I raid aerei non fermano l’offensiva dell’Is
La richiesta turca di costituire una zona cuscinetto e di non volo al confine con la Siria non ha trovato spazio nei colloqui di ieri ad Ankara del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al tempo stesso, il Governo turco ha escluso un intervento solo delle sue truppe oltre frontiera a Kobane, dove le milizie peshmerga curde siriane resistono strenuamente all’offensiva del cosiddetto Stato islamico (Is), un’offensiva che i bombardamenti aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti non riescono a fermare. Questa mattina sono segnalati violenti combattimenti intorno al quarter generale delle milizie curde a Kobane.
Sull’ipotesi di costituire una zona di non volo al confine turco siriano c’erano stati alcuni appoggi occidentali, in particolare dalla Francia, ma una sostanziale frenata da parte di Washington. Ieri, tuttavia, ad Ankara si sono recati anche l’inviato speciale del presidente statunitense Barack Obama per la coalizione contro l’Is, John Allen, e il suo vice Brett McGurk. Il dipartimento di Stato americano ha riferito di colloqui costruttivi con gli interlocutori turchi, tra cui il primo ministro Ahmet Davutoğlu, riguardo agli sforzi per sconfiggere l’Is. In questo quadro, un team militare statunitense sarà ad Ankara la prossima settimana.
Il Governo di Damasco, da parte sua, ha sostenuto che un eventuale intervento turco oltre frontiera, al di fuori di un contesto deciso dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, equivarrebbe a un’aggressione. Anche il Governo di Mosca ha chiarito che ogni decisione riguardo a interventi in territorio siriano deve essere prima approvata dal Consiglio di sicurezza. Al momento, comunque, secondo il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, «non è realistico aspettarsi che la Turchia conduca da sola un’operazione terrestre».