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Ognuno porta con sé i segni del proprio passato

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Il Timone - pubblicato il 30/11/14
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Anche il benedettino Bobby Love, a parte i piercing ovviamente…
Sei anni fa una moto si fermò davanti all’entrata del monastero benedettino di Mount Angel, in Oregon, Stati Uniti. Scese un uomo con abiti di pelle nera, capelli rasta, braccia e collo tatuati, piercing alle orecchie. In pochi avrebbero immaginato che di lì a poco quel biker dall’aspetto non proprio devoto sarebbe diventato un membro esemplare della fiorente comunità religiosa (una cinquantina i monaci attualmente).
Fratel Andrea, Bobby Love al secolo, quando prese l’abito di san Benedetto chiese di poter cancellare i tatuaggi. Ma l’abate dom Vincent gli suggerì di tenerli e così lui ha fatto. 

Sono in fondo il segno di una vita redenta e della misericordia di Dio.

Bobby è nato in Texas in una famiglia cattolica, padre imprenditore e madre pittrice. Dopo essere stato cinque anni nell’esercito e aver combatutto nella prima guerra del Golfo, è uscito dal mondo militare con il desiderio di diventare un artista, seguendo le orme della madre. E’ diventato un tatuatore di successo, guadagnando bene ma ritrovandosi in una spirale a scendere, tra alcol, droghe, matrimoni bruciati, rabbia e insoddisfazione. Fino a quando, un giorno, si è aggrappato a Cristo, alla fede dell’infanzia, per non precipitare definitivamente nel baratro. Nel 2006 è si confessato, 25 anni dopo l’ultima volta, ed è ridiventato cattolico. Maturando poi il desiderio di consacrarsi a Dio. 

E’ tornato anche ad essere un artista, curando il ricco museo del monastero e dipingendo icone.

Qui l’originale

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