Il film del polacco Pawel Pawlikowski si aggiudica la statuetta come “miglior film straniero” con uno splendido film in bianco e neroAgli Oscar di quest'anno ha vinto come miglior film straniero ha vinto il polacco Ida di Pawel Pawlikowski, delicata e avvincente opera in bianco e nero ambientata nella Polonia comunista, che racconta il cammino di una giovane novizia alla ricerca delle sue origini e della fede (Avvenire, 23 febbraio).
Malvolentieri la ragazza si allontana dal convento per cominciare un involontario viaggio di formazione con una donna cinica e autodistruttiva, già militante nella resistenza antinazista e ora membro di rilievo nel Partito, che cerca di mettere in crisi lei, la sua fede e la sua scelta di farsi monaca. Nella scena forse più scioccante Anna scopre, grazie alla zia che glielo rivela, che non è affatto quella che crede di essere. Il suo vero nome è Ida Lebenstein, ed è ebrea. Come riconciliare la propria storia personale, con la propria vocazione? Zia e nipote cominceranno così un viaggio alla scoperta di chi ha ucciso i genitori della ragazza durante la guerra e di dove sono stati sepolti i corpi, ma l'indagine diventerà l'occasione per farci scoprire il cuore delle due donne, che impareranno ad amarsi e rispettarsi.
“È solo a questo punto – spiega Alessandro De Luca su Avvenire – del suo doloroso percorso, a contatto con le miserie morali degli uomini, che Ida aprirà davvero gli occhi sul mondo e su se stessa, prendendo coscienza volta di una femminilità che non aveva mai osservato prima e del cui fascino neppure sospettava. La tentazione assume le sembianze di un giovane musicista che vorrebbe sposarla e renderla madre. Dopo una notte insieme, Ida assapora per la prima volta il sogno di una famiglia tutta sua. Ma ora lei sa, e quando all'alba abbandona in silenzio il giovane per tornare in convento, il suo volto, enigmatico e imperscrutabile per tutto il film, è illuminato da una gioia nuova. Divenuta adulta, Ida ha finalmente scelto di unirsi a Dio, per la prima volta consapevole delle proprie azioni”