Berlicche e la prima delle sette opere di crudeltà spirituale: Consigliare i dubbiosidi Antonio Benvenuti
Colleghi demoni, diavoli, tormentatori e incubi. Ho deciso di pubblicare, per vostra corale domanda, una serie di considerazioni che vengono dalla mia plurimillenaria esperienza di tentatore nel mondo degli esseri umani. Già in passato le mie esperienze hanno avuto veste letteraria, e causato innumerevoli tentativi di imitazione. Ma nel rassicurarvi con tutta la mia onestà di arcidiavolo sull’autenticità di quanto state per leggere, vi ammonisco: prendete sul serio le mie parole.
Spesso il confine tra condurre un’anima a condividere per l’eternità la nostra tavolta e invece vederla involarsi dal Nemico che sta lassù è sottilissimo. Tra l’essere una portata al nostro eterno pranzo ed essere fuori dalla nostra portata il passo è breve. Quiandi, attenti e pronti. Ne va della dannazione.
La traccia che intendo seguire è l’elenco di quelle che tra gli umani devoti al Nemico sono note come “Sette opere di misericordia spirituale”. Capisco il vostro senso di disgusto e repulsione. Ma tutto ciò che ha un verso può essere rovesciato. Eccovi, quindi, le Sette opere di crudetà spirituale.
Recto: 1- Consigliare i dubbiosi
Prima di tutto sgomberiamo dal campo un equivoco: non è vero che il Nemico che sta lassù disprezzi il dubbio.
Al contrario: lo provoca continuamente, si direbbe quasi che lo esige.
Pensate a quando ha mandato il suo Figlio qui da noi. Nostro Padre Infernale lo aveva consigliato correttamente: se proprio vuoi farlo, aveva detto al Nemico, fallo per bene. Fallo nascere dove tutti possano vederlo, figlio di un Imperatore e della più bella umana che riesci a creare. Accompagna la sua nascita con prodigi tali che nessuno possa dubitare che ci sei tu in mezzo. E se qualcuno ancora fosse incerto dopo tutto questo, bene, i fulmini sono fatti apposta no? E cosa ti servono le tue legioni di angeli, allora?
Niente. Non ha voluto ascoltare ragioni.
Lo ha fatto venire al mondo nella più sfortunata periferia della Terra, in una stamberga, da due oscuri sempliciotti locali. Ditemi, allora: questo non fa forse venire dei dubbi su chi fosse realmente?
Ma tale Padre, tale Figlio. Noi siamo stati perfettamente onesti con lui. Nel deserto, gli abbiamo offerto massima visibilità. Il comando su tutti i regni della Terra. Nessuno avrebbe avuto dubbi: lui era il Messia. Pensate abbia accettato? Macché! Ha preferito andare avanti a guarire quattro storpi e due ciechi.
Da tutto questo, cari compagni, potete capire che al nostro Nemico il dubbio non dispiace poi tanto. Sembra anzi che cerchi di provocarlo. Ma, demoni miei, qui sta la differenza con noi.
Perché vedete, quello a cui tiene è che l’essere umano quel dubbio poi lo sciolga. Lo spinge a farsi le domande, e poi risponde. Conta sul fatto che il dubbioso usi la ragione per uscire dalla sua incertezza e arrivare a lui.
Questa è la vera differenza tra il Nemico e noi. Noi non sopportiamo le scelte, quella cosa chiamata libertà. La libertà che piace a noi è quella del suicida: una libertà che mette fine a tutte le libertà. A noi non va chi si fa domande.
Come si fa ad impedire le domande? Si nega che ci possa essere una risposta. Per questo possiamo contare proprio su quel dubbio che sembra piacere tanto al Nemico, dipingendolo come fine e non come mezzo.
Per confermare i dubbiosi il Nemico si fa forte della realtà, dell’evidenza, della verità. Sono ormai anni che la nostra strategia principale è proprio questa: negare la realtà, distruggere l’evidenza, assicurare che la verità non si può conoscere.
Il tentatore esperto sa bene come si fa. Anche se ogni giorno l’umano respira bellezza e vita si può fargli credere che il mondo in cui vive è brutto e colmo solo di morte. La menzogna di uno diventa quella di tutti. La diffidenza è nostra amica.
Il dubbio può rendere la vita di un uomo così simile all’Inferno che quando scenderà da noi respirerà di sollievo.
Che i cristiani abbiano torto: solo su questo non si deve tentennare. Tutto deve essere reso incerto, per i nostri protetti, salvo la certezza del dubbio.
Ci abbiamo messo secoli, ma ormai gli uomini di sicurezze non ne hanno più alcuna. Grazie alla nostra opera non sono neanche convinti del loro stesso sesso, o del fatto che un bambino nasca da un uomo e una donna. Cosa c’è di più evidente? Eppure dubitano anche di questo. La mamma è certa? Ormai neanche quella. Se pure questo hanno smarrito, non riusciranno a raggiungere certezze assai più profonde.
Siamo ragionevolmente certi che, se il crocefisso tornasse, i tommasi moderni non perderebbero la loro incredulità neanche mettendo tutto il braccio nei buchi dei chiodi.
Ormai abbiamo fatto breccia pure tra gli agenti del Nemico, quelli che la domenica dovrebbero predicare le certezze della fede e consigliare i dubbiosi. Un’omelia che declini il dubbio che tutte le religioni siano in fondo uguali, che tutte abbiano fallito, vale più di diecimila atti impuri per distruggere la residua fede del popolo.
Confermare i fratelli è fuori moda. Confidiamo che resti tale.
Uno dei migliori risultati della nostra propaganda è proprio fare credere che la misericordia sia solo quella materiale. Che nessuno abbia il diritto di dire a qualcuno che sbaglia, che vive male, che le sue convinzioni sono errate. E’ curioso vedere come non ci arrivino, neanche dopo avere verificato che non basta essere ricchi per essere felici. Anzi.
Cosa vi dicevo sul negare la realtà?
Se i pastori del Nemico si occupano solo più del corpo, facciano pure: basta che l’anima la lascino a noi.
Alcuni di voi potranno obiettare che l’anima ondivaga, al palato, vale molto meno del sano peccatore che bestemmia il Nemico con ineffabile convinzione. Posso essere d’accordo per il gusto, invero scipito, ma dovete ammettere una cosa: con questa strategia il cibo non ci manca assolutamente. Poca qualità, ma volete mettere la quantità?
Quindi ecco la versione infernale di quelle opere di misericordia spirituale di cui dicevamo all’inizio:
Verso: 1- Consigliare il dubbio