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L’Occidente, la cristianofobia e il diavolo, probabilmente

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Rino Cammilleri - La nuova Bussola quotidiana - pubblicato il 23/09/14
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E’ il momento di mobilitarsi, in preghiera però
«Ha per caso visto una manifestazione a favore dei cristiani perseguitati dall’Isis?», domandava sarcastico il politologo Edward Luttwak a chi lo intervistava per Il Giornale. Già, perché per i palestinesi di Gaza le piazze si riempiono, i cortei sfilano, la polizia è costretta a rafforzare la vigilanza attorno alle sinagoghe e alle sedi diplomatiche israeliane. Non solo. Questo è il Paese che si scatena per la salvezza dell’orsa Daniza e da anni vede migliaia di persone impegnate come forsennate a ostacolare -anche contra legem et militiam– la costruzione di una semplice ferrovia. Ma non si tratta solo dell’Italia. 

Bob Geldof e Bono Vox hanno passato la vita a organizzare megaconcerti raccoglifondi e sensibilizzacoscienze. Però qui tacciono. Michelle Obama ha fatto, sì, un selfie per le ragazzine rapite da Boko Haram, ma solo perché donne. Poi, lei e i quattro gatti hollywoodiani che l’hanno imitata sono tornati subito a occuparsi d’altro. Per mettersi al collo la sciarpa bianca del Dalai Lama non c’è governante occidentale che non abbia rischiato l’incidente diplomatico con la Cina (che pure tiene per la gola finanziaria perfino Obama). Ma sulla «Chiesa del silenzio» cinese fanno, appunto, silenzio. Niente, l’Occidente si impiccia praticamente di tutto, ma quando si tratta di cristiani si volta sempre dall’altra parte. É vero, quando si impiccia, quasi sempre lo fa per calcolo e convenienza, ma chissà perché dei cristiani se ne frega anche quando il calcolo e la convenienza non consiglierebbero di farlo. É lecito domandarsi perché. Infatti, è un atteggiamento che cozza con la logica. La risposta esiste, naturalmente, ma è articolata perché la realtà è sempre più complessa di quella immaginata dalle ideologie (non a caso riassumibile in uno slogan). 

La verità è che le manifestazioni di piazza e l’agitazione sociale le hanno inventate i marxisti, i quali continuano ad agire per riflesso condizionato: spesso, decapitando un’oca, si assiste allo spettacolo del corpo che continua a sbattere le ali per molti minuti. I marxisti, nei luoghi in cui avevano arraffato il potere, scatenavano la caccia contro tutte le religioni. In particolare contro il cristianesimo, la cui espressione meglio organizzata era la Chiesa cattolica. Gli orfani del marxismo, comunque si chiamino adesso (ma si tratta in verità di una galassia composita), spesso litigano tra loro, sì, ma si ricompattano immediatamente quando c’è da dare addosso al nemico storico e ideologico. Da costoro non c’è da aspettarsi certo che scendano per le strade a favore dei cristiani. 

Poi ci sono i cosiddetti «laici», quelli che si dicono liberali e fanno proprio il motto apocrifo di Voltaire (“non sono d’accordo con te ma hai diritto di dire la tua”). Sono peggiori dei primi. Infatti, come i primi sono materialisti e a differenza dei primi non hanno nemmeno una giustificazione filosofica. Non a caso nelle «battaglie» dei radicali si schierano sempre con questi ultimi. Tra loro c’è, sì, chi va a messa. Ma è giusto per assicurarsi anche l’aldilà dopo essersi ben accomodati nell’aldiqua. Non per nulla assillano il Papa affinché abolisca dalla dottrina cattolica l’intera sezione della teologia morale. É vero, non tutti sono ex sessantottini. Ma è anche vero che la probabilità che si dedichi alla politica professionale chi professa un’ideologia “di sinistra” (chi, cioè, fa della politica una religione) è molto più alta. Ecco perché l’Occidente è finito nelle mani di una minoranza di radicali neogiacobini.

Gli altri non hanno la manifestazione di piazza nel loro dna. Sono psicologicamente dei moderati. Per loro la politica è amministrazione, non un credo cui consacrarsi. Si realizza così la profezia di Gesù: i figli di questo mondo sono più scaltri di quelli della luce. Infatti, anche da parte di una realtà organizzata qual è la Chiesa non vengono altro che inviti alla moderazione e al dialogo. É uno spettacolo di sbandamento e divisione perfino sulla dottrina che definire inopportuno rispetto all’emergenza è il minimo. Si aggiunga che i figli di questo mondo non sono impicciati da scrupoli morali, cosa che dà loro una possibilità di manovra illimitata, mentre, per esempio, una Sentinella in Piedi aggredita da un militante lgbt non può rispondere con un cazzotto sul muso (anche perché si scatenerebbe il soccorso rosso, parlamentare e giudiziario, mediatico e pure – ma sì- pretesco). 

L’unica, a questo punto, sarebbe ripristinare la predicazione sui "Novissimi" e ricordare che dobbiamo morire tutti. Che esiste l’Inferno. Che la vita umana si svolge, per dirla con Flannery O’Connor, nel «territorio del diavolo», il quale a chi crede di «pensare con la propria testa», cattolici “adulti” in primis, suggerisce l’atteggiamento di fatto cristofobico che induce l’Occidente a segare il ramo su cui sta seduto. É lui (e il Papa lo ha più volte ricordato) a mostrare la morale cristiana come un’insopportabile sequela di divieti soprattutto sessuali. Invece è una medicina, l’unica per salvarsi da lui. E dalla morte eterna. Chissà, forse l’avanzata dell’islam fanatico è proprio la sferza con cui il Dio (cristiano) cerca di svegliarci dal torpore. Il buon padre, il cui figlio si rifiuta di prendere le medicine salvavita, non lo abbandona alla sua sorte ma gli dà una sonora sculacciata. Con dispiacere. Cerchiamo dunque, almeno noi, di rilanciare i "Novissimi". Ci aveva provato Giovanni Paolo II, ma non fece in tempo.  

Qui l’originale

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