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L’amore per sempre, spiegato dal ragazzo che non ha risposto al telefono a papa Francesco

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Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia - pubblicato il 03/12/14
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Intervista a Ignacio Ibarzábal, che di recente ha incontrato il pontefice per parlare di giovani, valori e matrimonio

Ignacio Ibarzábal è un giovane avvocato argentino che alcuni anni fa, quando papa Francesco era arcivescovo di Buenos Aires, gli aveva chiesto un'udienza con una lettera. Un giorno del 2010, il cardinale Jorge Mario Bergoglio gli ha telefonato per fissare un appuntamento. Ignacio non ha risposto perché non ha sentito la telefonata durante un incontro con alcuni amici prima di una partita dell'Argentina ai Mondiali del Sudafrica.
La storia non finisce qui. Nel 2014 è arrivata un'altra telefonata, stavolta per andare in Vaticano. Ignacio, presidente della Fondazione Grupo Sólido, è stato invitato a partecipare a novembre (dal 17 al 19) al congresso interreligioso Humanum sul matrimonio e la famiglia, organizzato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Grupo Sólido è un movimento giovanile impegnato a cercare soluzioni alla frammentazione familiare attraverso quello che viene definito “l'amore solido”, diventato un motto per il suo lavoro in America Latina.

Ignacio, 29 anni, nato a Buenos Aires, ha rappresentato in Vaticano la voce dei giovani con una testimonianza sul tema “Educazione globale nell'amore” di fronte alla “crisi dell'unione” nelle relazioni familiari.

Ignacio ha raccontato ad Aleteia la sua esperienza in Grupo Sólido, che lavora solo su temi pro-famiglia, chiarendo che non è un'organizzazione religiosa, anche se si promuovono “gli stessi ideali partendo da una visione sociale”.

Come mai non ha risposto a una telefonata dell'arcivescovo Bergoglio?

Ho avuto la possibilità di conoscere Bergoglio in un'udienza quando era arcivescovo. Io stavo viaggiando negli Stati Uniti con la nostra Fondazione che faceva i primi passi, e in una riunione a Washington George Weigel (biografo di Giovanni Paolo II) mi chiese se avevo parlato con i referenti della Chiesa argentina.

Visto che la nostra organizzazione non è religiosa non lo avevo mai fatto, ma dopo quella raccomandazione scrissi a Bergoglio chiedendogli un'udienza. Alcuni giorni dopo mi chiamò personalmente per fissare un appuntamento, ma io non risposi perché stava per iniziare una partita dei Mondiali del 2010.

Poi l'ho chiamato e per fortuna sono riuscito a incontrarlo. Ciò che conservo di quell'incontro è l'umiltà che ora dimostra come papa. Quando mi ha ricevuto è stato molto gentile, e sono rimasto colpito dalla sua semplicità.
 

Laboratorio della Fondazione Grupo Sólido con le madri in un centro della Fondazione Conin a Mendoza sulle sfide per la maternità in contesti avversi.

Com'è nato l'interesse personale per la difesa della vita e del matrimonio?

Il mio interesse per la promozione dell'“amore solido” è nato dalla riflessione con vari amici durante il periodo universitario sulla frammentazione familiare e il dolore personale e l'indebolimento sociale che questa comportava. Vedendo che era un problema e che potevamo fare qualcosa per risolverlo, abbiamo deciso di metterci a lavorare su questo progetto.

Perché un giovane avvocato non si dedica alla crescita professionale e a seguire obiettivi personali?

Pur essendo avvocato, attraverso Grupo Sólido ho scoperto che la mia vocazione oggi è promuovere i valori familiari tra i giovani. La mia carriera professionale è questa e non potrebbe essere più appassionante. Sono molto grato per il fatto di poter concentrare tutti i miei sforzi su questo progetto, perché vedo che il nostro lavoro è fecondo.

Nell'Aula di Sinodo Vaticano ha parlato dei volti concreti della frammentazione familiare e del disincanto dei giovani nei confronti del vincolo matrimoniale…

Sì, un'amica di vecchia data mi ha chiamato per andare a prendere un caffè. Quando ci siamo incontrati mi ha raccontato, con dolore evidente, che non sapeva se sposarsi o no. Da un lato ha una certa aspirazione a farlo, ma dall'altro ha visto in prima persona il fallimento del matrimonio dei suoi genitori e non vede nemmeno vantaggi pratici.

Mi ha detto una cosa che mi ha colpito: “Sento che il matrimonio distrugge tutto ciò che tocca”. Questo rappresenta una grande sfida per noi giovani.
 

Nel Programma di Intrattenimento annuale della Fondazione Grupo Sólido, in cui i giovani si uniscono per lavorare per diminuire la frammentazione familiare e i suoi effetti.

 

Siamo tentati di perdere la speranza nel fatto che le relazioni possano funzionare. Per questo ci proponiamo di concentrarsi sull'essenziale del matrimonio per comprendere che non si tratta di una formalità ma di un impegno, significativo e possibile, per la nostra vita.

Il 25 novembre, papa Francesco ha parlato al Parlamento Europeo di Strasburgo di un necessario dialogo intergenerazionale per cambiare le cose in Europa. Come si applica questo alla difesa dell'amore solido in America Latina o in Argentina?

Anche in America Latina è necessario il dialogo intergenerazionale. Oggi convivono tre fasce di età molto varie. In primo luogo ci sono gli anziani, che hanno vissuto un'altra cultura delle relazioni. A volte vivevano con ipocrisia, ma c'era anche impegno e le cose duravano.
 

Celebrazione della Giornata della Famiglia, evento popolare al quale hanno assistito oltre 2.000 persone, organizzato dalla Fondazione Grupo Sólido con il sostegno del Comune di San Miguel nella provincia di Buenos Aires, per promuovere in modo simbolico il valore di ogni famiglia.

C'è poi la generazione dei nostri genitori, che è quella in cui si è persa la cultura dell'unione, si è cercata una maggiore autenticità e a volte si è ottenuta; ma le relazioni sono fallite, e questo lascia ferite nella nostra generazione.

In terzo luogo ci siamo noi giovani, e quanto detto ci pone una grande sfida: possiamo assumere la ricerca di autenticità e armonia dei nostri genitori e, allo stesso tempo, rivalorizzare l'impegno dei nostri nonni. Abbiamo molto da imparare da entrambe le generazioni, e sicuramente abbiamo bisogno di loro.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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