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Il Piccolo Principe

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 10/12/14
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Il romanzo più famoso di Antoine de Saint-Exupéry diventa una pellicola di animazione, in uscita nelle sale nell’autunno 2015
Un pilota precipitato nel deserto del Sahara. Un ragazzo, o forse un bambino, proveniente da un asteroide lontano. Una rosa, una volpe e un serpente. Sono questi gli ingredienti miscelati da Antoine de Saint-Exupéry nelle pagine del "Piccolo principe".

Il piccolo principe è stato tradotto in 240 lingue e dialetti e, a 71 anni dalla sua pubblicazione, ha venduto 145 milioni di copie nel mondo (16 milioni soltanto in Italia).

Ora il romanzo di Antoine de Saint-Exupéry diventerà un film d’animazione. Realizzato in animazione CGI e stop motion con un budget di 80 milioni di dollari e sarà tra i film presenti al prossimo Festival del cinema di Cannes. Nelle sale arriverà a ottobre 2015 e in Italia dal 1 gennaio 2016. La regia è di Mark Osborne, già creatore di SpongeBob – Il film e di Kung Fu Panda (The Post Internazionale, 10 dicembre).
 

La storia narrata sotto forma di racconto per bambini dall’Autore, è un racconto poetico sul significato della vita, sull’amore e sull’amicizia.
 

L’Autore era andato a cercare l’amico per comunicargli che, insperabilmente, era riuscito a riparare il motore del suo aeroplano ma, proprio in quel frangente, il Principe gli annuncia che ha deciso di partire. Il dialogo tra i due diviene commovente: l’Autore sa che qualcosa di irreparabile sta per avvenire da un momento all’altro ed egli non può fare nulla per impedirlo.

Il Piccolo Principe gli ripete ancora una volta che “quello che è importante, non lo si vedee poi gli fa un regalo: ride un’ultima volta, dicendogli che quando guarderà le stelle le sentirà ridere allo stesso modo. Allora quelle stelle diverranno uniche ed irripetibili ai suoi occhi, poichè dietro di esse si cela il Piccolo Principe. Come la volpe vede il Principe nel campo di grano, così l’Autore lo vedrà nelle stelle. “Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per gli altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d’affari erano dell’oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha… Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!”.

Il Principe gli spiega che il serpente lo morderà: egli apparentemente morirà, ma in realtà lascierà solo il suo corpo sulla Terra (“sarà come una vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze…”), perchè è troppo pesante per poter essere trasportato, mentre il suo spirito ritornerà sull’asteroide B612.

La notte successiva, il Principe si mette in cammino verso il luogo convenuto con il serpente il giorno prima. L’Autore, che non si rassegna all’idea del distacco, lo segue, sino al definitivo addio, quando il serpente appare improvvisamente e lo morde alla caviglia. Non è la morte del Principe, ma il suo ritorno a casa (Qumran2.net).

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