Al tormentone su Hallowen si può rispondere con piccole azioni che provocano domande in chi ci guardadi Assunta Steccanella
C’è poco da fare, le zucche vuote (non necessariamente di color arancio) in questo periodo vanno molto di moda. Se ne vedono un po’ ovunque, di tutte le fogge e i materiali. Al di là della diatriba pro o contro Halloween, non nego che la diffusione di questa prassi mi metta tristezza.
Chissà se qualcuno dei nostri ragazzi conosce il significato del ‘fare vigilia’ con cui un tempo ci si preparava ad ogni solennità importante: il giorno prima di Natale, il Venerdì e Sabato Santo, ma anche il giorno prima di Pentecoste o di Ognissanti, si partecipava alla Messa al mattino e poi si osservavano il digiuno e l’astinenza. Era quasi una sospensione dei ritmi consueti, un mettersi in attesa con tutta la persona, attraverso prassi che coinvolgevano anche il corpo fin nei suoi bisogni fondamentali, per ‘svuotarsi’ di quanto era superfluo, per essere accoglienti, davvero pronti a ricevere la Grazia speciale, dono di quei giorni.
È per questo che Halloween mi mette tristezza. Ma non sono la sola: pur con le motivazioni più diverse (dal timore di infiltrazioni maligne al laico rifiuto di una colonizzazione culturale) si moltiplicano le iniziative che tendono a ricordare l’autentico culto dei Santi. Noi come catechisti già da molti anni dedichiamo il mese di ottobre alla riflessione su queste figure luminose, lavorando sulle biografie di santi vicini nel tempo e, quando possibile, anche geograficamente. In fondo, però, i bambini da noi se lo aspettano, e sembra che il riflesso della nostra azione non sia così incisivo.
Oggi però ho scoperto attraverso un social network una proposta per me nuova. Il messaggio che ho trovato sulla mia home page in sintesi è questo:
"Metti la foto del tuo santo preferito sul tuo profilo di whatsapp e fb fino al primo novembre, festa di tutti i Santi! Ci saranno volti di Santi in ogni telefonino…"
Un’idea semplice: – Mi piace – ho pensato e, nonostante potesse sembrare irrilevante, l’ho fatto.
Non sono stata la sola. Santa Teresa, San Giovanni Paolo II, San Francesco sono comparsi uno dopo l’altro sulla mia home: è solo una casa virtuale, ma oggi ha avuto ospiti belli. Quello che è successo alla mia amica M. però merita una piccola riflessione. M. ha solo messo san Paolo Apostolo come immagine del profilo, senza spiegare il motivo. E la prima reazione che ha provocato nei commenti è stata un "Che succede???".
Mi ha molto colpito questo stupore. Forse allora è anche così che possiamo diventare incisivi, con piccole azioni che provocano domande perché conducono in una terra altra rispetto allo stagno dell’abitudine, danno da pensare, sono occasione di testimonianza.