La prima udienza il 27 settembre. Sarà aperta al pubblico e chiunque lo desideri potrà partecipare
Il 27 settembre alle ore 16 presso la Parrocchia La Resurrezione di Rimini – di cui è stato parroco per 32 anni – inizia il processo di beatificazione per don Oreste Benzi. La prima udienza è aperta al pubblico e chiunque lo desideri può partecipare.
Presiederà il Vescovo di Rimini Mons. Francesco Lambiasi. All’inchiesta pubblica si è arrivati in seguito al vaglio, da parte dei periti teologi, di tutti gli scritti di don Oreste, editi e inediti, e dopo che un’apposita Commissione ha concluso la ricerca dei materiali storici e ha compiuto la verifica documentale degli scritti.
Per l’occasione la chiesa si trasforma in una vera e propria aula di tribunale. Lo scopo dell’inchiesta è passare a setaccio puntigliosamente la vita della persona per verificare se sia stata un esempio di santità per i fedeli ‘alla sequela di Cristo’.
In questa prima seduta giureranno tutti gli Officiali dell’Inchiesta: il Giudice (dovrebbe essere il Vescovo, ma, come generalmente succede, ha nominato un delegato, don Giuseppe Tognacci), ilPromotore di Giustizia (il cosiddetto avvocato del diavolo, padre Victorino Casas Llana) e iNotai, che sono due per l’alto numero di testimoni. Giureranno anche la postulatrice della causa, la teologa Elisabetta Casadei e il vicepostulatore Monsignor Fausto Lanfranchi.
Agli atti della prima udienza si aggiungeranno gli atti della causa già compiuti e tutto il materiale già raccolto: i documenti presentati al Vescovo dalla postulatrice, che testimoniano la fama di santità e di segni di don Oreste. Verranno consegnati inoltre i documenti di nomina della postulatrice e del vicepostulatore, il libello di domanda, il parere positivo della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, l’Editto con cui il Vescovo ha aperto la causa. E ancora, la lettera del Nulla Osta della Santa Sede e tutti i decreti di nomina degli Officiali dell’inchiesta, i decreti di nomina dei periti teologi e i loro pareri scritti (che avranno consegnato al Vescovo e che attestano che non c’è nulla contro la fede e la morale). Infine sarà la volta dei documenti raccolti dalla Commissione storica, con la relativa relazione.
Un momento particolarmente coinvolgente è la chiamata del “primo testimone”, scelto tra le persone indicate nel libello di domanda presentato al Vescovo. Il nome è sconosciuto: è deciso dal giudice e sarà rivelato solo durante l’udienza.
Nel corso del processo saranno oltre 100 i testimoni ad essere interrogati per “cercare le prove” della santità di don Benzi. Gli interrogatori inizieranno, a porte chiuse, dalla seconda udienza. Ogni testimone sarà sottoposto a un centinaio di domande, e potrà essere richiamato anche più di una volta. La prima parte del processo si svolgerà interamente nella diocesi di Rimini. Nell’udienza finale – pubblica anche questa – tutti i documenti verranno sigillati e spediti a Roma, dove si aprirà la seconda fase processuale affidata alla Congregazione delle Cause dei Santi.
L’udienza sarà trasmessa per intero in streaming su www.donoreste.it e su www.apg23.org
L’Iter fino ad oggi
L’iter per l’avvio della causa era partito con la consegna della richiesta al vescovo di Rimini da parte del responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Ramonda, il 27 ottobre 2012, durante la celebrazione conclusiva del convegno dedicato a “Don Oreste Benzi, testimone e profeta per le sfide del nostro tempo”. Il 24 ottobre 2013 la postulatrice, la teologa Elisabetta Casadei aveva consegnato al vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, la richiesta formale di aprire la causa, dopo un anno di ricerche circa la “fama di santità” di don Benzi, sostenuta da molte lettere tra cui quelle di 9 cardinali, 41 vescovi italiani e 11 vescovi e arcivescovi stranieri, oltre a vari movimenti ecclesiali e, naturalmente, della stessa Comunità Papa Giovanni XXIII. Il vescovo Lambiasi aveva quindi inviato la richiesta di nulla osta alla Congregazione delle cause dei Santi, che aveva dato parere favorevole in data 3 gennaio 2014. Dopo il parere favorevole della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna raccolto durante l’assemblea del 31 marzo, il vescovo Lambiasi ha reso pubblico il Decreto che porta la data dell’8 aprile 2014.