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Francesco espelle un sacerdote argentino condannato per pederastia

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Esteban Pittaro - pubblicato il 06/11/14
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Con la privazione di tutti i diritti dell’esercizio del ministero clericale, è la pena più dura del Diritto Canonico. Era stato scarcerato quest’anno
Il presbitero José Mercau, condannato dalla giustizia argentina per abuso sessuale di minori, è stato ridotto allo stato laicale da papa Francesco. Il vescovado di San Isidro, diocesi alla quale apparteneva il condannato, situata nella zona di Buenos Aires, ha indicato in un comunicato che “il Santo Padre ha decretato la dimissione del presbitero José Mercau dallo stato clericale. In virtù di questo decreto, ha perso automaticamente i diritti propri dello stato clericale, venendo privato di ogni esercizio del ministero sacerdotale”.

Si tratta della pena più dura prevista dal Diritto Canonico. Con il comunicato, il vescovado ha cercato di confermare la sua volontà di trasparenza e chiarezza a tutti i fedeli. Come ha ricordato il portavoce del vescovado, padre Máximo Jurcinov, “già nel dicembre scorso il vescovo aveva presentato una richiesta di perdono pubblico alle vittime”.

In quell’occasione, il presule, monsignor Oscar Ojea, aveva detto: “La comunità diocesana di San Isidro, e in modo particolare il vescovo e il suo presbiterio, chiedono pubblicamente perdono ai giovani che sono stati colpiti da questi comportamenti di un sacerdote della nostra diocesi, padre José Mercau, quando era parroco di San Giovanni Battista a Ricardo Rojas, nella municipalità di Tigre”.

“Le tracce lasciate dall’abuso sessuale nel futuro dei bambini e dei giovani non si possono calcolare. La loro vita affettiva resta compromessa nel più profondo dalla violazione della loro intimità”, aveva dichiarato il vescovo, spiegando “con chiarezza che questi atti sono in aperta contraddizione con la Parola di Dio e con il compito evangelizzatore che comunità e pastori portano avanti giorno dopo giorno”.

“La condotta di chi abusa ferisce anche tutto il Corpo di Cristo e incrina la fiducia. Questo male ci fa sperimentare un vivo dolore come membri della Chiesa”.

Mercau era stato condannato a 14 anni di prigione nel 2011 per i crimini dei quali si è dichiarato colpevole e che hanno avuto luogo nel 2005. Ad ogni modo, protetto da un beneficio che permette di uscire dal carcere, era stato scarcerato nel marzo di quest’anno. Si tratta della legge nazionale nota come il “due per uno”, norma per la quale si calcola come doppio ogni giorno in cui una persona rimane detenuta senza sentenza definitiva.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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