La somma era stata posta sotto sequestro nel 2010
Dopo quattro anni, stanno per rientrare Oltretevere i 23 milioni di euro all’origine dello scandalo che ha travolto lo Ior.
SOTTO SEQUESTRO NEL 2010
La somma era stata posta sotto sequestro nel settembre 2010 sul conto dello Ior presso il Credito Valtellinese (ex Artigiano) per ordine della Procura di Roma (con indagine nei confronti dell’allora presidente Ettore Gotti Tedeschi, totalmente prosciolto a inizio 2014, e di Paolo Cipriani e Massimo Tulli allora direttore generale e vice direttore generale dell’Istituto) (Corriere della Sera, 18 novembre),
LA SVOLTA DELLA SANTA SEDE
Il sequestro preventivo, si rileva, "è stato revocato nel giugno 2011, sebbene i fondi siano rimasti vincolati a causa di irrisolte questioni connesse all’adeguata verifica, la cosiddetta ‘customer due diligence‘. Il rimpatrio dei fondi è stato ora reso esecutivo anche per effetto dell’introduzione da parte della Santa Sede, avvenuta nel 2013, di un solido sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, e di vigilanza" (Adn Kronos, 18 novembre).
COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE
Questo sistema, ricorda ancora la nota vaticana, "è stato riconosciuto dal Comitato ‘Moneyval’ del Consiglio d’Europa nel dicembre 2013. La Santa Sede ha inoltre rafforzato la sua collaborazione a livello internazionale con Paesi come Italia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito stipulando diversi accordi bilaterali. Lo Ior intrattiene rapporti con circa 35 banche straniere in tutto il mondo, mediante le quali esso effettua attività di tesoreria e servizi di pagamento globali al servizio della Chiesa".
SEGNALE IMPORTANTE
L’operazione è valutata dallo Ior, secondo quanto si apprende, molto positivamente. «Un segnale importante», lasciano trapelare dal Torrione Niccolò V, perché pur non trattandosi di una somma rilevante comunque la decisione riapre i canali di operatività con l’Italia (La Stampa, 18 novembre).