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Pace in Ucraina: l’appello di Francesco vale per tutti

People walk past the body of a victim after shelling in the eastern Ukrainian city of Kramotorsk on February 10, 2015. At least six civilians were killed and 21 wounded in a rocket attack on Ukraine's military headquarters in the war-torn east, local authorities said. The attack also hit residential areas of Kramatorsk, which is considered to be under firm Kiev control. AFP PHOTO/ VOLODYMYR SHUVAYEV

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 10/02/15
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Il Vaticano precisa il richiamo super partes del pontefice“Una guerra tra cristiani”: è quella che si sta consumando nella Ucraina orientale tra forze del governo di Minsk e filorussi. La constatazione semplice è di papa Francesco che nell’udienza di mercoledì scorso ha espresso la sua preoccupazione per l’aggravarsi della “contrapposizione tra le parti”.
 
L’intervento di Bergoglio ha ricevuto sostegno e approvazione da parte del patriarca ortodosso russo Kirill che ha definito “equilibrata” la posizione del Vaticano a proposito del conflitto in corso.
 
“Di fronte alle diverse interpretazioni che sono state date alle parole del Papa, specialmente quelle di mercoledì 4 febbraio – ha sottolineato oggi il direttore della sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi in un briefing con i giornalisti durante il quale è stata distribuita una nota a suo nome – ritengo utile precisare che Egli ha sempre inteso rivolgersi a tutte le parti interessate, confidando nello sforzo sincero di ciascuna per applicare le intese raggiunte di comune accordo e richiamando il principio della legalità internazionale, al quale la Santa Sede ha fatto riferimento più volte da quando è cominciata la crisi”. Il portavoce della Santa Sede ha ricordato che i ripetuti appelli del pontefice sottolineavano “l’urgenza di riprendere i negoziati” quale unico percorso possibile “per uscire dalla logica di un crescendo di accuse e reazioni”. “Come ripeteva spesso San Giovanni Paolo II – continua la nota -, l’umanità deve trovare il coraggio di sostituire il diritto della forza con la forza del diritto”.
 
In conclusione, la nota informa che il papa “attende con gioia” la visita dell’episcopato ucraino – composto dai vescovi latini, greco-cattolici e ruteno – che si svolgerà nei giorni 16-21 febbraio e occasione per “confortare quella Chiesa e quanti soffrono e per valutare insieme cammini di riconciliazione e di pace”.
 
Tra i vescovi che arriveranno in Vaticano il patriarca della Chiesa greco-cattolica, Sua Beatitudine Svjatoslav Shevchuk, preoccupato per circa le conseguenze della secessione di altre parti del territorio ucraino, dopo la Crimea passata in marzo alla Russia in seguito a un referendum il cui esito non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale. “Ci stiamo avviando verso un periodo buio, non sappiamo come andrà a finire” ha detto alcuni mesi fa (Famiglia.cristiana.it 7 febbraio ). La chiesa greco-cattolica, a lungo perseguitata dalle autorità comuniste di Mosca appoggiate dalle autorità ortodosse russe per ragioni di supremazia religiosa sul territorio, ha festeggiato da poco il 25° anniversario del ritorno alla legalità. Nel dispiegarsi del conflitto, teme un ritorno al passato; preoccupazione non ingiustificata considerato che entro marzo tutte le parrocchie della Chiesa cattolica in Crimea dovranno adattarsi alla legislazione russa sulle organizzazioni religiose (Famigliacristiana.it 7 febbraio).
 
Il 21 febbraio, il giorno prima che inizi la visita dei vescovi ucraini, Papa Francesco riceverà in udienza la cancelliera tedesca Angela Merkel che, insieme al presidente francese Hollande, sta portando avanti la mediazione con il presidente russo Putin e quello ucraino Poroshenko  per evitare la guerra in Ucraina. “E’ naturale”, ha affermato padre Lombardi rispondendo alle domande dei giornalisti, che il tema dell’Ucraina, come avviene per tutti i temi rilevanti di attualità, entri nella discussione. Non bisogna tuttavia aspettarsi che “nel colloquio il Papa fornisca suggerimenti specifici di soluzione” anche perché, di solito, gli aspetti di carattere più politico, in occasione della visita di un capo di Stato o di governo in Vaticano, vengono affrontati nel successivo incontro con il cardinale segretario di Stato. Tuttavia, anche da questi incontri, non ci si può aspettare “un intervento con soluzioni specifiche proposte da parte del Papa o della Santa Sede”. In generale, il Vaticano è favorevole al tentativo di mediazione internazionale sull’Ucraina, così come in altre circostanze. “Quando ci sono tentativi in corso – ha affermato Lombardi -, la Santa Sede li incoraggia il più possibile, non come autorità politica, ma come autorità di carattere morale e religioso che chiede a tutti di mettere la disponibilità più ampia per i valori fondamentali della pace e del rispetto della vita”.

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