Bernardi (Federprivacy): strumenti limitati per il Garante, servono nuove leggi che ne amplino l’organico a disposizione
«Il nostro modo di vivere è radicalmente cambiato con le nuove tecnologie. La rete è utile ed efficace ma il prezzo che paghiamo in privacy è alto", tanto che l’Autorità per la privacy "è priva di efficacia". Lo ha affermato il segretario della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), monsignor Nunzio Galantino intervenuto in Campidoglio al Convegno dell’Aiart, l’associazione dei telespettatori cattolici.
«Non capisco a cosa servano questi enti inutili», ha detto mettendo in guardia dai costi e dalle insidie di Internet e invitando invece ad «abitare queste piazze virtuali senza battaglie di retroguardia, come una vera sfida educativa».
EFFICACIA LIMITATA
Nicola Bernardi, presidente di Ferderprivacy, concorda con la premessa del segretario della CEI. «Internet non è uno strumento dannoso, ma va usato con cautela», dice ad Aleteia. «La figura del Garante direi che non è abbastanza efficace rispetto a quanto servirebbe, perché deve sottostare a dei vincoli di legge che gli assegnano un organico molto limitato».
125 DIPENDENTI
Nel dettaglio i dipendenti sono 125 in tutto. Un decreto del Presidente della Repubblica ha consentito di far salite il numero di 25 unità perché inizialmente, nel 1996, quando fu istituito per legge, erano 100. «Ma era un’altra epoca dove carta, fax e telefoni erano gli strumenti prevalenti utilizzati per la comunicazione – evidenzia Bernardi -. Con la diffusione di Internet i problemi legati alla privacy si sono moltiplicati a dismisura».
400 ISPEZIONI
Con l’attuale organico a disposizione, il Garante per la Privacy riesce comunque ad essere un ente "anomalo". In primo luogo perché si autofinanzia con le attività che svolge e le sanzioni che commina. In secondo luogo perché riesce, con tutti i limiti di organico, ad effettuare circa 400 ispezioni all’anno. «Sono una goccia nel secchio, ma non ci sono le potenzialità per poter agire più efficacemente in termini quantitativi», rilancia il presidente di Federprivacy.
FIAMME GIALLE E CITTADINI
L’azione del Garante si sviluppa su due piani ispettivi semestrali, individuando le categorie più a rischio per la violazione della privacy. In questo semestre, ad esempio, la lente è puntata su call center e studi medici. Durante le ispezioni si avvale della collaborazione del Nucleo Privacy della Guardia di Finanza. «Il Garante – conclude Bernardi – interviene spesso anche su solleciti, segnalazioni, ricorsi dei cittadini che ritengono di aver subito una violazione della privacy. Tengo a sottolineare che sotto questo punto di vista ai cittadini viene quasi sempre data una risposta ed è proprio su queste sollecitazioni che il Garante predispone il piano ispettivo per il semestre successivo».