Un artigiano pugliese lotta per l’ideologia gender con una etichetta gay-friendly delle sue birre
Si produce in Puglia, a Leporano in provincia di Taranto, la prima birra ‘gay’ in Europa: si chiama ‘Idem’ e con le sue etichette e con i soldi ricavati dalla vendita sollecita la discussione sull’omofobia e sui diritti delle persone lgbt (acronimo che sta per gay, lesbiche, bisessuali e trans, NdR) (La Gazzetta del Mezzogiorno, 21 novembre).
La birra artigianale è prodotta da un anno: l’iniziativa è di Espedito Alfarano, di 45 anni e di sua moglie. Nel piccolo birrificio lavorano una manciata di persone, alcune delle quali sono dichiaratamente omosessuali (Ansa, 21 novembre).
La notizia sarebbe banale in sé, in fondo ognuno lavora per quello che vuole e per chi pensa sarà la sua clientela, se non fosse che la notizia viene abilmente trasformata in ideologia da Repubblica Bari che spiega la stessa storia così: “Se Barilla intende rivolgersi solo alla famiglia tradizionale, la discriminazione può valere anche al contrario. Perché in Puglia esiste un birrificio che assume solo ‘dipendenti omosessuali dichiarati’”. Siamo già alla guerra ideologica, ma se rileggiamo l’Ansa scopriamo che così non è.
Espedito Alfarano vuole promuovere gli identici diritti degli eterosessuali per il mondo lgbt: non ci aspettiamo che il birraio tenga conto di tutte le implicazioni, ma che giornali e politici trattino con serietà il problema magari sì. Così come – ma ripetiamo è legittimo – l’eco della notizia porterà fortuna all’artigiano pugliese che magari vedrà comprata la sua birra per le feste e i circoli omosessuali di tutta Italia. E’ il mercato, bellezza, e va bene così, ma non diteci che è per i diritti…