La Rai ha dedicato al Papa un documentario per comprenderne meglio la figura
E’ il primo Papa sudamericano; è l’uomo che in pochi mesi ha riacceso le speranza di rinnovamento della Chiesa nel mondo cattolico e non; è il Papa che ha deciso di chiamarsi Francesco come il poverello d'Assisi. Ma dietro questa scelta c’è una lunga storia che coinvolge l’intera Chiesa latinoamericana. “Fece molta impressione – spiega lo storico Alberto Melloni – vedere Pio XII nel 1943 rientrare in Vaticano dopo una visita alla città di Roma bombardata con la veste sporca di sangue; Anche Francesco arrivato dall’Argentina ha la veste sporca del sangue di quella dittatura”. Tre le date fondamentali: il 1965, anno del Concilio Vaticano quando a pochi giorni la chiusura una quarantina di padri conciliari firmano un documento “Il patto delle Catacombe” nel quale s’impegnano a vivere in povertà e a mettere i poveri al centro del loro ministero. All’epoca Jorge Bergoglio è un giovane gesuita di 29 anni, ma il testo di quel patto influenzerà profondamente la sua vita pastorale. Poi, nel 1976, il golpe militare in Argentina, le ombre nere della dittatura e della violenza repressiva. Nella Chiesa sudamericana – sostiene il professor Melloni– si delineano due anime: quella povera, che lotta per i poveri, e quella conservatrice vicina alla destra fascista. Entrambe appartengono al passato di padre Bergoglio, che – aggiunge Melloni – al primato di primo Papa sudamericano, affianca quello di unico Papa ad aver subito un interrogatorio in un processo. Un interrogatorio del quale Il Tempo e la Storia ripropone alcuni drammatici passaggi. L’ultima data è quella del 13 marzo 2013 quando padre Bergoglio diventa il 266° vescovo di Roma.