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Le Sentinelle in piedi devono temere per la loro libertà?

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Aleteia - pubblicato il 09/10/14
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Reazioni e timori dopo gli episodi di violenza avvenuti durante la grande veglia nazionale
La violenza subita dalle Sentinelle in piedi il giorno della grande veglia nazionale (5 ottobre) ha acceso il dibattito sul web. Molti periodici si sono scagliati contro l’iniziativa definendo i pacifici manifestanti "omofobi" e "fascisti". Diversi partecipanti hanno scritto lettere ai giornali, non nascondendo i loro timori sul futuro della famiglia, dell’educazione e sulla libertà d’espressione fortemente minacciata dopo gli episodi di violenza.

Un articolo apparso su Internazionale (7 ottobre) reputa l’azione delle Sentinelle inquietante "Non che nessuno ne dubitasse, ma questa immeritata esposizione mediatica ha confermato che il livello intellettuale di queste persone è bassissimo. Il principale argomento contro il matrimonio egualitario che gli ho sentito ripetere nelle interviste è che “se fai sposare due uomini poi nulla vieta che qualcuno chieda di sposarsi con un maiale”. Le sentinelle in piedi sono un fenomeno inquietante, che non va sottovalutato."

Sul Giornale (7 ottobre) Marcello Veneziani scrive che «da una parte c’erano i cannibali, gli incivili, gli antidemocratici, gli omofobi» che manifestavano «inermi e silenziosi». Dall’altra c’erano «gli umanitari, i libertari, i civili, i democratici, gli omolatri, gli antifascisti, che li aggredivano, lanciavano uova e preservativi pieni d’acqua». Eppure sono le Sentinelle a essere considerate «dei mostri con manie sadomaso». Anche se quel che semplicemente tentano di difendere è la famiglia, la maternità, la vita; «Principi non offensivi né aggressivi ma d’amore e protezione. E sostenuti senza arroganza ma con educazione, parola cancellata nel gergo corrente e pratica dimenticata nei comportamenti degli Evoluti».

In un articolo dal tono ironico, Mario Giordano scrive sulle pagine di Libero (7 ottobre): «La regola in Italia è questa: se scendi in piazza in assetto di guerra, hai via libera per fare quello che vuoi. Se invece scendi in piazza da pacifico cittadino con un libro in mano, devi sloggiare. Non l’hanno ancora capito le Sentinelle? Già il fatto che vogliono stare fermi è sospetto: nemmeno una carica? Nemmeno un assalto? Nemmeno un salto doppio con lancio di petardo? Come si permettono?». «Ci sono parole che è vietato pronunciare: insulti? Minacce? Bestemmie? Cori contro la polizia? Ingiurie violente? Macché: le cose che non si possono dire sono “mamma” e “papà”».

Il giorno dopo le aggressioni, sulle pagine de il Foglio, Nicoletta Tiliacos, in un articolo che rende conto anche del successo della Manif pour tous in Francia, scrive: «Le Sentinelle in piedi pagano il fatto di opporsi – pacificamente, silenziosamente – alla proposta di legge Scalfarotto contro l’omofobia, che renderebbe reato anche solo sostenere che il matrimonio riguarda solo un uomo e una donna. A Bologna, a Napoli, ad Aosta, a Torino, a Rovereto, si è capito che i sostenitori dei nuovi diritti non vogliono saperne nulla del più antico e fondamentale: quello della libertà di espressione».

Ma queste “Sentinelle in piedi” sono, tecnicamente, degli intolleranti? Inizia così un articolo di Michele Fusco su il Fatto Quotidiano (8 ottobre) "Quella fissità determinata, ben piantata in una micro porzione di territorio, delinea l’orgogliosa “resistenza di cittadini – così recita il sito Sentinelleinpiedi.it – che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”. Ecco, vigilare. Verbo dal significato inequivocabile: “Sorvegliare, controllare, fare attenzione, badare…”. Sorvegliare che noi “libertini” si faccia giudizio? Dev’essere senz’altro questo l’orientamento più vicino alla realtà, queste sentinelle vogliono il nostro bene, desiderano che noi non ci si incammini per una strada sbagliata. Desiderano che noi ci si ravveda e ci si riscopra eterosessuali nel caso avessimo vezzi omo, mentre l’inverso ovviamente no, questo scientificamente è dimostrato che non può accadere, vero Sentinelle?" continua l’articolo "qui in realtà si lotta per l’altrui redenzione, forma moralistica un filo perversa che nasconde il germoglio dell’intolleranza." 

Quale sorte per le Sentinelle?
In una lettera al direttore Marco Tarquinio pubblicata su Avvenire (9 ottobre) emerge tutta la preoccupazione di fronte alla situazione che si è venuta a creare negli ultimi giorni "La riflessione che vorrei sottoporle però non riguarda soltanto l’immediato presente, cioè questi atti di violenta intolleranza, bensì il futuro che ci attende. Se sulla base di una legge in fieri, quella cosiddetta sull’omofobia, qualche manipolo di esaltati si sente autorizzato (e protetto) fino al punto di mettere in atto una tale raffica di insulti verbali e di attacchi fisici, cosa accadrebbe se mai il signor deputato (e sottosegretario) Scalfarotto riuscisse a vedere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il frutto del suo lavoro liberticida? Oggi ci tolgono di mano i libri che leggiamo in silenzio in piazza, ci offendono (ma noi ci siamo imposti di noi reagire), ci colpiscono e feriscono, domani, se davvero avessero fra le mani una legge del Parlamento italiano, da manipolare a piacimento di avvocati e giudici, quale sarà la nostra sorte?"

L’amore di mamma e papà
Quindi quale sarà il futuro di chi difende la famiglia e soprattutto la libertà? "Oggi, non solo l’Italia deve lottare contro un decreto che minaccia gravemente la libertà di espressione, la libertà di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni, finanche la fondamentale libertà di religione;" ma deve lottare soprattutto per "non privare i futuri bambini – i non nati – dell’unico amore gratuito che la vita regala, salvo tragici eventi, a ogni essere umano: quello di mamma e papà. A tutto questo si aggiunge che il tentativo disperato di sconfiggere la verità si sta armando non soltanto di potere “economico”, ma della forza della legge." (La Nuova Bussola Quotidiana, 8 ottobre)

 

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