A 20 anni dal restauro che ha restituito i colori originari di Michelangelo, nuovi impianti per la migliore conservazione delle opere d’arte nella Cappella SistinaGli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina non devono più temere l’affollamento dei visitatori che, occhi all’insù, percorrono con la costanza di un fiume la cappella più famosa del mondo per contemplare la visione terribile del Giudizio finale o l’incanto del soffio creatore del Padre che tende la mano al primo uomo in un abbraccio che si sfiora da cinque secoli. Le telecamere conteranno il numero di visitatori in entrata ed automaticamente verranno adeguati i flussi di aria e umidità dell’ambiente per garantire le migliori condizioni di conservazione delle opere d’arte. E’ solo una delle “meraviglie” tecnologiche sperimentate alla Sistina nella quale, a 20 anni dalla conclusione del restauro che ha restituito alla Volta e al Giudizio i colori originari di Michelangelo (8 aprile 1994), sono stati installati un nuovo impianto di climatizzazione e ricambio dell’aria e un nuovo impianto di illuminazione.
Per presentare i nuovi impianti e per fare il punto sullo stato di salute complessivo degli affreschi della Sistina a 450 anni dalla morte di Michelangelo (18 febbraio 1564), i Musei Vaticani hanno organizzato a Roma (30-31 ottobre) un convegno internazionale, “La Cappella Sistina venti anni dopo. Nuovo respiro nuova luce”, nel quale saranno rese pubbliche le indagini scientifiche e il complesso piano di manutenzione ordinaria e straordinaria che è messa in atto da tempo per la migliore tutela del monumento.
Per vedere gli straordinari affreschi di Michelangelo – ma anche di altri famosi artisti italiani del ‘400 come Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Pinturicchio – accorrono ogni anno circa 6 milioni di visitatori con un impatto imponente sullo stato di conservazione delle opere. Senza un intervento radicale il rischio era, come ha spiegato il direttore dei Musei vaticani Antonio Paolucci “quello di attivare un mix di umidità, di inquinanti, di anidride carbonica” che poteva costituire, con il trascorrere del tempo, “una deriva pericolosa” per la corretta conservazione delle pitture murali, “quei 2500 metri quadrati che fanno l’antologia artistica più importante del Rinascimento italiano”.
Per questo il nuovo impianto di condizionamento della multinazionale americana Carrier, estremamente avanzato in senso tecnologico ed efficiente per quanto riguarda il risparmio energetico, vanta una caratteristica di flessibilità che gli consente di conservare la temperatura ambientale ideale per gli affreschi qualunque sia il clima all’esterno e qualunque sia il numero di visitatori all’interno. Se il primo impianto di condizionamento installato sempre da Carrier nel 1993 era stato pensato per accogliere 700 visitatori in contemporanea, oggi – con un afflusso quotidiano di circa 20 mila visitatori – il sistema è progettato per poter gestire fino a 2000 persone per volta.
Per quella che è considerata la “cappella del mondo”, ha spiegato ancora Paolucci, era necessaria anche una nuova illuminazione “leggera e allo stesso tempo totale, non invasiva” senza “spot privilegiati su Michelangelo” ma capace di far comprendere tutto “l’immane catechismo figurato” che tre papi, Sisto IV, Giulio II e Paolo III, chiesero agli artisti di dispiegare sulle pareti.
Da oggi l’illuminazione è garantita da 7 mila Led che, tramite un sistema di illuminazione realizzato da Osram e finanziato dall’Unione europea, permette prestazioni di illuminazione più elevate che in passato, proteggendo allo stesso tempo le opere d’arte e riducendo il consumo di energia fino al 90%. Il sistema prevede due tipologie di illuminazione: una abituale per la volta e una di “gala”, studiata cioè per eventi particolari tra i quali, al primo posto, il conclave che porta all’elezione di un nuovo pontefice.
Nel “santuario della teologia del corpo umano” come definì la Cappella Sistina san Giovanni Paolo II, tutto è pronto per accogliere i visitatori di oggi e anche, come è stato spiegato, per potersi adattare alle necessità future. Così che in tanti possano accogliere l’invito di san Giovanni Paolo II nel Trittico romano:
“Stiamo sulla soglia del Libro.
Questo è il Libro delle Origini – Genesis.
Qui, in questa cappella lo ha descritto Michelangelo,
non con le parole, ma con una ricchezza
affluente di colori.
Entriamo, per rileggerlo,
passando di stupore in stupore”.