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Quali sono le caratteristiche del cattolicesimo?

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James V. Schall, S.J. - Aleteia - pubblicato il 11/09/14
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Tre fattori distinguono la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica da tutte le altre religioni e sette
Parliamo spesso di come sono le cose. Sentiamo anche lodare la diversità come se fosse il valore massimo. Spesso, tuttavia, al giorno d’oggi la diversità è un’espressione del fatto di non trovare alcun accordo di base sui principi fondamentali. Diventa così una forma di scetticismo. Tutti gli uomini sono creati uguali, ma se li guardiamo uno ad uno, nessuno è esattamente uguale all’altro. Ciascuno, però, ha un corpo, mani e piedi, a meno che non li abbia persi in qualche incidente.

Se tutto fosse esattamente uguale a tutto il resto non riusciremmo a distinguere una cosa dall’altra. Tutto si dissolverebbe in un’unica massa indistinguibile. Se diciamo che tutte le Nazioni o tutte le religioni sono esattamente uguali, resteremo sorpresi, studiandole, nel vedere quanto siano diverse. È qualcosa di simile a quando San Paolo ci dice che il piede non è la mano. Pensare che siano la stessa cosa significherebbe che non abbiamo realmente un corpo che, per essere quello che è, richiede che parti diverse facciano cose diverse pur appartenendo all’unico essere del quale sono parti.

Quello che voglio dire è questo: cosa c’è di diverso nel cattolicesimo, una fede che, seppur unica, viene intesa come universale?

Il papato
Il tratto distintivo più ovvio nell’ordine pubblico è probabilmente la posizione del papato. Il cattolicesimo è la religione in cui un papa è segno della sua unità e del suo governo. I papi recenti sono stati infatti figure piuttosto visibili, ma il pontefice è un’autorità che è parte di quel tutto che è la Chiesa. Non è la Chiesa, ma la Chiesa, per com’è stata fondata, non è completa senza questo officio.

In questo senso, il papato è l’organizzazione continuativa più antica del mondo. Ci sono civiltà o culture più antiche, come quella dei cinesi o degli ebrei. La durata di questi ultimi non è probabilmente scollegata dalla stessa ragione per cui il papato va avanti, ma nessun ufficio è simile al papato nella sua preservazione nel tempo come unità organizzata.

I cattolici non sono sorpresi da questa continuità. La maggior parte delle persone ha sentito il passo sulle porte dell’inferno che non prevarranno contro la Chiesa, anche se questo non significa necessariamente che la Chiesa prospererà sempre o riuscirà sempre nella sua missione in ogni luogo, né che la gente a volte non si sottrarrà alla sua unità.

La sua missione è andare e insegnare a tutte le Nazioni, insegnare non le opinioni dell’autorità, ma ciò che il Signore ha detto di insegnare. La Chiesa è un corpo in cui le idee di base vengono tramandate immutabili, perché, credo, non viene trovato nulla che sia migliore.

Ovviamente, questa missione è lungi dall’essere completa. Nel corso dei secoli, la Chiesa ha almeno qualche segno di presenza nella maggior parte delle terre del mondo, anche se piuttosto spesso vive sotto stress, sotto sanzioni civili o persecuzione, come vediamo in Medio Oriente. La Chiesa è stata avvertita del fatto che sarebbe accaduto. Non dovremmo sorprenderci troppo, ma considerare questa opposizione un segno del fatto che la Chiesa è quello che ci si aspettava che fosse.

Fede e ragione
In un senso più ampio, il cattolicesimo non è diverso solo perché ha un papa al quale è affidata, insieme ai vescovi, la sua unità nel corso del tempo. Uno degli aspetti fondamentali del cattolicesimo è ciò che ritiene vero. E quello che distingue il cattolicesimo dalla maggior parte delle sette cristiane e delle altre religioni o filosofie è il fatto che si considera solidamente fondato sulla ragione. La sua “fede” non è opposta alla ragione, o un sostituto di questa.

La parola “ragione” può essere definita in modi che non sono accurati o completi, a volte nemmeno “ragionevoli”. La rivelazione, per come la intendono i cattolici, non è stata – come nel caso dell’islam o di molte ideologie moderne – volta a spiegare tutto ciò che dovevamo sapere. Se non avessimo modo di esaminare se ciò che si sostiene sia credibile o meno, non potremmo accettare questa rivelazione come plausibile. Per questo abbiamo una mente, e si suppone che dovremmo usarla soprattutto nella nostra comprensione del cattolicesimo.

Il cattolicesimo sostiene che la rivelazione è stata diretta alla vita degli uomini e, attraverso questa, alla loro mente, ovvero che possono comprendere cosa Dio voleva che sapessero e facessero in aggiunta a ciò che capivano grazie alla propria ragione. La rivelazione era intesa come vera, e come tale doveva essere conosciuta. Cristo ha identificato se stesso proprio come la “verità”.

