La fecondazione entra nei Lea, Livelli Essenziali di Assistenza sanitari garantiti dalle Regioni. Ok anche al Registro. Il paradosso è che non ci sono gameti da utilizzare
E’ praticamente pronta la revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ossia le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale deve garantire ai cittadini. «Ho chiesto di avere il testo sul mio tavolo per il 29 dicembre», ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin all’Adnkronos Salute (23 dicembre). Ad entrare per la prima volta nell’elenco dei Lea, spiega il ministro, ci saranno l’adroterapia oncologica, l’endometriosi, la Bpco, le indagini per la celiachia, ma soprattutto la fecondazione eterologa che si affianca all’omologa,
UN LAVORO DI 9 MESI
l tavolo sui Lea, spiega il Corriere della Sera (23 dicembre), a cui siedono ministero della Salute, Agenas e Regioni, ha praticamente concluso i lavori dopo circa 9 mesi e il testo è ormai pronto per il varo del decreto del Consiglio dei Ministri, anche se ci sarà una ‘coda’ necessaria per la relazione tecnica, prevista a gennaio. «La revisione è dunque arrivata al traguardo – ha ribadito Lorenzin – E’ stato un lavoro complesso, ma alla fine abbiamo portato a casa un buon risultato. Era un aggiornamento atteso da 14 anni».
OK AL REGISTRO DEI DONATORI
Tre giorni fa, in extremis, nel maxiemendamento alla legge di Stabilità approvata in Senato, il governo e il ministero della Salute hanno inserito la norma che istituisce il Registro dei donatori per l’eterologa. Il Registro si è reso necessario alla luce della sentenza della Corte costituzionale in tema di eterologa. Con tale strumento, hanno precisato ad Avvenire (20 dicembre) fonti del dicastero della Sanità, è garantita la tracciabilità dei donatori e dei gameti. A quanto si apprende, il protocollo sarà gestito dal Centro nazionale trapianti ed è finalizzato a garantire la sicurezza degli interventi.
IL PARADOSSO: MANCANO I GAMETI
Se da un lato la fecondazione sarà gratuita, garantita dall’assistenza sanitaria di ogni singola regione, e potrà contare su un Registro dei donatori, dall’altro, riporta Repubblica (20 dicembre), «ad oggi manca la materia prima per far funzionare il registro, cioè i donatori. E se da noi i donatori non ci sono, è pressoché impossibile al momento trovare una banca dei gameti europea da cui acquisire il materiale biologico necessario all’eterologa. Le linee guida italiane richiedono infatti più esami di quelli previsti nel resto del continente, cosa che rende i gameti delle banche privi dei requisiti richiesti dal nostro ordinamento».
AL "CAREGGI" FECONDAZIONI "SPOT"
Basti pensare alle difficoltà che sta incontrando il policlinico fiorentino "Careggi" fermo ai suoi tre trattamenti-spot, svolti ormai a metà ottobre scorso. Da mesi nell’ospedale di Firenze, che aveva fatto da apripista all’eterologa, non si è presentata nessuna donatrice (La Repubblica, 13 dicembre). E con le difficoltà ad acquisire i gameti esteri, la corsa della fecondazione in Italia è più che mai in salita.