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Il dramma dei profughi chiama in causa le coscienze

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 07/11/14
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Papa Francesco incontra i vescovi amici del Movimento dei Focolari: “occorre globalizzare la solidarietà”. Sant’Egidio diffonde il listino prezzi Isis per compravendita prigionieriNel giorno in cui la Comunità di Sant’Egidio rende noti dei documenti, giudicati attendibili, con il listino dei prezzi stabiliti dall’Isis per la compravendita dei prigionieri schiavi in funzione di finanziamento del Califfato, papa Francesco torna sul dramma della persecuzioni dei cristiani e dei profughi in fuga dai conflitti.

Nell’udienza ai partecipanti al convegno ecumenico dei vescovi amici del Movimento dei Focolari sul tema “L’Eucarestia, mistero di comunione” che si è concluso il 6 novembre a Grattaferrata, papa Francesco ha incoraggiato il cammino verso l’unità dei cristiani per offrire “una testimonianza di fraternità” radicata sulla fede in Gesù al “nostro mondo travagliato”.

Parlare e agire da fratelli” è per Bergoglio un segno che tutti “possono facilmente riconoscere” ed è forse il primo modo per i cristiani di “rispondere alla globalizzazione della indifferenza con la globalizzazione della solidarietà e della fraternità”.

Tante sono le sfide che interpellano la “nostra coscienza di cristiani e pastori”, ha elencato il pontefice: “il fatto che in diversi Paesi manchi la libertà di manifestare pubblicamente la religione e di vivere apertamente secondo le esigenze dell’etica cristiana; le persecuzioni nei confronti dei cristiani e di altre minoranze; il triste fenomeno del terrorismo; il dramma dei profughi causato da guerre e da altre ragioni; le sfide del fondamentalismo e, dall’altro estremo, del secolarismo esasperato”.
 
Occorre cercare con “impegno rinnovato, costanza e pazienza” le vie che conducono all’unità “perché il mondo creda” e perché noi per primi, ha affermato Bergoglio “possiamo essere ricolmi di fiducia e coraggio”.
 
E di coraggio ce ne vuole molto quando l’orrore diventa visibile nero su bianco e incolonnato in cifre.
 
"Considerato che il tasso di cambio per un euro è di 1443 Dinari Iracheni – ha spiegato in una conferenza stampa l’ex portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti, oggi presidente del Comitato Diritti Umani della Camera dei Deputati appena tornato da un viaggio a Erbil, nel Kurdistan iracheno, con una delegazione della Commissione Esteri – un bambino o una bambina da 1 a 9 anni costa circa 140 euro, un po' meno di 200 dollari. E' la merce di maggiore valore. Sia yazidi che cristiani. Sotto i 50 euro la ‘merce’ di minore valore, le donne oltre i 40 anni. Prezzi intermedi, sotto ai cento euro, per le donne cristiane o yazide tra i 20 e i 30 anni e tra i 30 e 40 anni. E' una mostruosità che fa parte del genocidio e che accade mentre parliamo”.
 
La compravendita dei prigionieri schiavi è utilizzata con finalità di finanziamento del Califfato. La pena, in caso le tariffe non vengano rispettate, è capitale.
 
 
Di fronte all’emergenza umanitaria in atto, occorre subito un intervento che metta insieme “la risposta militare con una nuova strategia politica” perché un ritardo questo inverno “favorirebbe il progetto Isis di pulizia etnica e la scomparsa definitiva dalla regione dei cristiani, degli yazidi, dei turcomanni, delle minoranze sciite e di tutte le altre comunità religiose millenarie”.
 
Va attivato “un piano umanitario straordinario”, ha insistito Marazziti “come parte dell'impegno militare e politico internazionale”. Nel frattempo continuano le compravendite di schiavi prigionieri “senza pudore” da parte dell'Isis: “Non possiamo stare a guardare".
 
 
 
 
 

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