Le 4 intelligenze che permettono la pratica e la manifestazione dell’intelligenza collettiva
Secondo uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) pubblicato di recente sul New York Times, le donne supererebbero gli uomini in un ambito assai particolare… Lo spiega in questa intervista, pubblicata su Atlantico, la psicosociologa Christine Marsan, co-autrice de L’intelligence collective: co-créons en conscience le monde de demain.
Un’équipe di ricercatori del MIT ha realizzato due studi (su un totale di 669 persone) sull’intelligenza collettiva.
In base ai risultati, l’intelligenza di un gruppo non si spiega con la somma delle intelligenze individuali. Tra i vari fattori coinvolti, la sensibilità nei confronti degli altri (comunicazione non verbale) e l’equità nel prendere la parola hanno una funzione fondamentale, e le donne registrano un punteggio molto superiore a quello degli uomini; è quindi nei gruppi in cui è stata osservata correttamente la parità che i risultati sono stati migliori.
Come spiegare i risultati di questi due studi? Come interpretarli?
Ogni gruppo di persone non sempre crea intelligenza collettiva. A permettere una buona intelligenza collettiva sono in primo luogo un’intenzione chiara e la condivisione del lavoro.
Ma non basta: le chiavi che assicurano il successo sono un insieme di atteggiamenti che comportano conseguenze virtuose che vanno a beneficio del gruppo nel suo insieme.
Istituire una fiducia si traduce ad esempio in una struttura di comunicazione flessibile. Questo permetterà ai membri del gruppo di parlare in tutta sicurezza, e soprattutto con la massima sincerità.
Questa prima condizione è una tappa fondamentale per condividere le difficoltà di ciascuno, e contribuirà, al di là del fatto di stabilire un sistema di valori comune, al progresso del lavoro collettivo, a soluzioni co-elaborate e convenienti per tutti.
Cosa si intende concretamente per intelligenza collettiva, o cooperativa?
L’intelligenza “cooperativa” è la capacità di far emergere da un collettivo di persone un’intelligenza superiore – o in ogni caso inedita – alla somma delle parti per l’emulazione di un gruppo.
Ho definito varie intelligenze che permettono la pratica e la manifestazione dell’intelligenza collettiva:
– L’intelligenza policronica, che è la capacità di combinare l’intelligenza razionale e l’intuizione
– L’intelligenza della maturità emotiva, ovvero l’utilizzo “maturo” dell’intelligenza emotiva (il cui concetto è stato elaborato da Daniel Goleman)
– L’intelligenza della presenza, ovvero la consapevolezza di sé, dell’altro e della sistemica di gruppo, che si unisce ai risultati di questo studio
– L’intelligenza della complessità, cioè dire, conoscere e prendere in considerazione le leggi della sistemica che spiegano sia le interazioni non visibili tra gli individui e i gruppi che quelle che si verificano in vari sistemi.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]