ha dichiarato. “Mentre venivano martirizzati, invocavano il nome di Dio, dicendo 'Dio, abbi misericordia di noi'. Tutto il villaggio è fiero di loro”.

Tutta la Chiesa ne è fiera.

“Gli eventi storici legati alla figura di Costantino il Grande non avrebbero mai potuto garantire uno sviluppo della Chiesa, quale si verificò nel primo millennio, se non fosse stato per quella seminagione di martiri e per quel patrimonio di santità che caratterizzarono le prime generazioni cristiane”, ha detto San Giovanni Paolo II.

“Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi 'militi ignoti' della grande causa di Dio. Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze”.

La loro testimonianza non andrà perduta. La Chiesa uscirà più forte dal loro sacrificio.

Mostreremo al mondo ancora una volta che l'amore conquista la morte.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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