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Dobbiamo rafforzare la promozione della pianificazione familiare naturale

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Susan E. Wills - Aleteia - pubblicato il 01/10/14
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L’arcivescovo Joseph Naumann parla delle sue aspettative in vista del Sinodo sulla famiglia
Joseph F. Naumann, arcivescovo di Kansas City (Stati Uniti), è un sostenitore deciso e innovativo del rafforzamento del matrimonio e delle famiglie. Come sacerdote e come vescovo da ormai 17 anni, ha sottolineato, tra le altre cose, la giusta preparazione al matrimonio, la formazione alla pianificazione familiare naturale (PFN) e l’arricchimento dei programmi per le coppie sposate, oltre ad aver predicato e scritto ampiamente sulla saggezza e la bellezza dell’insegnamento della Chiesa cattolica sull’apertura alla vita. In vista del Sinodo straordinario sulla famiglia (5-19 ottobre), l’arcivescovo Naumann ha acconsentito ad essere intervistato da Aleteia sullo stato del matrimonio e dei programmi di PFN a livello diocesano, su ciò che bisogna fare per rafforzare il matrimonio e le famiglie e sulle sue speranze per il Sinodo.

In generale, cosa stanno facendo le diocesi cattoliche negli Stati Uniti per preparare le coppie al matrimonio e formarle nei metodi di pianificazione familiare naturale basati sulla scienza moderna?

Quasi ogni diocesi ha compiuto uno sforzo concertato a livello di preparazione al matrimonio. La Chiesa cattolica investe più tempo, energia e risorse di qualsiasi altro gruppo di fede negli Stati Uniti per aiutare le coppie a prepararsi non solo alla cerimonia nuziale, ma a una vita in cui mettere in pratica i voti matrimoniali. Non possiamo ad ogni modo essere soddisfatti o compiaciuti dei nostri sforzi, perché vediamo troppi matrimoni cattolici fallire, soprattutto nei primi anni.

La cultura influenza i nostri giovani cattolici con un atteggiamento tossico nei confronti degli impegni per tutta la vita e dell’amore di sacrificio. Nella nostra cultura, l’amore è ritratto come l’altra persona che mi dà piacere o mi realizza più che come una lotta per sacrificare quotidianamente la propria vita per il bene del coniuge. 

In particolare, bisogna rafforzare la nostra promozione della pianificazione familiare naturale. Sempre più diocesi stanno aumentando i propri sforzi in questo settore, ma l’insegnamento della Chiesa sulla generosità riguardo all’apertura alla vita è estremamente controcorrente. Dobbiamo motivare le coppie a sfidare le asserzioni e i pregiudizi culturali che dicono di rimandare il fatto di avere figli e/o di limitare il numero dei figli a un massimo di due. Sempre più diocesi stanno incrementando la componente della PFN per i loro programmi di preparazione al matrimonio. È essenziale che le coppie sposate che aiutano nei corsi di preparazione al matrimonio vivano l’insegnamento della Chiesa.

Può indicare qualche segno di speranza, qualche passo avanti compiuto negli ultimi anni?

Alcune diocesi hanno richiesto nella preparazione al matrimonio più che una semplice sessione introduttiva alla PFN. Qualche diocesi richiede che le coppie seguano un intero corso di PFN. Se è stata fatta resistenza di fronte a questo, le diocesi che hanno intrapreso questa via riferiscono che cinque anni dopo il matrimonio la grande maggioranza delle coppie pratica ancora la pianificazione familiare naturale. Nell’arcidiocesi di Kansas City, abbiamo la benedizione di avere una dottoressa che si è dedicata a diffondere la PFN. Ha una presentazione molto efficace sui più recenti dati scientifici sul cervello che riguardano l’impatto negativo della contraccezione su un rapporto di coppia. Un’alta percentuale di coppie di fidanzati, dopo aver assistito alla sua presentazione, intitolata “Una prescrizione per una vita lunga e felice”, ha scelto di seguire un corso di PFN completo.

Cos’altro deve essere fatto e perché?

La Chiesa deve incoraggiare e sostenere le coppie che si sforzano di vivere l’insegnamento della Chiesa sulla generosità nell’apertura alla vita. Le coppie che hanno più di due figli sono spesso derise, anche dai membri della loro parrocchia. Dobbiamo sottolineare nelle nostre comunicazioni la bellezza delle famiglie numerose, rimarcando la gioia di una vita familiare ben vissuta.

