Agisce in Siria e si chiama Suttoro. L’uso delle armi per evitare gli assalti dei miliziani islamici
Con le armi, a difesa dei cristiani in Siria. Suttoro (protezione) è la milizia nata un anno e mezzo fa per proteggere i cristiani siriaci della provincia di Qamishli. Un reportage de Il Giornale (27 ottobre) racconta la vita di Suttoro.
MINACCIA ISLAMICA
In queste terre i cristiani vivono sotto la minaccia dall’Isis. La comunità un tempo contava 40mila persone ma si è praticamente dimezzata in soli due anni. Ecco perché, per contrastare la minaccia dei terroristi islamici e arginare l’esodo, è sorta una milizia armata e ben addestrata. Il suo compito è proteggere i quartieri cristiani, le scuole e i luoghi di culto.
PROTEZIONE AI CRISTIANI
«In siriaco, la nostra antica lingua, Suttoro significa protezione – racconta il numero due di Suttoro Dani Shimun a Il Giornale – proteggere è il nostro compito e qui vedete perché. Accanto a questa chiesa ci sono le nostre scuole, le scuole cristiane. Qui studiano i nostri figli e questo per l’Isis sarebbe un obbiettivo perfetto. Per questo ogni giorno chiudiamo la strada, interrompiamo la circolazione, non facciamo passare nessuno fino a quando l’ultimo bimbo non ha abbracciato i suoi genitori».
IL TEMPO DELLE PERSECUZIONI
Per Dani e per i cristiani siriaci di Qamishli è tornato il tempo delle persecuzioni. La situazione di Qamishli – all’estremo nord est della Siria – ricalca in parte quella di Kobane, la città curda sul confine turco assediata dallo Stato Islamico. Anche qui Ankara sbarra con reticolati e carri armati la frontiera distante non più di un chilometro dal centro città. E anche qui, a 600 chilometri da Damasco e ad appena 90 dal confine iracheno, il terrore è alle porte. La prima linea dello Stato Islamico passa per il villaggio di Tell Hamis, 15 chilometri più a sud. Tutt’intorno villaggi distrutti, case abbandonate e capisaldi di milizie curde arrivate come a Kobane a fronteggiare i folli della jihad.
AUTO DIFESA
Suttoro è nata come operazione di auto-difesa. I curdi hanno fatto un accordo con il governo siriano e combattono da soli i terroristi provenienti da Turchia e Iraq. «In mezzo siamo rimasti noi. Senza armi e senza milizie rischiavamo di far la fine dei cristiani di Mosul».
OPERAZIONE POLITICA
Ma è anche un’operazione dall’alto valore politico. Dietro Suttoro, fa capire Sargon Ibrahim, capo e fondatore della milizia, c’è l’intervento di Damasco. «I cristiani siriaci erano tradizionalmente divisi, all’inizio della cosiddetta "rivoluzione" molti di noi stavano con i ribelli. La nascita di una milizia capace di proteggere chi non vuole abbandonare queste terre ci garantisce appoggi e consensi».
FINANZATI DA DAMASCO
Secondo Il Giornale, il governo e le varie chiese fedeli a Damasco non hanno esitato a fornire il denaro e gli strumenti indispensabili per trasformare una semplice associazione di autodifesa in una milizia ben strutturata.