La storia di come l’autore di Narnia si innamoròC.S. Lewis, detto “Jack”, nasce il 29 novembre di 116 anni fa. Seppur anglicano, ogni cattolico nerd che si rispetti non può non confrontarsi con (ed amare *-*) questo straordinario ateo convertito (non so se si capisce che LO AMO FOLLEMENTE), autore non solo delle più celebri “Cronache di Narnia”, ma soprattutto di molti scritti che seguono al linea dell’apologetica (i neo convertiti su questo genere spaccano). Tutti conoscono più o meno la storia della sua bellissima amicizia con Tolkien. Pochi però sanno della sua storia d’amore con Joy Davidman.
Sopreso dalla Gioia
Questo libro autobiografico di Lewis parte dalla sua infanzia ed attraversa tutta la sua vita fino alla metà degli anni ’50. Per tutto il testo Lewis mostra la sua disperata ricerca di quella gioia bellissima che a tratti riuscirà a gustare, come quando da bambino suo fratello costruì un minuscolo giardino artificiale nella scatola di biscotti. Sarà proprio questo il primo impatto di gioia che Lewis ricorda:
La gioia lo sorprenderà anche a distanza di anni nella sua vita, e lui proverà sempre ad afferrarla senza riuscirci, ma sarà proprio questo “nascondino” che farà capire a Lewis che la gioia non la si possiede, non siamo mai noi a scovarla…è sempre lei che scova noi, è
(Vedi articolo “I Fantasy e la Gioia: C.S. Lewis“)
C’è una frase di Doctor Who, precisamente dell’undicesimo dottore, che mi è sempre piaciuta tantissimo:
E la storia di Clive Staples Lewis è una storia non solo sorpresa, ma segnata dalla Gioia.
Joy
Helen Joy Davidman è una scrittrice e poetessa americana, di origini ebraiche, cresciuta però nell’ateismo. Durante la Grande Depressione in seguito a varie difficili vicissitudini, decide di aderire al Partito Comunista Americano. Insomma sul curriculum possiamo dire che non si era fatta mancare niente XD. Nel ’42 si sposa con lo scrittore William Lindsay Gresham, conosciuto proprio tramite il partito comunista, dal quale avrà due figli David e Douglas. Il loro sarà un rapporto travagliato per via della dipendenza di Gresham dall’alcool con episodi di violenza, e delle sue ripetute infedeltà. Sarà proprio durante una di queste crisi che Joy affermerà:
Dopo essersi riappacificata col marito, inizieranno un percorso religioso. Inizialmente lei studierà le sue radici ebraiche, passando poi ad approfondire tutte le religione. La cosa che mi commuove (ed anche sorprendente) è che questa sua ricerca religiosa alla fine la porterà a dire queste parole:
Fu da qui che la coppia iniziò a frequentare la chiesa Presbiteriana, e ad accostarsi alle opere di Lewis.
Joy e Jack: galeotto fu il libro
Purtroppo il riavvicinamento da parte del marito ebbe vita breve. Tornò presto ai suoi vizi ed iniziò a coltivare un interesse per pratiche esoteriche come i tarocchi e gli I Ching. Questo portò i due a distaccarsi sempre più divenendo praticamente estranei. Joy inizierà nel frattempo una corrispondenza epistolare con Lewis. C’è un filo conduttore che unisce i due in maniera quasi spudorata. Joy lesse da bambina “Phantastes” (in italiano “Le fate dell’ombra”) di George McDonald, lo stesso libro che in qualche modo costituì una svolta nella ricerca di Lewis della “Gioia”, e sulle vicende di questo libro lei affermerà che “hanno sviluppato in me un gusto permanente per la fantasia, che mi ha portato anni dopo a C.S. Lewis, che a sua volta mi ha portato alla religione. ”
La prima dei due ad innamorarsi fu proprio Joy, di fronte ad un Lewis forse troppo poco avvezzo a storie sentimentali per accorgersi della cosa. Ebbene sì, la povera Joy passerà dalla sindrome della crocerossina, al peggiore incubo umano: la Friendzone. Dirà il fratello di Jack, Warren che:
La cosa se vogliamo “esilarante” sarà che Lewis se la sposerà pure, con rito civile, ma per semplice amicizia (povera Joy XD) per evitarle di venir cacciata dall’Inghilterra per via del visto scaduto (difatti nel frattempo dopo il divorzio si era trasferita lì coi figli, della quale istruzione provvedeva Lewis stesso al posto del padre).
