Ha composto più di 500 brani, veri e propri inni dedicati al SignoreMarcello Marrocchi, trent'anni di attività, compositore di oltre 500 brani, noto per aver scritto tra le più belle canzoni di Mina, Gianni Morandi, Massimo Ranieri – tra cui Perdere l'amore – e veri e propri cult di sigle per cartoni animati come la celeberrima Ape Maia.
Ma è quando compone e scrive musica per il Signore che il cantautore romano dimostra una spiccata sensibilità e ispirazione. Ne sono prova – come ricorda A Sua Immagine (20 settembre) – i suoi sei Cd di musica religiosa, canzoni dedicate alla bellezza del Creato, alla presenza del Padre, all'amore che nutre per noi. Veri e propri inni di ringraziamento e di lode. Brani dedicati alle immense figure di madre Teresa di Calcutta e san Giovanni Paolo II, entrambi incontrati durante la sua appassionante carriera.
E infatti sono intensi e profondi i due brani che Marcello Marrocchi ha prodotto ispirandosi alla figura di san Giovanni Paolo II: “Il primo, Un uomo venuto da lontano, l'ho composto nel 1981, due giorni dopo l'attentato. Ricordo che prima di iniziare a farlo mi sono messo a piangere come un bambino, non potevo credere che avessero colpito in modo così violento una persona così buona; la canzone è stata poi cantata da Amedeo Minghi riscuotendo un grande successo. Poi nel 2000 ho ricevuto una telefonata da monsignor Sepe (responsabile del Grande Giubileo del 2000, ndr) il quale mi invitava a comporre un altro brano sui 50 anni di sacerdozio di Karol Wojtyla. Ho scritto Hai scelto me, la storia di un sacerdote che presta le sue mani, le sue labbra, il suo cuore a Dio”.
C'è poi stato l'incontro con madre Teresa, racconta il cantautore ad A Sua Immane, a cui dedicò la canzone Mamma Teresa facendogliela anche ascoltare di persona: “è stato allora che ho capito di trovarmi di fronte a uno scricciolo che rappresentava l'impero della Carità”.
Spesso i brani di Marcello hanno come tema le parabole dei Vangeli: “In questi racconti di Gesù – spiega il cantante – c'è davvero la nostra vita. Non esiste, infatti, dicotomia e contrapposizione tra fede ed esistenza. Non è possibile vivere senza cedere in qualcosa di più grande di noi. Senza Dio l'amore non ha giustificazione, non si può essere bravi da soli”.
Marrocchi è convinto che “ognuno deve dare testimonianza nel posto, nel luogo che Dio gli ha dato e in base a quello sarà giudicato. Ogni volta che scrivo un brano escludo la mia persona per lasciare posto alla verità del Padre Eterno. Dio, infatti, parla a tutti, basta solo saperlo ascoltare”.