Un sondaggio pubblicato da Repubblica potrebbe non essere sufficientemente affidabile per affermarlo
Secondo l’ultimo sondaggio Demos per la prima volta gli italiani favorevoli al cosiddetto “matrimonio gay”, sono diventati la maggioranza del totale: 55%. A gennaio, secondo lo stesso istituto, erano il 41%. Ovviamente questa “notizia” è diventata l’apertura per diversi giornali e l’argomento più gettonato per portare avanti questo e altri progetti di legge (dal DDL Scalfarotto alla proposta della Cirinnà). Ma a ben leggere il sondaggio si vede innanzi tutto che il campione è davvero poco significativo, appena 1265 persone (e meno di diecimila intervistati) con un margine di errore decisamente alto, il 2.8% (si considera buono uno scostamento allo 0.5% o comunque sotto l’1%). Non un granché, eppure Repubblica (12 ottobre) ci fa titolone e la spaccia per rivoluzione dei costumi.
Eppure andando a spulciare analoghe inziative di giornali e istituti demoscopici non è la prima volta che si tenta di stiracchiare i dati, forzando le conclusioni. A Luglio ci aveva provato il Corriere della Sera a dare la botta che come riportava Il Foglio (7 luglio):
“Secondo un sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, che ne ha parlato domenica scorsa, in Italia c’è stata la svolta: “Il 78 per cento degli italiani si schiera per i diritti” delle coppie gay.”
eppure non sembra essere proprio così:
“A una lettura meno superficiale di quella incoraggiata dal titolo, scopriamo che la domanda alla quale risponde affermativamente quella schiacciante maggioranza è formulata in modo quantomeno ambiguo. Si parla di “stessi diritti” delle coppie etero e si specifica “ad esempio per l’eredità e l’assistenza in ospedale”.
Allo stesso modo si comporta anche il Fatto Quotidiano che – diversamente dalla larga maggioranza dei suoi lettori – continua a pontificare (è il caso di dirlo) sul diritto dei gay di sposarsi. Come si evince da i lettori da un sondaggio hanno affermato in netta maggioranza (66%) di essere contrari alle adozioni gay. Di questi, il 49% ritiene che “l’educazione di un un figlio richiede un padre e una madre”, il12% è contrario ma favorevole alle unioni civili fra omosessuali, mentre il 6% è contrario ma favorevole ai matrimoni fra omosessuali. Soltanto il 34% è favorevole alle adozioni gay. Un responso simile a quello apparso più volte sul sito web del “Corriere della Sera” (Informare per resistere, 6 ottobre).
Ma perché accade questo? La risposta, a voler essere “sospettosi”, viene dal portale “Pro Vita”:
“Il tempismo di Repubblica è alquanto sospetto: il risultato del mini sondaggio DEMOS sembra proprio una notizia lanciata ad arte per indorare la pillola dell’annuncio di Nitto-Palma (FI) in Commissione Giustizia, sulla prossima regolamentazione delle unioni civili anche tra persone dello stesso sesso”.
Vedremo se davvero il Governo si spenderà fino in fondo per questo provvedimento oppure, come sostengono in molti, si risolverà in un nulla di fatto o in un provvedimento molto ridimensionato rispetto alle attese. Nel frattempo cerchiamo di dare l’informazione più corretta possibile, senza titoli che significano qualcosa di diverso dal contenuto dell’articolo.