Una conferenza internazionale in Vaticano e un’udienza con Papa Francesco: la Chiesa solidale con il mondo dell’autismo
Incapacità congenita di stabilire contatti normali con le persone: è questa la diagnosi terribile dell'autismo, un disturbo comportamentale che secondo le statistiche più recenti colpisce nel mondo un bambino ogni 100-110. Un problema non da poco per le capacità dei genitori di affrontarlo e per gli equilibri delle famiglie a cui va dato un adeguato supporto spirituale e cure pastorali. E' per questo motivo che il Pontificio Consiglio per la pastorale della salute ha convocato in Vaticano, dal 20 al 22 novembre, la conferenza internazionale sul tema "La persona con disturbi dello spettro autistico: animare la speranza", presentata oggi alla stampa. All'incontro parteciperanno 650 persone di 57 paesi di tutti i continenti che sabato 22 saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco insieme a persone affette da autismo, alle loro famiglie e alle associazioni che operano in questo settore.
UNA SFIDA AL RIFIUTO SOCIALE
"Quasi una sfida" ha definito mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute la scelta del tema della conferenza a causa del misto di "ignoranza e diffuso rifiuto sociale" che circonda l'autismo e le altre diverse sintomatologie rientranti nei cosiddetti Disturbi dello spettro autistico (DSA o, utilizzando l'acronimo inglese, "ASD" – Autistic Spectrum Disorders). Non è la prima volta che il dicastero per la pastorale della salute se ne occupa perchè in passato ha preparato tre Messaggi in occasione della Giornata mondiale dell'Autismo, che si celebra il 2 aprile di ogni anno. E' necessario offrire un sostegno sia alle persone con DSA sia a chi se ne prende cura di fronte alle "innumerevoli difficoltà, a partire da quelle etiche, morali e spirituali, che affrontano". Per questo l'appuntamento in Vaticano che intende proporsi come "appuntamento autenticamente internazionale, a carattere medico-scientifico e pastorale" per permettere lo scambio di esperienze tra gli specialisti di questi disturbi e gli esperti a livello socio-assistenziale e pastorale di tutto il mondo. La principale finalità, ha chiarito mons. Zimowski, è "individuare e reperire gli strumenti più adatti alla cura anche spirituale di chi, direttamente od indirettamente, è colpito da un disturbo di tipo autistico" e, soprattutto "poter animare la Speranza, ridare lo slancio esistenziale anche a chi vive i casi più difficili, nonché per coloro – professionisti della salute, familiari, associazioni – che se ne prendono cura".
In questo senso va letta l'esposizione, nell'Aula Nuova del Sinodo sede della conferenza, delle opere di un pittore autistico di Taiwan, il signor Leland Lee, che è riuscito ad affermarsi come artista in ambito internazionale e che presenzierà all'evento.
PER NIENTE FACILE
E' davvero complesso rendersi conto delle difficoltà cui vanno incontro coloro che hanno a che fare con l'autismo, anche nell'ambito della stessa conferenza. In che modo, per esempio, organizzare l'incontro con Papa Francesco per rendere partecipi le persone superandone la condizione di isolamento? L'aiuto arriva dalle esperienze già maturate come quella degli artisti formatisi alla scuola Centro Europeo Tuscolano, fondato e diretto dal M° Giulio Rapetti Mogol che da anni lavora con gruppi di ragazzi autistici, in particolare con l’ippoterapia e la musicoterapia. Dopo un primo momento di preghiera e testimonianze, nell'incontro con Papa Francesco si darà spazio alla musica insieme ai cantanti Arisa e il gruppo dei Tazenda accompagnati da 60 componenti il Coro di Voci Bianche dell’Istituto Marymount di Roma che aiuterà anche i presenti ad una gestualità – darsi la mano seguendo un movimento ritmico – che è inconsueta nelle persone autistiche.