Una piccola cosa che sto facendo a Kansas City è offrire di battezzare il terzo – o oltre – figlio di una famiglia nell’arcidiocesi. Ogni mese, celebro il Battesimo dei bambini di queste famiglie come piccolo incoraggiamento a loro per sfidare i pregiudizi culturali per il modo in cui stanno vivendo il loro matrimonio. Anche se una coppia non sceglie di farmi battezzare il suo bambino, spero che questo piccolo gesto da parte mia le permetta di sentire il sostegno della Chiesa.

Cerco anche di sottolineare nella mia predicazione e nel mio insegnamento che la cosa più importante che la maggior parte della gente può fare per migliorare il mondo, cambiare la nostra cultura e rafforzare la Chiesa è vivere bene il proprio matrimonio e formare bene i figli. I matrimoni e le famiglie forti sono il risultato di migliaia di decisioni apparentemente insignificanti che mariti e mogli prendono per amare con sacrificio l’altro e i figli. L’opera più importante in cui ciascuno può essere impegnato è la formazione della generazione successiva, e questo è precisamente il ruolo dei genitori cristiani. La Chiesa deve aiutare le coppie sposate a comprendere l’importanza del loro matrimonio non solo per sé e per i propri figli, ma anche per la nostra Nazione e la nostra Chiesa. La famiglia cattolica è tanto importante per l’evangelizzazione quanto i missionari che vanno in terre straniere, perché trasmette la fede attraverso le generazioni.

La Chiesa ha anche bisogno di fornire più programmi di arricchimento del matrimonio per le coppie sposate. Questo è un altro modo in cui dimostriamo alle coppie l’importanza del loro matrimonio per la Chiesa. Durante l’Anno della Fede, nell’arcidiocesi abbiamo offerto molte opportunità di sperimentare un ritiro di un weekend per coppie sposate intitolato “Vivere nell’amore”. Più di 500 coppie se ne sono avvalse. Ho ricevuto molte espressioni toccanti di gratitudine da coppie che hanno condiviso come questi weekend abbiano rafforzato e arricchito la loro vita matrimoniale.

Cosa spera di veder emergere – riguardo alla preparazione al matrimonio e alla formazione alla PFN – nel Sinodo straordinario?

Spero che il Sinodo sarà in primo luogo un incoraggiamento a ogni coppia sposata per farle capire quanto sia importante il suo amore sponsale per la Chiesa. Questo Sinodo e il Sinodo ordinario che seguirà nel 2015 ci motiveranno come Chiesa a fare di più per preparare le coppie al matrimonio.

A volte nei nostri sforzi per formare bene le coppie abbiamo senza volerlo dissuaso alcune coppie dal celebrare il loro matrimonio in chiesa. Papa Francesco ci incoraggia ad accogliere le coppie, in qualsiasi stadio siano dell’accettazione della pienezza dell’insegnamento cattolico, e a custodire con cura l’opportunità di condividere con loro la bellezza dell’amore sponsale cristiano.

Purtroppo, molte delle coppie che vengono in chiesa per sposarsi non hanno avuto grandi modelli nelle proprie famiglie. Queste persone conoscono in prima persona alcune delle ferite e dei dispiaceri che il divorzio provoca alle coppie e ai loro figli. Spesso sperano che il loro matrimonio sia del tutto diverso, migliore.

Spero anche che il Sinodo aiuterà a ispirare più coppie che vivono l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e ne sperimentano la ricchezza a offrirsi volontarie per aiutare ad assistere le coppie di fidanzati. La Chiesa ci dà davvero una “Prescrizione per una vita lunga e felice”, dobbiamo solo comunicare meglio la nostra splendida visione della nobiltà dell’amore sponsale.

Nota biografica: L’arcivescovo Joseph F. Naumann, arcivescovo di Kansas City (Kansas), è stato ordinato sacerdote nell’arcidiocesi di St. Louis nel 1975. Nei successivi 20 anni è stato viceparroco e poi parroco in varie parrocchie dell’arcidiocesi, e per 11 di questi anni ha coordinato il ministero pro-vita arcidiocesano. In questo periodo ha anche istituito il Ministero Post-Aborto Progetto Rachele nell’arcidiocesi di St. Louis. In seguito, è stato per nove anni vicario generale e per sei vescovo ausiliario e amministratore dell’arcidiocesi di St. Louis, prima di essere nominato arcivescovo coadiutore di Kansas City nel gennaio 2004 e aver assunto l’incarico di arcivescovo un anno dopo. Da 15 anni è membro attivo del Comitato della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) per le Attività Pro-Vita, e ha fatto parte anche del Comitato su Laici, Matrimonio, Vita Familiare e Gioventù.

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Susan E. Willsè un redattore specializzato in spiritualità dell’edizione inglese di Aleteia.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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