Questa rivelazione ha cercato di spiegare all’uomo certe verità di base su se stesso, sul mondo e su Dio. Queste nuove verità erano tali che gli uomini non potevano conoscerle solo attraverso le proprie potenzialità razionali. Conoscendo ciò che veniva rivelato, all’uomo era lasciato il compito di capire perché ciò che gli veniva offerto nella rivelazione non era irragionevole. Il cattolicesimo è essenzialmente il portatore della pienezza di questa rivelazione di Dio agli uomini. Non afferma che al di fuori di esso non esista alcuna verità. Insiste sul fatto che, se è contraria alla ragione o alla rivelazione, non può essere vera. Vivere contrariamente alla ragione e alla rivelazione intacca la nostra vita.

Ma perché Dio si preoccuperebbe degli esseri umani? Dalla comparsa dell’uomo ce ne sono stati moltissimi sul pianeta – alcuni stimano circa 90-100 miliardi. Gli uomini hanno anche dimostrato di essere piuttosto recalcitranti. Guerre e voci di guerra sono state registrate fin dall’inizio, così come vizi costanti di vario genere.

La Persona di Gesù
La risposta alla domanda relativa alla differenza del cattolicesimo ci porta al cuore dei tratti unici di questa fede. In primo luogo, il cattolicesimo, pur avendo dottrine e potendo fornire ragioni per la sua esistenza e il suo credo, non è solo un sistema di credenze o di idee. È un incontro con una Persona.

Questa Persona è identificata come Gesù Cristo, vissuto per un certo numero di anni in Palestina, all’epoca sotto il dominio romano. Ciò che sappiamo di lui è stato fondamentalmente registrato in quello che conosciamo come Nuovo Testamento. Era il Figlio di Dio, la verità splendente che la causa dell’esistenza di tutto derivava da Dio ed era Dio. Quando è avvenuta la sua incarnazione, il mondo è diventato diverso e definito relativamente a ciò che era essenzialmente la vita umana in questo mondo.

Questo Cristo non è venuto a spiegare politica o fisica, almeno non direttamente. Pensava che potessimo imparare queste cose con le nostre capacità. È venuto essenzialmente a salvarci dai nostri peccati perché potessimo raggiungere lo scopo per il quale eravamo stati creati. I peccati significavano qualche disordine della nostra anima attraverso cui implicitamente rifiutavamo l’obiettivo della nostra creazione.

E qual era questo obiettivo e cosa significava? Nessuna persona umana, e nessuna cosa esistente, ha causato la propria esistenza. Il nostro essere testimonia un’origine esterna a noi. La dignità ultima di ogni persona risiede nel fatto e nella natura di ciò che è. All’inizio Dio ha voluto creare altri esseri che potessero partecipare alla sua vita trinitaria interiore, in cui la Parola, il Figlio, era il riflesso di suo Padre.

Questi esseri non erano dei, m
a dovevano essere capaci di accettare liberamente l’offerta di Dio a partecipare alla sua vita interiore per il proprio bene. Questa capacità è l’origine della nostra razionalità, e quindi l’origine della nostra possibilità di respingere questa offerta. Cosa che in effetti è accaduta – è quello di cui parla la Genesi –: l’uomo ha respinto questo dono al di là della sua natura di partecipare liberamente alla vita interiore della divinità – Padre, Figlio, Spirito.

La risposta di Dio a questo rifiuto è stata una controiniziativa che avrebbe lasciato ancora l’uomo libero di accettare o respingere quello che Dio offriva come un’alternativa al suo obiettivo originale. La chiamiamo Redenzione. È stata attuata dalla passione, morte e resurrezione di Cristo e dal suo lasciarci una Chiesa in cui il suo sacrificio è ancora presente.

Quello che preoccupa maggiormente Dio non è qualche forma di governo o organizzazione interna e mondana in cui saremo felici per un periodo in questa vita. Si preoccupa del nostro status ultimo, ovvero se scegliamo la vita eterna. Ad ogni modo, compiamo questa scelta nel contesto della nostra vita quotidiana in questo mondo – ciò in cui crediamo, come viviamo.

Questo schema è ciò che distingue il cattolicesimo. Ci spiega cosa siamo spiegandoci chi è Dio. Una volta informati di ciò che dovevamo sapere, ci viene lasciata la scelta di accettare o rifiutare ciò che siamo. Questa accettazione o questo rifiuto è il vero dramma della vita umana che avviene inizialmente nei regni di questo mondo, ma le cui conseguenze sono sempre in quello eterno, perché Dio considera importante ciascuno di noi.

James V. Schall, S.J.che ha insegnato alla Georgetown University per 35 anni, è uno dei più prolifici scrittori cattolici d’America. I suoi libri più recenti sono The Mind That Is Catholic e The Modern Age.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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