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«Aborto ed eutanasia, peccati contro il Creatore»

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Così il pontefice durante l’incontro con i medici cattolici ieri
Il 15 novembre 2014 Papa Francesco ha ricevuto i medici cattolici e ha pronunciato uno dei discorsi più forti del suo pontificato denunciando la procreazione assistita, l’aborto e l’eutanasia come espressione di una cultura che gioca e sperimenta con la vita, specie la più debole e indifesa.

La difesa della vita umana, ha detto il Pontefice, «coinvolge profondamente la missione della Chiesa». Essa non può rinunciare «a partecipare al dibattito che ha per oggetto la vita umana, presentando la propria proposta fondata sul Vangelo». Questa proposta oggi è avversata, perché per molti «la qualità della vita è legata prevalentemente alle possibilità economiche, al ‘benessere’, alla bellezza e al godimento della vita fisica, dimenticando altre dimensioni più profonde – relazionali, spirituali e religiose – dell’esistenza». Si tratta di un grave errore, perché «alla luce della fede e della retta ragione, la vita umana è sempre sacra e sempre “di qualità”. Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non c’è una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra». Soprattutto i medici devono ricordare che «la vita umana è sempre sacra, valida ed inviolabile, e come tale va amata, difesa e curata». E i medici cattolici devono rispettare «l’insegnamento del Magistero della Chiesa nel campo medico-morale».

In concreto, oggi, i medici cattolici si trovano di fronte a sfide e problemi di coscienza in tema soprattutto di procreazione assistita, di aborto e di eutanasia «Il pensiero dominante propone a volte una ‘falsa compassione’: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre». Di fronte a queste sfide, «la fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza».

La grande tentazione, ha detto il Papa, oggi è «sperimentare con la vita». «Ma sperimentare è male. Di ‘fare’ figli invece di accoglierli come dono… . Di giocare con la vita, lì. State attenti, eh?, che questo è un peccato contro il Creatore: contro Dio Creatore, che ha creato le cose così».

Papa Francesco ha ricordato l’obiezione secondo cui questi sono temi religiosi, e la Chiesa non dovrebbe interferire con le leggi degli Stati né potrebbe imporre la sua dottrina ai non cattolici. «No – ha detto il Papa – non è un problema religioso» e nemmeno «un problema filosofico. È un problema scientifico, perché lì è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. ‘Ma, no, il pensiero moderno …’ – ‘Ma, senti, nel pensiero antico, nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!’. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra, no? E questo è dire a Dio: ‘No, la fine della vita la faccio io, come io voglio’. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo». Un invito rivolto ai medici, ai politici e anche a qualche cattolico con le idee poco chiare.

Qui l’originale 

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