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Ora tutti in piazza

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Mario Adinolfi - La Croce - Quotidiano - pubblicato il 15/10/14
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“Repubblica” annuncia il ddl del governo sulle unioni gay con stepchild adoption inclusa
Ora il disegno è chiaro. Ora si capisce perché ieri tutte quelle paginate sulla "svolta pro gay" al Sinodo. Ve l’avevamo detto subito da queste colonne: occhio alla trappola, occhio che vogliono dividerci. Non immaginavamo che tutto si sarebbe consumato in 24 ore. Ieri Repubblica racconta all’Italia la falsità di una Chiesa pronta a legittimare le unioni omosessuali. Oggi Repubblica anticipa un ddl di iniziativa governativa per il matrimonio gay con la mera mascheratura lessicale del richiamo alle "civil partnerships": unioni civili tra omosessuali riconosciute, diritto alla reversibilità della pensione, diritto a adottare il figlio del partner (stepchild adoption) cioè legalizzazione dell’utero in affitto. Per capirci, la stepchild adoption è questo: il senatore del Pd Sergio Lo Giudice che s’è comprato un bambino in America sfruttando la condizione di bisogno di due donne (una fornitrice di ovulo, l’altra affittatrice di utero) pagate da un’agenzia specializzata che c’ha lucrato sopra, potrà dichiarare quel bambino figlio suo pur non avendo alcun legame biologico con lui, solo perché il legame ce l’ha il compagno gay che ha donato lo sperma per fecondare l’ovulo acquistato.

Repubblica fa tre pagine e un editoriale su questa novità. In ogni pagina si ripete ossessivamente che tutto questo orrore avverrà con il via libera della Chiesa e della Conferenza episcopale italiana. E che anzi la Chiesa è "più avanti", avete visto il Sinodo no? Tutti citano il Sinodo, tutti esperti di questioni ecclesiali. Lo cita Ivan Scalfarotto, lo cita Concita De Gregorio nell’editoriale di prima pagina a supporto, lo cita Francesco Bei nel pezzo che racconta la notizia. Bei fa di più. Cita i particolari. E parla di un baratto: cinquecento milioni alle famiglie numerose in cambio del via libera silenzioso della Chiesa e della Conferenza episcopale italiana al ddl sul matrimonio gay. Citiamo testualmente Repubblica: "Ai primi di settembre all’ambasciata italiana presso la Santa Sede, ai piedi dei Parioli, Renzi incontrò il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, il segretario del Sinodo Lorenzo Baldisseri e il presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco. E durante il pranzo annunciò la novità in arrivo, senza incontrare opposizioni. Del resto Papa Bergoglio stava già preparando la rivoluzione del Sinodo, dove l’apertura ai gay è risultata il piatto forte dell’assemblea".

Sia chiaro, non ci crediamo. Nulla può essere vero di quello che leggiamo. La strategia mediatica di prendere un foglio di lavoro come la "Relatio post disceptationem" del cardinale Erdo e spacciarla come nuova posizione pro gay della Chiesa ci è apparsa immediatamente in tutta la sua malafede e ne abbiamo dato immediatamente conto. Certo, ora ci aspettiamo una risposta chiara e ferma. Cominciamo a darla noi.

Questo giornale di laici, credenti e non, peccatori incalliti e quasi santi, nasce dall’esperienza associativa dei circoli Voglio la mamma che a partire da un piccolo libro hanno animato nel paese un dibattito in preparazione di questo temuto colpo di mano. Lo stesso hanno fatto tante altre realtà laicali, di credenti e non, di peccatori e quasi santi. E’ il tempo che tutte le persone di buona volontà si assumano le proprie responsabilità: una legge del tutto equiparativa, se non nel nome, dell’unione omosessuale rispetto al matrimonio è semplicemente inaccettabile. Con la stepchild adoption si va addirittura oltre il Mariage pour Tous che in Francia ha legalizzato il matrimonio gay, perché persino nella laicissima Francia quando si è trattato di dare il via libera all’utero in affitto si è sollevato tutto il popolo e migliaia di intellettuali di sinistra capitanati da Jacques Delors e Lionel Jospin si sono uniti all’indignazione popolare chiedendo con una lettera a François Hollande di fermarsi. La stepchild adoption è, lo ripetiamo, la legalizzazione dell’utero in affitto. Vai all’estero, ti compri un bambino, lo dichiara figlio proprio un partner, l’altro lo adotta. Vai in India (il discount dell’affitto degli uteri è lì) bombardi una povera donna di ormoni finché il suo ovulo non diventa grande come un chicco d’uva, glielo strappi in sedazione profonda con agoaspirazione, le molli una manciata di rupie, fecondi l’ovulo e lo infili nell’utero di una donna che per un’altra manciata di rupie te lo affitta. Lo avrà già affittato altre dodici, tredici volte: in India ci sono città intere che si basano sull’indotto degli occidentali che vengono a comprarsi i figli. La donna partorisce, immediatamente dopo il parto prima che il neonato si attacchi al seno, ti prendi il bambino che ti sei comprato, verifichi che sia tutto a posto altrimenti per contratto se ha problemi lo puoi lasciare lì come "prodotto fallato", te lo porti in Italia e te lo dichiari figlio tuo e adottato dal partner gay. Davvero l’idea di famiglia a cui il Sinodo ha dato il via libera può essere questa?

Per ora siamo alle indiscrezioni di Repubblica. Ma da subito ci mobiliteremo per un’iniziativa di popolo contro questa follia. Riteniamo che sia il tempo della mobilitazione dei laici, di tutte le persone di buona volontà. La protesta popolare contro una legge violenta come questa si fa un piazza. Ora, tutti in piazza. Con le modalità che valuteremo insieme e con spirito di unità, il popolo italiano contro la violazione della sua Costituzione e delle sue leggi, a difesa del diritto di famiglia e dei diritti dei più deboli a partire dalle mamme e dai bambini, si farà sentire.

FONTE: https://www.facebook.com/lacrocequotidiano

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