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SPES, la giovane politica a scuola di Dottrina Sociale

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Emanuele D'Onofrio - Aleteia - pubblicato il 15/09/14
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Nasce in Friuli Venezia Giulia un corso di formazione progettato dall’Arcidiocesi di Udine per far incontrare la classe dirigente di domani con i valori dell’etica e della politica sociale.Sono tempi difficili, i nostri, come sperimentiamo ogni giorno come individui e come membri di comunità che sembrano aver perso la rotta. In tempi così le nostre scelte spesso sono dettate dal momento, dando l’impressione costante di non voler specchiarsi negli alti principi dell’etica, e a volte persino della giustizia. Questa tendenza può avere un impatto deleterio soprattutto se siamo giovani politici o assessori che si apprestano a caricarsi della responsabilità di aspetti del sociale. In tempi così, tentare di seguire le indicazioni formulate nella Dottrina Sociale della Chiesa sembra difficile, quasi come afferrare il palloncino da un “otto volante”: quella strada, che la Chiesa ha tracciato da decenni, sembra passare troppo alta sulle nostre teste. SPES, la scuola di Politica ed Etica Sociale, nasce proprio per questo, per formare nel corso di un biennio i giovani che hanno intrapreso un cammino d’impegno nelle istituzioni, in primo luogo, politiche ed amministrative, alla luce dei valori della Dottrina Sociale. Progettata dall’Arcidiocesi di Udine, SPES è il frutto di più di un anno di riflessione con politici ed amministratori locali. locali. La scuola – che si è dotata di un Comitato Scientifico che include accademici e persone di cultura della Diocesi – chiuderà le iscrizioni il 10 ottobre ed aprirà le lezioni il 24 dello stesso mese. Il Professor Luca Grion, direttore di SPES e, tra le altre cose,  docente di Filosofia Morale presso l’Università di Udine, ha raccontato SPES per noi di Aleteia.

Professor Grion, come nasce SPES? 
Grion: La diocesi ha voluto raccogliere due provocazioni, o due richieste a seconda di come vogliamo vederle, del territorio. Da un lato c’era l’esigenza di luoghi di formazione distesi nel tempo. Cioè, da più parti sia nel mondo sindacale che nel mondo politico soprattutto locale, quindi tra amministratori e sindaci, è emersa l’esigenza che vi fossero dei luoghi nei quali riprendere una riflessione seria, e quindi anche distesa nel tempo, su alcuni fondamentali della politica. Dall’altro lato c’era il desiderio di creare dei luoghi d’incontro dove le differenze riuscissero a parlarsi senza litigare. Da queste due coordinate è nata l’idea di offrire un itinerario a tutti coloro che a diverso titolo si riconoscono nei valori ispiratori della Dottrina Sociale, e quindi, a un perimetro abbastanza largo che si rifà al pensiero personalistico che è stato declinato in molti modi nel Novecento. Tutti quelli che all’interno di quella cornice si sentono a casa sono invitati a mettersi su questo percorso. La sfida è proprio quella di raggiungere tutte quelle persone che, dando un peso diverso all’agenda politica, hanno deciso di militare in partiti diversi, nel centrodestra, nel centrosinistra o nei nuovi movimenti. Se riusciamo davvero a portare anche solo alcune di queste a confrontarsi su alcuni fondamentali condividendo anche spazi di frequenza, a mangiare insieme, a condividere anche un perscorso di crescita insieme, questo contribuirà anche a ricreare un tessuto di dialogo tra le diverse forze e aiuterà a ricostruire anche il pavimento etico del paese. Questa è l’ambizione di SPES.

Il corso è destinato alla classe dirigente?
Grion: Il target di riferimento ideale – anche se è chiaro che l’iniziativa sta nascendo ora e dovremo vedere come il territorio risponderà – nasce soprattutto per giovani under 35 che hanno già iniziato un percorso di impegno politico. Quindi parliamo di giovani consiglieri, giovani amministratori, o comunque giovani che sono fortemente intenzionati a fare attività politica. Non è infatti una scuola di cultura pollitica in senso lato. Poi, chiaramente, non si pensa di escludere la persona che ha qualche anno più o la persona che ancora non è attivamente impegnata, e che magari pensa di diventarlo presto nei suoi obbiettivi futuri. 

Come verranno raccontati i cambiamenti politici e sociali in atto?
Grion: Abbiamo deciso di individuare alcuni macrotemi. In particolare saranno cinque: “persone e bene comune”, “dottrina sociale e impegno civile”, “sistema politico e amministrativo”, “economia e lavoro”, “decisione e partecipazione”. Sono questi i grandi capitoli dell’impegno, e ciascuno di essi avrà un primo appuntamento quest’anno e un secondo l’anno prossimo. L’idea è quella di portare in classe un relatore capace di richiamare i valori alti della politica: ad esempio il primo incontro per “persone e bene comune” sarà Luigi Alici, ordinario di Morale e in passato presidente Nazionale dell’Azione Cattolica italiana. A lui toccherà il compito di spiegare cosa si intende per persona e per bene comune; la classe, io mi auguro, comincerà a chiedergli cosa significa persona e bene comune rispetto ai problemi che ha un amministratore, ad esempio un assessore alle politche sociali. Volutamente noi facciamo in modo che i problemi nascano come appelli dei partecipanti ai relatori, ai quali chiediamo di darci il respiro alto, di farci capire qual è l’orizzonte valoriale e quali sono le grandi coordinate della riflessione politica. Noi vogliamo che questo diventi stimolo per l’azione concreta quotidiana, ma questa fase deve arrivare proprio dai ragazzi. Per alcuni temi la scelta dei contenuti è stata già fatta: per “economia e lavoro” ad esempio abbiamo scelto di chiamare come relatori Luigino Bruni e Leonardo Bcchetti, entrambi espressione della cosidetta economia civile che mostreranno una proposta di modello economico che fa perno sulla partecipazione e sulla cooperazione in opposiziona ad ogni forma esasperata di capitalismo. Su questi temi c’è già anche un’indicazione di contenuto, ed è un’indicazione in sintonia con quella che è la Dottrina Sociale. 

La Dottrina Sociale ha già tutte le risposte?
Grion: Uso un’immagine molto bella proprio di Luigi Alici. Lui sostiene che la Dottrina Sociale è come uno splendido aereo capace di guardare alto e di farci guardare orizzonti importanti, ma ha bisogno di piste d’atterraggio. Il problema non è se la Dottrina Sociale ci offre o meno delle risposte. Ce le offre, ma come un orizzonte alto, che chiede di essere poi incarnato nella storia e nel quotidiano, perché i problemi di oggi non sono quelli di 5 o di 10 anni fa. Lo spirito della soluzione è sempre lo stesso: la difesa della persona, della sua dignità, la precedenza della persona rispetto ad altre dimensioni quali il profitto, il capitale e così via. Questo valore per essere effettivamente rispettato chiede di essere incarnato nell’oggi e nel presente. Quello che noi vorremmo far passare è una consapevolezza chiara di cosa sia quest’orizzonte, di quali siano i punti fermi che la tradizione della Dottrina Sociale ci offre. E dall’altro vogliamo far comprendere che l’incarnazione di questi valori è responsabilità del singolo, e poi della comunità in cui il singolo è inserito. 

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