“Di pace questa Regione è affamata come il pane” scrive Bergoglio in una lettera in occasione del Natale
La sofferenza dei cristiani del Medio Oriente, perseguitati in particolar modo da un terrorismo brutale prima inimmaginabile, "grida verso Dio e fa appello all’impegno di tutti noi, nella preghiera e in ogni tipo di iniziativa". Lo scrive papa Francesco in una lettera indirizzata ai cristiani della regione la cui situazione di angoscia e persecuzione è sempre nei suoi pensieri.
Scrive nell'imminenza del Natale – "sapendo che per molti di voi alle note dei canti natalizi si mescoleranno le lacrime e i sospiri" – affinchè i cristiani sappiano di non essere da soli e possa giungere loro "una parola di consolazione e di speranza".
Bergoglio segue ogni giorno le notizie che arrivano dal Medio Oriente e si preoccupa della sofferenza di tanti, specialmente bambini, mamme, anziani, sfollati, rifugiati, e di "quanti patiscono la fame, a chi deve affrontare la durezza dell’inverno senza un tetto sotto il quale proteggersi".
Se il passato prossimo del Medio Oriente non è stato facile, tuttavia, ricorda Bergoglio, "l’afflizione e la tribolazione" si sono aggravate negli ultimi mesi a causa dei conflitti che tormentano la Regione, ma soprattutto per l'operato dell'organizzazione terroristica dell'Isis "che commette ogni sorta di abusi e pratiche indegne dell’uomo, colpendo in modo particolare alcuni di voi che sono stati cacciati via in maniera brutale dalle proprie terre, dove i cristiani sono presenti fin dall’epoca apostolica".
"La situazione in cui vivete è un forte appello alla santità della vita, come hanno attestato santi e martiri di ogni appartenenza ecclesiale" afferma Bergoglio che si augura che la prova che stanno attraversando i cristiani della regione possa fortificarne la "fede e la fedeltà". Nei momenti difficili, è più che mai necessaria "l'unità voluta dal nostro Signore" sull'esempio della fraternità vissuta dalla prima comunità di Gerusalemme. Per questo Bergoglio esprime compiacimento per i buoni rapporti tra le chiese, orientali cattoliche, ortodosse e di altre confessioni perchè "le sofferenze patite dai cristiani portano un contributo inestimabile alla causa dell’unità" realizzando "l'ecumenismo del sangue".
Ai cristiani del Medio Oriente, "piccolo gregge", Bergoglio affida la responsabilità di essere "lievito nella massa" nella terra dove è nato e si è diffuso il cristianesimo. Perchè la loro "stessa presenza è preziosa per il Medio Oriente" prima ancora di tante opere della Chiesa nell’ambito scolastico, sanitario o assistenziale. Importantissimo lo sforzo di collaborare con persone di altre religioni, con gli ebrei e con i musulmani. "Il dialogo interreligioso – afferma il papa – è tanto più necessario quanto più difficile è la situazione. Non c’è un’altra strada". E il dialogo basato su un atteggiamento di apertura e verità è anche "il migliore antidoto alla tentazione del fondamentalismo religioso, che è una minaccia per i credenti di tutte le religioni". La condizione di minoranza in un ambiente a maggioranza musulmana potrà essere aiutare al discernimento di "una più autentica immagine dell’Islam, come vogliono tanti di loro, i quali ripetono che l’Islam è una religione di pace e può accordarsi con il rispetto dei diritti umani e favorire la convivenza di tutti".
Resta la necessità, insiste Bergoglio, che più volte si è pronunciato in questo senso, a fronte della situazione dei cristiani e di altre minoranze perseguitate in Iraq, di "una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte di tutti i responsabili religiosi, per condannare in modo unanime e senza alcuna ambiguità tali crimini e denunciare la pratica di invocare la religione per giustificarli".
Ai cristiani il pontefice ricorda "il dovere e il diritto di partecipare pienamente alla vita e alla crescita" delle proprie nazioni esercitando la responsabilità di essere "artefici di pace, di riconciliazione e di sviluppo, a promuovere il dialogo, a costruire ponti, secondo lo spirito delle Beatitudini". Tutti ringrazia Bergoglio per la propria perseveranza, anche a costo della vita, e incoraggia quanti operano negli ambiti della carità e dell'educazione "aiutando tutti senza preferenze". Ai giovani chiede, citando Benedetto XVI e l'Esortazione apostolica Ecclesia in Oriente, "non abbiate paura o vergogna di essere cristiani" perchè questo li renderà disponibili a "collaborare senza riserve con i vostri concittadini, qualunque sia la loro appartenenza religiosa" mentre auspica che la memoria dell'identità custodita dagli anziani sia "seme di crescita per le nuove generazioni".
Di pace "la Regione è affamata come del pane" ed è responsabilità della comunità internazionale, afferma Bergoglio che ribadisce "la più ferma deprecazione dei traffici di armi", promuoverla mediante il negoziato e il lavoro diplomatico, "cercando di arginare e fermare quanto prima la violenza che ha causato già troppi danni".
"Per quanto tempo dovrà soffrire ancora il Medio Oriente per la mancanza di pace? Non possiamo rassegnarci ai conflitti come se non fosse possibile un cambiamento!" torna a ripetere Papa Francesco che chiede a tutti di continuare a pregare per la pace in Medio Oriente. "Chi è stato costretto a lasciare le proprie terre, possa farvi ritorno e vivere in dignità e sicurezza – scrive il pontefice -. L’assistenza umanitaria possa incrementarsi, ponendo sempre al centro il bene della persona e di ogni Paese nel rispetto della sua identità propria, senza anteporre altri interessi".
"Care sorelle e cari fratelli cristiani del Medio Oriente – conclude papa Francesco che si augura di "avere la grazia di venire di persona a visitarvi e confortarvi" -, avete una grande responsabilità e non siete soli nell’affrontarla".