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Quando bisogna ricevere l’Unzione dei malati?

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Desde la fe - pubblicato il 06/02/15
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Quando qualcuno si deve operare, quando ci si sente gravemente malati, quando si è in un’età molto avanzata…“Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati” (Gc 5, 14-15).

Così dice l'apostolo Giacomo nella sua lettera, e questo ci permette di vedere che ungere i malati è un'abitudine che risale agli stessi apostoli e che questa unzione è un sacramento istituito da Cristo per darci la salute del corpo e dell'anima.
 
Paura dell'Unzione
 
Accettiamo la sua utilità e la necessità di questo sacramento che fa parte della nostra cultura cattolica, ma per alcuni è qualcosa da rimandare il più possibile perché si ha l'idea che sia l'estrema unzione, ovvero l'ultimo sacramento prima di morire, e da lì a pensare che è perché si sta morendo il passo è breve.
 
Ci sono anche coloro che chiamano il sacerdote perché unga un malato che soffre una lunga agonia perché ormai possa riposare, perché muoia.
 
È un sacramento che dà la vita
 
L'Unzione dei malati è stata istituita da Gesù quando inviava gli apostoli a predicare il Vangelo, a visitare i malati e a curarli (cfr. Mc 6, 13).
 
La salute fisica del malato è una buona notizia, un Vangelo, che il cristiano riceve quando ne ha più bisogno, visto che la malattia fa sì che ci sentiamo estremamente bisognosi di Dio e degli altri. L'Unzione ha anche l'effetto di perdonare i peccati e di far tornare alla grazia perduta a causa di questi.
 
Noi sacerdoti abbiamo l'opportunità di vedere come molti malati, anche senza speranza, recuperano la salute attraverso la santa Unzione. È la fede della Chiesa a ottenere la salute del corpo.
 
Un cambiamento di mentalità
 
Grazie a Dio si verifica un cambiamento di mentalità tra noi cristiani riguardo al sacramento dell'Unzione. Al giorno d'oggi vediamo come i malati cerchino di essere unti non appena sentono di essere in pericolo di morte.
 
Nella mia parrocchia, quando qualcuno deve essere operato viene unto nella Messa comunitaria, e tutti preghiamo per la sua salute. Quando va all'ospedale, ci va pieno di fiducia in Dio e disposto a lottare contro la sua malattia. In genere ungiamo anche gli anziani quando sentono che l'età avanzata è annuncio di morte.
 
Notiamo, tuttavia, che c'è un abuso delle cosiddette Messe di guarigione che si celebrano periodicamente in alcune chiese, visto che vi accorrono per essere unte anche persone che non sono gravemente malate e altre ricevono questo sacramento ogni mese, quando la Chiesa ci insegna che deve essere ricevuto solo una volta in una malattia, a meno che non ci sia una ricaduta.
 
Come dev'essere
 
Non appena ci sentiamo gravemente malati, non necessariamente in pericolo di morte, dobbiamo ricorrere al presbitero o al vescovo, non al diacono perché non può ungere, per ricevere dovutamente preparati questo sacramento: se siamo a letto, chiediamo a qualche familiare di andare a chiamare il sacerdote perché ci unga. Attenzione: non importa il fatto di non essere sposati per la Chiesa o di vivere in adulterio.

I presbiteri e i vescovi hanno il dovere grave, gravissimo, di andare a trovare un malato che richiede l'Unzione, ma i fedeli devono aiutare a far sì che sia possibile compiere queste visite quando vengono richieste.
 
Devono andare nella parrocchia in cui vive il malato; nel caso di malati in ospedale, dovranno recarsi alla parrocchia più vicina all'ospedale.
 
Se non c'è urgenza, permettano che il sacerdote scelga il momento opportuno per andare a trovare il malato. Se c'è invece urgenza, il sacerdote cercherà di andare il prima possibile.
 
I fedeli non sono obbligati a dare al sacerdote alcun obolo per la sua visita, neanche per coprire le spese dello spostamento. La Chiesa dispone questa misura per evitare che qualche malato si astenga dal chiamare il sacerdote non avendo denaro. Se il parroco rifiuta di andare, si deve ricorrere al sacerdote della parrocchia vicina e notificare al vescovo il rifiuto del sacerdote, visto che si tratta di una mancanza grave.

Non si deve cercare il sacerdote conosciuto ma che vive all'altro capo della città; va cercato il sacerdote più vicino.
 
Alcuni sacerdoti hanno paura di essere assaliti o perfino sequestrati, ma questo è il rischio di essere sacerdoti, anche se per prudenza possono farsi accompagnare da qualche fedele della parrocchia.
 
Logicamente ci sono emergenze che nessuno può prevedere, ma nella maggior parte dei casi si deve chiamare il sacerdote appena un malato inizia ad aggravarsi.
 
Date al vostro malato l'opportunità di essere cosciente al momento di ricevere questo sacramento, e non aspettate che sia caduto in stato di incoscienza. I familiari più prossimi hanno il dovere di cercare l'aiuto spirituale per il proprio malato.
 
 
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
 

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