Un libro del vaticanista Aldo Maria Valli ripercorre l’insegnamento del pontefice su matrimonio e famiglia
Un agile libretto in cui l’autore raccoglie in una sorta di decalogo gli spunti più significativi e originali proposti da papa Francesco, un piccolo strumento per una sorta di “catechesi popolare” sul tema della famiglia.
Così si presenta “In famiglia con papa Francesco” (Àncora Editrice), in libreria da questo mercoledì, scritto dal vaticanista Aldo Maria Valli per far conoscere maggiormente l’insegnamento del pontefice su matrimonio e famiglia.
Che si tratti di descrivere i problemi della famiglia o di prospettare le soluzioni, sottolinea Valli, “da parte di papa Francesco c’è sempre un sano realismo”, “che emerge non solo nelle grandi decisioni, come il fatto di dedicare due riunioni mondiali dei vescovi alla famiglia, alle sue ricchezze ma anche alle sue difficoltà, ma anche nella predicazione al ‘popolo di Dio’”.
Il matrimonio, ha affermato il papa, “ci conduce nel cuore del disegno di Dio, che è un disegno di alleanza col suo popolo, con tutti noi: un disegno di comunione”.
L’immagine di Dio, scrive Valli, è senza dubbio la coppia matrimoniale, l’unione fra l’uomo e la donna. Questa immagine, ha indicato Francesco, dice innanzitutto che “siamo creati per amare, come riflesso di Dio e del suo amore”, e poi che è proprio nell’unione coniugale tra l’uomo e la donna che si realizza questa vocazione, “nel segno della reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva”.
Quando un uomo e una donna di uniscono in matrimonio, dunque, Dio “si rispecchia in essi”. Allo stesso modo, come indica San Paolo nella Lettera agli Efesini, negli sposi cristiani si riflette “il rapporto instaurato da Cristo con la Chiesa, un rapporto nuziale”.
Le tre caratteristiche dell’amore che Gesù nutre verso la Chiesa, la sua Sposa, sono la fedeltà, la perseveranza e la fecondità, che sono anche le caratteristiche di un autentico matrimonio cristiano, nel quale l’amore si declina soprattutto in due modi: come custodia reciproca e come fraternità.
“Mai allarmista, sempre fiducioso nella divina Provvidenza, ma consapevole della necessità di mettere bene a fuoco le nuove sfide”, osserva Valli, papa Francesco ha deciso di dedicare alla famiglia un cammino sinodale articolato: un sinodo straordinario (2014) e uno ordinario (2015), preceduti da un’ampia consultazione, attraverso un questionario, all’interno di tutte le realtà della Chiesa cattolica. “La prima tappa ha lo scopo di fare il punto sulla situazione, riunire le sollecitazioni arrivate e discutere le prospettive; la seconda si pone invece l’obiettivo di individuare nuove linee operative per la pastorale della famiglia”.
Le sfide sono grandi e complesse: “si va dalla rapida diffusione delle coppie di fatto (che in alcuni casi approdano al matrimonio, ma molto più spesso ne escludono totalmente l’idea) all’unione fra persone dello stesso sesso; dalla richiesta, da parte di queste stesse persone, di poter adottare figli ai matrimoni misti, fra persone appartenenti a culture e fedi diverse; dalla famiglia monoparentale (dov’è presente un solo genitore con figli) alla poligamia; dai matrimoni combinati (con tutto ciò che determinano specie per la donna, spesso ridotta a oggetto da vendere e acquistare) alle coppie che vivono lontane dalla propria terra a causa dei fenomeni migratori”. Sullo sfondo, “una mentalità sempre più pervasa dall’idea, specie nell’Occidente sviluppato, che non valga la pena impegnarsi per sempre, che la fedeltà sia un mito e che l’instabilità dei rapporti affettivi sia non una patologia ma la norma, e che come tale vada semplicemente riconosciuta”.
Un altro dato interpella la Chiesa direttamente: “l’individualismo, con le sue venature edonistiche, è ormai penetrato anche tra coloro che ancora, nonostante tutto, si dicono credenti”. Si è quindi in presenza di una fede che “in molti casi non solo scende facilmente a patti con la mentalità secolarizzata, ma considera naturale accogliere solo alcuni precetti e non altri, oppure reinterpretare le indicazioni dottrinali a seconda delle singole situazioni e degli interessi contingenti”.
Consapevole dei problemi, Francesco non si nasconde quando si tratta di denunciare gli attacchi a cui è sottoposta la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, ma in lui prevale sempre il desiderio di volgere la questione in positivo.
L’impegno di tutti, a cominciare dai pastori, dev’essere quello di “riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità”, ha affermato. “Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e di aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà, con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore”.
E nella vita coniugale, valgano sempre “tre parole magiche”: “permesso, grazie, scusa”. “Permesso: per non essere invadente nella vita dei coniugi. Grazie: ringraziare il coniuge; grazie per quello che hai fatto per me. E siccome tutti noi sbagliamo, quell’altra parola che è un po’ difficile a dirla, ma bisogna dirla: scusa. Permesso, grazie e scusa. Con queste tre parole, con la preghiera dello sposo per la sposa e viceversa, con fare la pace sempre prima che finisca la giornata, il matrimonio andrà avanti!”.