Opinioni personali nascoste dietro la retorica. Ma non si era detto di parlare con “parresia”?
Ci risiamo anche se si tratta di un vecchio trucco, desueto e poco convincente. E’ riapparso il famigerato "cattolico medio". Su una testata italiana, uno scrittore italiano, volendo proporre alcune sentenze sul discorso del Papa alla Curia Romana dello scorso lunedì 22, quello delle “15 malattie curiali”, si è ricordato di un vecchio conoscente. L’autore, che propone alcune acrobazie analitiche "sull’imprevedibilità" (del Papa) "che continua, turbando la tranquillità del cattolico medio, abituato a fare a meno di pensare in proprio, quanto a fede e costumi", di colpo si è ricordato che proprio nell’armadio dietro alla sua scrivania conservava una copia del “cattolico medio”: riposava da tempo in attesa del momento “giusto” per venire fuori.
Ora che il “cattolico medio” è tornato in circolazione, addirittura in prima pagina, ci poniamo alcune domande.
Perché scomodare una tale astrazione senza fondamento e serietà? Per far dire al "cattolico medio" ciò che non si vuole proporre come un proprio giudizio? Vorrei tanto conoscere il signore "cattolico medio". Vorrei che il nostro scrittore ci fornisse un indirizzo, una mailbox, un numero di cellulare per proporle un’intervista. Potrebbe essere un grande scoop. Il nostro scrittore ci dice: "Ho scelto , per quanto mi riguarda, di osservare, ascoltare, riflettere senza azzardarmi in pareri intempestivi se non addirittura temerari." Va bene, ma perché far parlare il "cattolico medio", inesistente, e perché far ricorso a un scontato artificio linguistico talmente banale che toglie serietà ad ogni analisi o commento?