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Papa Francesco riceve le famiglie extra-large e accusa la politica: «Fa troppo poco per voi»

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Così il papa ricevendo in udienza le famiglie numerose nella giornata in cui si celebra la Santa Famiglia
Il 28 dicembre 2014 Papa Francesco ha ricevuto l’Associazione Italiana Famiglie Numerose: tanti genitori, accompagnati dai figli, i «frutti più belli del vostro amore». Il Pontefice ha spiegato che nelle famiglie numerose si apprendono più facilmente la fede e la solidarietà, ma ha anche avuto accenti severi nei confronti di una politica italiana che sostiene la famiglia solo a parole: un atteggiamento autolesionistico, ha detto, in un momento in cui la grave crisi demografica consiglierebbe a qualunque governo di investire proprio sulle famiglie numerose. Non si deve però attendere passivamente che la politica cambi, ha aggiunto Francesco: le famiglie italiane devono occuparsi di politica, o rimarranno vittime di una politica che non si occupa di loro.

Il Papa ha ribadito che «maternità e paternità sono dono di Dio». Il dono è gratuito, ma «accogliere il dono, stupirsi della sua bellezza e farlo splendere nella società» è un «compito» impegnativo e oggi difficile. Il Pontefice ha invitato a ritrovare la capacità di stupirsi di fronte a un figlio, e a lasciarsi cambiare la vita da lui o da lei. «Ognuno dei vostri figli è una creatura unica che non si ripeterà mai più nella storia dell’umanità. Quando si capisce questo, ossia che ciascuno è stato voluto da Dio, si resta stupiti di quale grande miracolo sia un figlio! Un figlio cambia la vita! Tutti noi abbiamo visto – uomini, donne – che quando arriva un figlio la vita cambia, è un’altra cosa. Un figlio è un miracolo che cambia una vita».

A poco a poco, è una scoperta che matura anche nel cuore dei bambini. «Voi, bambini e bambine – ha detto il Pontefice –, siete proprio questo: ognuno di voi è frutto unico dell’amore, venite dall’amore e crescete nell’amore. Siete unici, ma non soli!». Ai bambini Francesco ha ripetuto che crescere in una famiglia numerosa è un dono di Dio: «il fatto di avere fratelli e sorelle vi fa bene: i figli e le figlie di una famiglia numerosa sono più capaci di comunione fraterna fin dalla prima infanzia. In un mondo segnato spesso dall’egoismo, la famiglia numerosa è una scuola di solidarietà e di condivisione; e questi atteggiamenti vanno poi a beneficio di tutta la società».

I bambini sono frutti buoni «quando l’albero ha buone radici – che sono i nonni – e un buon tronco – che sono i genitori». «La grande famiglia umana è come una foresta», dove Gesù ci ha ammonito che esistono anche alberi cattivi, che danno frutti cattivi. Spesso questo avviene perché si rinuncia alla presenza dei nonni, «presenza preziosa sia per l’aiuto pratico, sia soprattutto per l’apporto educativo». I nonni, ha detto il Papa, «custodiscono in sé i valori di un popolo, di una famiglia, e aiutano i genitori a trasmetterli ai figli». «Nel secolo scorso, in tanti Paesi dell’Europa – ha ricordato Francesco alludendo ai regimi comunisti –, sono stati i nonni a trasmettere la fede: loro portavano di nascosto il bambino a ricevere il Battesimo e trasmettevano la fede». 

La vita va custodita «dal concepimento alla fine naturale», con tutte le sue gioie e i suoi pesi, «che purtroppo – ha notato il Papa – le pubbliche istituzioni non sempre vi aiutano a portare. Giustamente voi ricordate che la Costituzione Italiana, all’articolo 31, chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose; ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti. Resta nelle parole». «Da tempo», ha ricordato Papa Francesco, l’Italia ha un grave problema di «bassa natalità». Affrontarlo seriamente richiederebbe «una maggiore attenzione della politica e degli amministratori pubblici, ad ogni livello, al fine di dare il sostegno previsto a queste famiglie [numerose]. Ogni famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato ha tutto l’interesse a investire su di essa!».

Le famiglie non possono semplicemente stare ferme e aspettare che si muova lo Stato. «Ben venga – ha detto il Papa – una rete di associazioni familiari capace di essere presente e visibile nella società e nella politica». E ha citato l’esortazione apostolica «Familiaris consortio» di san Giovanni Paolo II, dove si legge: «Le famiglie devono crescere nella coscienza di essere protagoniste della cosiddetta politica familiare e devono assumersi la responsabilità di trasformare la società: diversamente le famiglie saranno le vittime di quei mali che si sono limitate ad osservare con indifferenza». Con un cenno ai Forum delle associazioni familiari, Francesco ha affermato che «l’impegno che le associazioni familiari svolgono nei diversi “Forum”, nazionali e locali, è proprio quello di promuovere nella società e nelle leggi dello Stato i valori e le necessità della famiglia». Ma «ben vengano anche i movimenti ecclesiali, nei quali voi membri delle famiglie numerose siete particolarmente presenti e attivi. Sempre ringrazio il Signore nel vedere papà e mamme di famiglie numerose, insieme ai loro figli, impegnati nella vita della Chiesa e della società». 

Ma – il Pontefice lo ricorda spesso – l’impegno delle famiglie non deve mai essere disgiunto dalla preghiera, che oggi è preghiera di tutti anche «per le famiglie più provate dalla crisi economica, quelle dove il papà o la mamma hanno perso il lavoro, – e questo è duro – dove i giovani non riescono a trovarlo; le famiglie provate negli affetti più cari e quelle tentate di arrendersi alla solitudine e alla divisione». E il Papa chiede alle famiglie: «Per favore, continuate a pregare per me, che io sono un po’ il nonno di tutti voi. Pregate per me!».

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