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Natale sul mare del Nord

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 21/12/14
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Una famiglia di giovani italiani trasferisce ad Amburgo le tradizioni natalizie del propro paese mescolando nostalgia e futuroUn dottorato in Scienze politiche lei e un dottorato in Fisica lui, Daniela Caterina e Nicola D'Ascenzo, sono due delle giovani eccellenze italiane che sempre di più trovano solo all'estero possibilità interessanti di realizzazione professionale. Nonostante siano cresciuti entrambi a Termoli (Cb), praticamente nella stessa strada, si sono “trovati”, innamorati e sposati mentre erano in Germania per gli studi. Oggi vivono ad Amburgo con la piccola Irene nata nel 2013 e le radici molisane si compongono con gli stili di vita tedeschi, in un intreccio che acquista un particolare fascino in occasione del Natale.

Come comincia l’attesa del Natale nella vostra famiglia?

Daniela: Nel 2011, l’anno che Nicola ed io ci siamo sposati, ho dato inizio a una nuova, sacra tradizione di famiglia. Munita di rami d’abete, candele, fil di ferro e nastri, mi sono cimentata nella realizzazione della mia prima vera corona dell’Avvento – intrecciata a mano, con tutta la soddisfazione che può derivare dal rimirare l’opera a lavoro ultimato, con un tappeto d’aghi a terra e sul tavolo e un profumo inebriante di bosco d’inverno in tutta la stanza. Da allora, non riesco a immaginare lontanamente di entrare nell’Avvento senza questo preziosissimo rituale! Ed è buffo, perché da una parte mi sento pienamente Hamburgerin nel perpetrare una tradizione che nasce proprio in questa città, dall’altro mi sembra di essere in parrocchia da noi in Italia, mentre ogni nuova domenica d’Avvento accendiamo una candela cantando "Tu sei l’Avvento, in cuore al mondo, vieni Signore in ogni tempo…".

Prevalgono le tradizioni italiane o quelle tedesche?

Daniela: Dopo oltre sette anni qui nel nord della Germania, mi accorgo di come riti, abitudini, sapori e profumi della nostra terra d’origine e di quella che ci ha accolti siano inevitabilmente intrecciati in una matassa che sarebbe un vero peccato sbrogliare. Trovo sia un dono e un impegno tenere vive le radici di appartenenza e coltivare il piccolo orto nel quale ci si trova man mano a vivere… e proprio questo ci accompagna nel quotidiano, ancor più in preparazione al Santo Natale. Così Nicola ed io abbiamo preparato e spedito per anni il calendario dell’Avvento alle nostre mamme e alla mia nonna in Italia, riempendole di tisane dagli ingredienti per loro indecifrabili che noi cerchiamo di tradurre al telefono; aspettiamo con ansia la sera del 5 dicembre, trepidanti per l’attesa del Nikolaus che arriva a portare dolcini e regali nelle scarpine della nostra piccola Irene lasciate davanti alla porta di casa; viviamo con gioia speciale l’8 dicembre, rendendo questo giorno una festa del cuore, mentre qui ad Amburgo a tanti sembra un giorno come mille altri; dopo vari tentativi di dubbia riuscita, continuiamo a cimentarci nella preparazione del Lebkuchen, il pan pepato tedesco, per farne biscottini con cui decorare l’albero dopo aver combinato disastri con la glassa e averne mangiato la metà mentre cerchiamo di infilarli nei nastrini… E, a proposito di alberi, proprio non ci arrendiamo all’idea che il Weihnachtsbaum qui si prepari solo la notte del 24 dicembre – l’albero va preparato rigorosamente il giorno dell’Immacolata!

Qual è l’aspetto che apprezzi di più del Natale in Germania?

Daniela: In generale, adoro la Germania e Amburgo per un aspetto in particolare: l’importanza dell’Avvento e la maniera in cui permea la vita di tutti i giorni. Non c’è da farsi illusioni – purtroppo anche qui il tutto ha un lato irrefrenabilmente consumistico. Ma, se metto da parte l’irritazione per tali esagerazioni, penso che questo continuo tornare sull’Attesa del Natale sia qualcosa di molto prezioso, soprattutto nella frenesia che contraddistingue questo periodo dell’anno. "Schönen 1. Advent!" ci si sente augurare da conoscenti, amici così come dalla cassiera al supermercato. E ogni volta sento che la candelina della settimana scalda un po’ di più e fa più luce di prima.

E quanto si avverte la nostalgia di “casa” in questi giorni?

Daniela: Come forse è inevitabile, più passa il tempo, più questo sentirmi a casa ad Amburgo e nei suoi profumi, nelle sue luci d’Avvento cozza contro la profonda nostalgia dell’Italia e soprattutto delle nostre Famiglie. Ci sono aspetti inconciliabili di cui mi sono resa conto in particolar modo l’anno scorso, quando la nostra piccola Irene aveva appena tre mesi e siamo rimasti per la prima volta qui in Germania per il Natale. È meraviglioso poter addobbare casa a festa, goderne per tutto il mese di dicembre e sapere che in quella stessa casa si festeggerà, mangerà e brinderà proprio nei giorni di Natale. È splendido poter addobbare la propria tavola, scegliere i segnaposti, pulire per bene i bicchieri e cimentarsi in tradizioni culinarie che parlano della nostra infanzia in Italia: senza contare che qui non siamo sull’Adriatico e per fare un’insalata di polpo “alla nonna” si rischia di ritrovarsi nel frigo un Octopus gigante che viene dal mare del Nord e fa paura solo al pensiero di doverlo cucinare… È così speciale, dopo la messa di mezzanotte, quando finalmente anche Irene dorme e sembra Gesù Bambino, poterci abbracciare sul nostro divano e scambiare i doni alla luce della candelina del Presepe. Tuttavia, negli interstizi di questa gioia piena da piccola Famiglia che cresce, non posso negarlo, si tiene vivo il profondo desiderio di accorciare le distanze e rendere grazie nei giorni del Santo Natale assieme a tutte le persone che amo più profondamente.

Quest’anno dove festeggerete?

Daniela: Quest’anno Irene festeggerà il suo primo Natale in Italia. L’attesa di tornare e l’Attesa del Bambin Gesù si mescolano e rendono questi giorni particolarmente speciali. Per ora ci riempiamo gli occhi e il cuore di gioia nel vedere Irene buffa e concentrata davanti alla mangiatoia del Presepe: "A cosa servirà tutta quella nuvola di rafia gialla? Si può forse mangiare?!?".

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