Da domani parte ufficialmente il toto-Quirinale e da un pezzo di mondo cattolico si propone: Paola Bonzi, presidente dei CAV
Domani il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano concluderà formalmente il suo secondo mandato con le dimissioni dal suo incarico. Come aveva sostanzialmente fatto capire già durante la sua rielezione, il suo non sarebbe mai stato un mandato pieno, di 7 anni, in primis per ragioni di salute e poi per l’evidente “eccesso” nei confronti della prassi consolidata che dall’elezione di Einaudi ad oggi non ha mai visto il “bis”. Tralasciando per un momento il giudizio politico sul Presidente Napolitano (ultimo esponente del cosiddetto migliorismo del PCI), resta ora aperto il nodo dell’elezione di un ruolo cruciale negli assetti politico-istituzionali del Paese. Il Presidente della Repubblica è infatti garante della Costituzione e sostanzialmente “arbitro” tra i vari poteri dello Stato.
Durante la lunga stagione della Prima Repubblica il ruolo del Presidente è andato in modo alternativo tra i “laici” e i cattolici, intendendo per i primi un uomo di partiti ormai disciolti come PRI, PSI, PLI e per “cattolico” un esponente della Democrazia Cristiana. Oggi dopo due esponenti “laici” (Ciampi di estrazione Azionista, Napolitano come detto comunista) in molti ritengono che sia l’ora di riavere un cattolico al Quirinale.
La Croce, oggi in edicola col suo primo numero, – con un articolo di Costanza Miriano – ha fatto propria la proposta lanciata da Antonio Socci: Paola Bonzi Presidente. Ma chi è Paola Bonzi? E’ la fondatrice e Presidente dei CAV, Centri Aiuto alla Vita, ha 71 anni, è una nonna e – grazie all’impegno dei CAV – ha salvato 17 mila bambini dall’aborto. A questo si aggiunge l’aiuto dato ad altrettante donne, aiutandole a fare una scelta che non ha comportato – come talvolta accade – ricadute psicologiche pesanti.
Paola Bonzi non ha un approccio ideologico ma molto concreto nei confronti dell’interruzione di gravidanza: c’è una mamma, c’è un bambino cosa posso fare per aiutarli? Il CAV sostiene le madri con l’aiuto psicologico e con quello materiale: 250 ero al mese, la spesa una volta a settimana, l’occorrente per il primo anno di vita del neonato.
Paola Bonzi è cieca da quando ha 23 anni, ma questo non le ha impedito di avere tre figli, lavorare come insegnante di religione e fondare e curare i CAV.
Potrebbe essere una valida proposta come garante degli equilibri italiani? La vorreste al Quirinale?