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Uomovivo, l’avventura dell’esistenza

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 02/10/14
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Il 23 ottobre spettacolo sull’opera di Chesterton alla Sapienza a Roma
Uno spettacolo teatrale umoristico sull’omicidio, l’infedeltà, il furto, la follia, la verità e la bellezza della vita. Sullo sfondo, il rispetto dei comandamenti e la morale cristiana. Si intitola “Man Alive” ovvero “UomoVivo”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Gilbert Keith Chesterton, e andrà in scena il 23 ottobre all’Università La “Sapienza” di Roma. La partecipazione sarà libera e gratuita.

PROFONDITA’ E IRONIA
Portato in scena lo scorso anno in diverse città italiane, “Uomovivo”, ha riscosso ottimo successo di pubblico per la sua capacità di coniugare un alto valore tecnico con il merito della profondità e dell’ironia. Approda a Roma il 23 ottobre grazie all’iniziativa di un gruppo di studenti della Sapienza, promotori anche di alcuni incontri preparatori con studiosi, per introdurre e approfondire l’opera di Chesterton, figura molto cara a personalità quali Borges, Hemingway, Kafka, Arendt.

PERSONAGGIO SOPRA LE RIGHE
Protagonista dell’opera è Innocent Smith, un personaggio eccentrico e inquietante che piomba in un’anonima pensione inglese gettando nello scompiglio le vite abitudinarie dei suoi anonimi abitanti. Gira sempre con un revolver in tasca e viene accusato di aver compiuto delitti, rubato, aver più moglie. Tutte accuse che cadranno una dopo l’altra. Perché lui non è un assassino, ma una uomo che ama riconciliare la gente e trasmettere al prossimo la sua stessa felicità.

CICLONE SMITH
«La vita come un dono, i rapporti tra le persone come doni», è questo il messaggio che trasmette lo spettacolo sul testo di Chesterton, secondo il regista Otello Cenci. «Nella casa dove è ambientata l’opera, le relazioni tra chi vi abita sono ormai nulle, piatte, abitudinarie. La presenza di Innocent Smith causerà una sorta di sconvolgimento che permetterà ai protagonisti di riscoprire le passioni della vita e di riattivare quei rapporti che sembravano smarriti».

COME LO SPIRITO SANTO
Non è un caso, che la presenza dell’uomo è costantemente preceduta dal vento. «Come fosse il vento dello Spirito Santo», evidenzia il regista. Anche all’inizio dello spettacolo, prima che Smith entri nella casa che "rivoluzionerà", si avvertirà il soffio del vento, una vera e propria metafora del "ciclone positivo" in arrivo. «Lo spettacolo rilancia anche un altro aspetto – aggiunge Cenci – che è stato evidenziato più volte da Papa Francesco. Che la vita del cristiano deve essere lieta anche di fronte a tante difficoltà». E in effetti Innocent ne affronterà parecchie, ma grazie alla sua esuberanza, ironia, frivolezza, sarà in grado di superare anche gli scogli più alti.

L’ETIMOLOGIA DEL PROTAGONISTA
«Smith è un personaggio che parla già con il suo nome – sottolinea Paolo Pegoraro, critico letterario e studioso di Chesterton – “Innocent” rimanda all’innocenza, che non è ingenuità o mancanza di esperienza, ma l’atteggiamento di chi sceglie consapevolmente di fidarsi. “Smith” è invece un cognome inglese diffusissimo – un po’ come il nostro “Bianchi” o “Rossi” – e significa l’uomo comune. Smith è un uomo comune che sceglie di fidarsi di ciò che la vita gli offre. Si fida di ciò che c’è e rifiuta le eleganti fumisterie di chi vorrebbero sottrargli il sapore dell’esistenza. Smith si rifiuta “di morire finché è ancora vivo”… ecco perché il suo nuovo nome diventa “Uomovivo”».

CONTRO LE ROUTINE
Non è un uomo che rifiuta le regole, precisa Pegoraro, «ma è un uomo che dichiara guerra spietata all’abitudine, alla noia, alla tristezza, agli automatismi del pensiero, a luoghi comuni come “siamo nati per soffrire” e alle sue più raffinate formulazioni filosofiche».

NEL SOLCO DI PAOLO DI TARSO
L’avvocato difensore dirà che Smith “ha spezzato le consuetudini, ma ha conservato i comandamenti”. «Sembra di sentire Paolo di Tarso: “La legge uccide, è lo Spirito che dà la vita”. Molte volte ciò che del cristianesimo si rifiuta sono forme stantie perché ripetute fino allo sfinimento senza un’adesione esistenziale, cioè senza che si comunichi un’autentica novità da cuore a cuore… lo avvertiamo subito in chi ci parla».

IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO
E poi Smith «è un uomo della gioia, perché senza più paura – conclude Pegoraro – Ha imparato che talvolta bisogna frantumare le apparenze per recuperare il gioiello che ci nascondono. La gioia è sempre una rivoluzione. Lo dice con forza anche Papa Francesco: Evangelii Guadium! La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera. Quando siamo preoccupati di mantenere le apparenze… non sappiamo più che fine fa il nostro cuore. Smith ci insegna a usare la gioia come bussola per la nostra vita».

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