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Matrimonio cristiano? Bello e possibile

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 15/10/14
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Nei circoli minori del Sinodo si lavora sui contenuti del documento finale

Precisare, aggiungere, emendare: i dieci circoli minori, le cui sintesi saranno rese pubbliche domani, sono intervenuti sul testo della relatio post disceptationem (relazione dopo la discussione) del Sinodo sulla famiglia operando per una chiarificazione del testo per forma e contenuti. Lo hanno spiegato al briefing quotidiano nella Sala stampa della Santa Sede, mons. Joseph Edward Kurtz, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti d'America, il cardinale Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona e mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, rispettivamente moderatori i primi due e relatore l'ultimo, di un gruppo linguistico.

 

Il "come" i circuli minores abbiano lavorato di cesello sul testo della sintesi presentata lunedì scorso dal relatore del Sinodo, cardinale Peter Erdo, è stato reso evidente attraverso alcuni esempi. In linea generale, secondo Sistach, occorreva correggere "uno squilibrio" tra l'affermazione della bellezza del matrimonio cristiano e le situazioni difficili. "Affinchè i matrimoni siano felici e durevoli – ha affermato l'arcivescovo di Barcellona – è importante sforzarsi. Però alcuni matrimoni non riescono e quindi deve intervenire l'atteggiamento materno della Chiesa, ma non ci deve essere sproporzione tra l'attenzione alla prima realtà e quella alla seconda. La prima realtà, tra l'altro, riduce la seconda: più i matrimoni sono felici e meno ci sono divorzi".

 

Per mons. Kurtz, un altro sforzo da parte dei gruppi è stato fatto nella direzione di "collocare in modo chiaro le scelte pastorali nel collegamento con la Sacra Scrittura e la dottrina della Chiesa" e di riportare non solo le opinioni personali, ma "il risultato della consultazione avvenuta prima del Sinodo nelle diocesi particolari".

 

Sono stati, inoltre, aggiunti riferimenti a temi che non erano emersi nel dibattito in aula: "nel mio gruppo – ha raccontato mons. Fisichella – si è inserito il riferimento alle adozioni, non solo da parte delle famiglie cristiane, che sono testimonianza dell'amore gratuito delle famiglie" e si è insistito affinché "i processi di dichiarazione di nullità del matrimonio siano del tutto gratuiti perchè non ci possano essere sospetti di interesse economico da parte della Chiesa". Gli emendamenti, ha sottolineato Fisichella, hanno riguardato anche "singole parole": per esempio, la parola "alcuni" al posto di "numerosi" riferita al numero di padri sinodali che accolgono una certa "visione del dibattito".

 

Il che introduce il tema di "quanto" possa essere emendato il testo della relatio post disceptationem, questione sulla quale si è principalemente appuntato il fuoco di fila delle domande dei giornalisti, accusati nei giorni scorsi di non aver correttamente interpretato la natura del documento e di non avere sottolineato abbastanza che si tratta di un testo "work in progress" e non definitivo. La materia del contendere, in particolare, ha riguardato quelle che sono state titolate come "aperture" in tema di accesso ai sacramenti dei divorziati risposati e coppie omosessuali.

 

Gli intervenuti al briefing hanno escluso l'influenza di "lobbisti" espressione dei gruppi più conservatori: "tutti i padri sinodali – ha ribadito Martinez Sistach – hanno parlato con molta libertà, seguendo l'invito di Papa Francesco. Non ci sono stati condizionamenti di alcun tipo" e ha sottolineato come la preghiera del popolo di Dio, al Sinodo così come nella Sagrada Familia di Barcellona dove sono stati distribuiti tra i fedeli e i pellegrini 470 mila libretti con la preghiera del Papa per l'assise dei vescovi sulla famiglia, "sia utile per la libertà della Chiesa. Non la volontà dei gruppi deve essere espressa, ma quella di Dio".

 

Resterà il riferimento sottolineato nella relatio agli "elementi positivi" che possono cogliersi anche nelle delle situazioni irregolari? Anche qui almeno una precisazione: "solo il termine convivenza è ambiguo – ha affermato mons. Fisichella – perchè alcune sono aperte al matrimonio, altre non hanno il carattere della stabilità o della fedeltà". Gli elementi positivi, dunque, o i "semina verbi" che il Concilio indicava anche nelle altre culture, possono trarsi solo "nelle situazioni che rispettano la dignità della persona". Per quanto riguarda gli omosessuali – "gli omosessuali hanno tanto da offrire" alla comunita' ecclesiale afferma la relatio –, "nel circolo – ha affermato Fisichella – si è chiesto di affrontare la questione dall'ottica della famiglia per non andare oltre il tema del Sinodo". Occorre, quindi, prendere in considerazione "le famiglie dove ci sono figli e figlie omosessuali, lì l'atteggiamento della Chiesa deve essere di comprensione e accoglienza" e ancora di più verso"i figli degli omosessuali che chiedono i sacramenti: devono trovare un contesto di accoglienza senza alcuna discriminazione". Sulla possibilità del riconoscimento delle unioni gay da parte della legge dello Stato, "quando una società si trova a dover affrontare tematiche di questo genere – ha affermato mons. Fisichella -, deve farlo con metodo democratico e con un confronto in Parlamento, senza isolare nessuna posizione".

 

Ma sulla comunione ai divorziati risposati c'è una maggioranza di sì? "C'è un'idea di accoglienza – ha risposto mons. Kurtz -, ma anche la necessità di attento studio affinchè ogni sforzo sia basati sulla dottrina".

 

Il lavoro continua.

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