Il giudice costituzionale ed ex parlamentare di tradizione democristiana è ora il nuovo inquilino del ColleIl Giudice costituzionale ed ex parlamentare democristiano Sergio Mattarella è stato eletto al Quarto Scrutinio. Mattarella, già vicepresidente del Consiglio e Ministro della Difesa, è il 12esimo Presidente della Repubblica con quasi i due terzi dei voti (665 su 1009).
Le origini: democristiano doc
Palermitano, classe 1941, Sergio Mattarella, dal 2011 giudice della Corte Costituzionale viene da una famiglia di profonda tradizione democristiana. Il padre, Bernardo, fu tra i fondatori della Dc siciliana, deputato alla Costituente e ministro dei Trasporti, del Commercio Estero e delle Comunicazioni tra la metà degli anni '50 e '60.
Anche il fratello Piersanti aveva intrapreso la carriera politica riuscendo in poco tempo ad arrivare alla carica più alta della regione e mettendo al primo posto la lotta alla mafia e alla corruzione. Proprio per questo, mentre era governatore della Sicilia, il giorno dell'Epifania del 1980, quando era appena quarantacinquenne fu brutalmente ucciso da un agguato a colpi di pistola da parte di Cosa Nostra (Ansa, 29 gennaio).
PRIMA REPUBBLICA
Lui voleva fare solo l'accademico…
Il colpo è terribile. Ma proprio dalla tragedia di Piersanti comincia la rincorsa di Sergio, professore di diritto parlamentare all’università di Palermo. Milita nella corrente di Aldo Moro, entra in Parlamento la prima volta nel 1983. Quattro anni dopo, il balzo nel governo alla guida del ministero dei Rapporti con il Parlamento, prima nell’esecutivo De Mita poi in quello Goria.
La volta che disse no ad Andreotti
La sera del 26 luglio 1990, si dimise da ministro della Pubblica Istruzione perché Andreotti aveva posto la fiducia sulla legge Mammì, quella che sanava definitivamente le tre reti televisive del Cavaliere. Si dimisero in cinque (c'erano anche Martinazzoli, Fracanzani, Misasi e Mannino) ma fu lui a spiegare quel gesto di rottura senza precedenti, e lo fece a bassa voce e senza usare un solo aggettivo polemico: "Riteniamo che porre la fiducia per violare una direttiva comunitaria sia, in linea di principio, inammissibile…".
Poi, quella sera, incrociò Mino Martinazzoli e gli chiese: "Hai consegnato la lettera di dimissioni?". "Certo, l'ho appena fatto". "E hai fatto una fotocopia?". "No, perché?". "Perché Andreotti è capace di mangiarsela, la tua lettera, pur di farla scomparire…".
Il tentativo di salvare la DC da se stessa…
Così tre anni dopo fu eletto deputato (in quota Zaccagnini), e l'anno dopo De Mita – divenuto nel frattempo segretario – scelse proprio lui come plenipotenziario del partito in Sicilia. La missione era chiara: doveva bonificare la DC di Lima e Ciancimino. La mossa di Mattarella arrivò quando si trattò di scegliere il nuovo sindaco di Palermo. Lui scelse, e riuscì a far eleggere, un giovane professore che era stato tra i consiglieri del fratello: Leoluca Orlando, che poi sarà sindaco della “Primavera palermitana” (La Repubblica, 29 gennaio)
LA SECONDA REPUBBLICA
Mattarella ha il tempo di fare una carriera invidiabile che ne fa uno degli esponenti più in vista della classe dirigente post-democristiana: battezza la legge elettorale che da il via alla cosiddetta Seconda Repubblica, il cosiddetto Mattarellum.
La svolta a sinistra dei popolari
Ex esponente della sinistra democristiana, Sergio Mattarella è sempre stato un moderato di centrosinistra e un pioniere dell'Ulivo di Romano Prodi. Fondatore con altri del Partito Popolare, quando Rocco Buttiglione si allea con il leader di Forza Italia in vista delle elezioni del '96, lui va con Prodi con il quale darà vita all'Ulivo. E' tra i fondatori della Margherita e gli estensori del Manifesto fondativo del Partito Democratico insieme a Pietro Scoppola (Famiglia Cristiana, 29 gennaio).
A difesa della morale
Nel 1990, è stato tra i capofila di una “crociata” contro Madonna, prevista in concerto con due date in Italia con il suo show Blond Ambition. Uno spettacolo duramente contestato dalla Chiesa, tanto da spingere l’allora responsabile dell’Ufficio di Comunicazioni Sociali del vicariato di Roma, Don Virgilio Levi, a chiedere ufficialmente di annullare gli spettacoli dell’artista, giudicata “eretica e irriverente” (Huffington Post, 29 gennaio)
No alla fecondazione assistita, si alle unioni civili
Nel 1998, come capogruppo dei Popolari alla Camera, ebbe uno scontro con il giornale dei vescovi, Avvenire, perché in Commissioni Affari Costituzionali i parlamentari del PPI dettero parere positivo circa la costituzionalità delle norme inerenti fecondazione assistita e coppie di fatto, ribadendo tuttavia il voto contrario in Aula, come effettivamente fu (Corriere della Sera, 4 giugno 1998). Tuttavia nel 2006 – l’anno dei Pacs, le unioni civili (anche) tra gay proposte dal centrosinistra – Rosy Bindi, ministro della Famiglia in un’intervista al Corriere difende i Pacs e sostiene che quelli delle coppie omosessuali sono «diritti da garantire». Sergio Mattarella accorre in difesa della sua amica e compagna di partito: quella intervista, dice, è «equilibrata ed ineccepibile, cristianamente ispirata» (Libero, 31 gennaio). Sul tema della fecondazione eterologa è di nuovo intervenuto nella Consulta nel giugno del 2014, anche se l'esito definitivo è stato un quasi completo smantellamento della Legge 40 (Corriere della Sera, 11 giugno 2014).
L'esperienza di Governo
Non fu Prodi però a farlo tornare al governo, ma Massimo D'Alema. A Mattarella toccava la guida del gruppo dei ministri in quota Popolare e la vicepresidenza del Consiglio. Poi arrivò anche il ministero: la Difesa. E lui realizzò l'impresa che non era riuscita a nessuno dei suoi predecessori: l'abolizione della naja, il servizio militare obbligatorio. Restò anche con il governo Amato, poi lasciò il governo e, nel 2008, anche il Parlamento. Che però si è ricordato di lui quando, quattro anni fa, bisognava trovare il nome di un giudice costituzionale che avesse un ampio consenso. E lui fu eletto. (La Repubblica, 29 gennaio)
LA NUOVA FASE…
Per ironia della sorte, come giudice della Consulta lo scorso 4 dicembre 2013 ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale nota come “Porcellum” che sostituì dopo oltre un decennio di applicazione, il suo Mattarellum, così come un anno prima ha cassato la richiesta di referendum che avrebbe dovuto far “rivivere”, la “sua” legge elettorale.
Chi lo conosce bene lo descrive come l'esatto opposto del suo principale sostenitore al Colle, vale a dire Matteo Renzi. Evita le telecamere, parla poco ed è un uomo prudente (Avvenire, 29 gennaio)