Nell’isola dell’Oceano indiano segnata dalla guerra civile il pontefice esorta a superare le divisioni etniche e religiose
Una festa coloratissima ha accolto papa Francesco all'arrivo all'aeroporto di Colombo dopo quasi dieci ore di viaggio dall'Italia: fiori bianchi e gialli intrecciati nella corona di benvenuto offerta da due bimbe, inni, 21 salve di cannoni e anche il barrito di elefanti paludati a festa.
Ad attenderlo ai piedi della scaletta dell'aereo, il neo eletto presidente della Repubblica Maithripala Sirisena, insieme all’arcivescovo di Colombo e presidente della Conferenza episcopale dello Sri Lanka, il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don e i vescovi dello Sri Lanka.
Bergoglio ha rivolto i suoi auguri al presidente per la sua nuova responsabilità e ha ringraziato per la calorosa accoglienza nella "Perla dell'Oceano indiano", come è conosciuta l'isola di Sri Lanka grazie alle sue bellezze naturali.
La sua, ha spiegato il papa è una visita di carattere pastorale per "incontrare ed incoraggiare i cattolici di quest’Isola" e confermare "il desiderio della comunità cattolica di essere attivamente partecipe della vita di questa società". Lo Sri Lanka, a cinque anni dalla fine cruenta della guerra civile che ha opposto la maggioranza cingalese alla minoranza tamil, è impegnata in una delicata fase di ricomposizione dell'unità nazionale nella quale sarà importante l'apporto della chiesa cattolica a cui appartengono fedeli di entrambe le etnie.
"E’ una costante tragedia del nostro mondo – ha osservato Francesco – che molte comunità siano in guerra tra di loro. L’incapacità di riconciliare le diversità e le discordie, antiche o nuove che siano, ha fatto sorgere tensioni etniche e religiose, accompagnate frequentemente da esplosioni di violenza". Questa è anche la vicenda dell'isola nella quale il papa ha cominciato il suo secondo viaggio apostolico in Asia: "Per molti anni – ha ricordato Bergoglio – lo Sri Lanka ha conosciuto gli orrori dello scontro civile, ed ora sta cercando di consolidare la pace e di curare le ferite di quegli anni. Non è un compito facile quello di superare l’amara eredità di ingiustizie, ostilità e diffidenze lasciata dal conflitto. Si può realizzare soltanto superando il male con il bene (cfr Rm 12,21) e coltivando quelle virtù che promuovono la riconciliazione, la solidarietà e la pace".
Un punto centrale della visita del papa sarà la canonizzazione del beato Joseph Vaz, "il cui esempio di carità cristiana e di rispetto per ogni persona – ha affermato il papa -, senza distinzione di etnia o di religione, continua ancor oggi ad ispirarci e ammaestrarci".
Nello Sri Lanka turbato dal mancato riconoscimento delle responsabilità per i crimini di guerra commessi dal 2002 al 2009, dagli interrogativi sulla sorte degli scomparsi e della liberazione dei detenuti politici, la strada del risanamento deve essere il perseguimento della verità "non con lo scopo di aprire vecchie ferite, ma piuttosto quale mezzo necessario per promuovere la loro guarigione, la giustizia e l’unità".
Un ruolo essenziale in questa fase, secondo Francesco, spetta alle varie tradizioni religiose ma perché tale processo avvenga "bisogna che tutti i membri della società lavorino assieme; che tutti abbiano voce". A tutti deve essere assicurata la libertà di esprimere "le proprie preoccupazioni, i propri bisogni, le proprie aspirazioni e le proprie paure" ma, ancora di più, bisogna essere pronti "ad accettarsi l’un l’altro, a rispettare le legittime diversità ed imparare a vivere come un’unica famiglia".
"Ogni volta che le persone si ascoltano tra loro umilmente e apertamente – ha sottolineato Bergoglio cui il vento caldo dell'isola continuava a scompigliare la mantellina – , possono emergere i valori e le aspirazioni comuni. La diversità non sarà più vista come una minaccia, ma come fonte di arricchimento. La strada verso la giustizia, la riconciliazione e l’armonia sociale appare ancora più chiaramente".
Per questo, ha concluso Francesco rivolgendosi ai dirigenti politici, religiosi e culturali dello Sri Lanka: "la grande opera di ricostruzione deve comprendere il miglioramento delle infrastrutture e provvedere ai bisogni materiali, ma anche, e soprattutto, promuovere la dignità umana, il rispetto dei diritti dell’uomo e la piena inclusione di ogni membro della società".
Il protrarsi della cerimonia di benvenuto cui è seguita la celebrazione privata della messa nella Nunziatura di Colombo, ha determinato un cambio di programma nella agenda del primo giorno del Papa nello Sri Lanka. Francesco non si è recato all'arcivescovado dove avrebbe dovuto incontrare informalmente i 20 vescovi dell'isola: il prossimo impegno, sarà alle 17 ora locale, la visita di cortesia al neopresidente Sirisena, nel Palazzo presidenziale della capitale.