Amare vuol dire essere vulnerabili
Immagine da: lapidary apothegms
La Friendzone di Joy sarebbe potuta durare per sempre, se non fosse che nell’ottobre del ’56 si romperà la gamba sinistra inciampando sul filo del telefono (santo filo direbbe Robin!). Sarà proprio dopo questo spavento che Lewis realizzerà il dolore all’idea di perderla. Joy verrà portata all’ospedale, ma purtroppo il problema non sarà la gamba rotta: le verranno diagnosticati un incurabile tumore osseo ed un altro tumore al seno. Lewis per questo scriverà ad un amico:
Lo confesso: dopo aver letto questa frase ho pianto ç___ç
Tornando a dove eravamo rimasti, il rapporto tra i due finalmente cambia (uscire dalla Friendozone si può -magari senza finire all’ospedale o ammalarsi XD), tanto che decidono di risposarsi in chiesa, il 21 marzo del 1957andando a vivere insieme a The Klins, l’abitazione di Lewis ad Oxford. Purtroppo qualche anno dopo, a seguito di un’iniziale recessione del cancro, Joy nel marzo del ’60 scoprirà di non rispondere più alle cure. Ad aprile Lewis decide di portare Joy in vacanza in Grecia, posto che da tutta la vita sperava di vedere; al ritorno dal viaggio le sue condizioni peggioreranno drasticamente. Dopo tre anni di matrimonio, muore il 13 luglio 1960.
Diario di un dolore
H./Joy durante la malattia
Lewis scriverà questo libro, “Diario di un dolore” sotto pseudonimo. Raccoglie i suoi pensieri, le sue emozioni, la sua sofferenza per la morte di H. (così la chiama nel testo). Lo so, state con le lacrime agli occhi chiedendovi “alla faccia della gioia” XD Ma in realtà se guardate, fin dall’inizio questa parola è stata la traccia della vita di Lewis ed, a mio parere, della sua santità. Lewis ha seguito il suo filo rosso fino alla fine, da quel giardino da bambino, fino a Joy, l’amore della sua vita, un amore che sembra esser giunto tardi, ma che forse è giunto proprio nel momento giusto. Forse è proprio da questo dolore che Lewis farà il salto di qualità nella fede:
Esattamente come la “Gioia” di cui parla nel suo libro autobiografico, Joy è comparsa nella vita di Lewis per poco tempo, sfuggendole alla fine dalle mani. La Joy in carne ed ossa conduce, come la gioia tanto ricercata dal Lewis della giovinezza, verso il suo punto di origine più profondo, verso Dio. Questa perdita metterà alla prova la fede di Lewis ma allo stesso tempo la purificherà.
Se vi siete appassionati a questa storia sappiate che esiste un film dell’85 Viaggio in Inghilterra (Shadowlands in inglese) con Anthony Hopkins nei panni di Lewis. In realtà non so se isa bello o meno, lo devo ancora vedere (tanta vergogna su di me, lo so).
Concludo lasciandovi crudelmente con questo testo sul suo matrimonio che credo farà aggiungere svariati litri ai lacrimoni di prima. Perdonatemi, ma è uno dei miei preferiti, e non potevo non citarlo! E con questo brano voglio ringraziare da quaggiù Clive Staples Lewis per la danza meravigliosa che è stata tutta la sua vita, che non ho dubbi: a me ha davvero trasmesso una gioia immensa =’)