Papa Francesco ha ricevuto il procuratore dominicano che istruisce il casoIl portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha confermato questo mercoledì che c'è massima collaborazione tra la giustizia del Vaticano e quella della Repubblica Dominicana nel caso dell'ex nunzio, Józef Wesolowski, ritenuto colpevole di abusi sessuali su minori e che era stato condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede all'abbandono dello stato clericale. Un tribunale vaticano ne aveva chiesto l'arresto, ma la sentenza è in fase di “revisione” su richiesta dell'imputato.
Per consolidare la collaborazione nel caso, papa Francesco ha ricevuto al termine dell'udienza generale di questo mercoledì in Piazza San Pietro il procuratore generale della Repubblica Dominicana, Francisco Domínguez Brito.
Il pontefice e Brito hanno parlato della visita di quest'ultimo alle autorità giudiziarie dello Stato del Vaticano come massima autorità del Ministero Pubblico del Paese caraibico. Padre Lombardi, parlando con i giornalisti, ha confermato che non c'è un processo aperto di estradizione per inviare il presule polacco nella Repubblica Dominicana.
Papa Francesco ha espresso al rappresentante della giustizia dominicana “l'importanza che prevalga sempre la verità e che le istituzioni di entrambe le giurisdizioni agiscano con piena libertà e dentro il quadro delle norme”, si legge in un comunicato.
Il promotore di giustizia del Tribunale dello Stato del Vaticano, Gian Piero Milano, ha incontrato il procuratore generale dominicano, in Europa per prendere contatti con la Polonia e il Vaticano.
Il direttore della Sala Stampa vaticana ha affermato che la presenza di Brito in Vaticano risponde a un quadro di cooperazione internazionale tra gli organismi di indagine dei due Stati nel processo contro monsignor Wesolowski.
Va detto che Wesolowski è ancora chiamato monsignore per la garanzia della giustizia vaticana sulla presunzione di innocenza fino a prova contraria, per il fatto che Wesolowski ha avanzato un ricorso di revisione del suo caso alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Si tratta della revisione dell'ultima condanna che lo riduce allo stato laicale.
Padre Lombardi ha reso noto che la visita di Brito in Vaticano è utile alle due parti anche per la complessità delle indagini contro Wesolowski e per la possibilità di una “rogatoria internazionale”, ovvero una comunione tra tribunali di Paesi diversi per la pratica delle questioni giudiziarie, fatto che aiuterebbe il Vaticano ad “acquisire ulteriori elementi” o prove.
A che punto è il giudizio?
La Magistratura dello Stato del Vaticano ha portato avanti le indagini e ha condotto un primo interrogatorio dell'imputato. Il portavoce vaticano ha affermato che sono scaduti i termini per la custodia preventiva e che si tiene conto delle condizioni di salute di monsignor Wesolowski.
La giustizia vaticana gli ha quindi concesso “una certa libertà di movimento, ma con obbligo di permanenza all'interno dello Stato”. Il presule è anche “soggetto a opportune limitazioni nelle comunicazioni con l'esterno”.
Il procuratore generale dominicano ha incontrato anche monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato del Vaticano.
L'arresto di monsignor Wesolowski, il 29 settembre, è stato “conseguente alla volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”, ha spiegato in quell'occasione padre Lombardi.
La libertà controllata e limitata di Wesolowski per via delle sue condizioni di salute, ha confermato il portavoce vaticano, è stata stabilita in accordo con l'alto rappresentante della giustizia della Repubblica Dominicana.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]