Le reazioni di due sorelle indiane cieche dalla nascita che riescono a vedere per la prima volta
Sonia e Anita sono due sorelle indiane di 12 e 6 anni, entrambe nate cieche in un villaggio rurale vicino alla città di Odissa, sulla costa orientale dell’India.
Il video, riproposto da The Post Internazionale (10 settembre) cattura i primi attimi in cui le sorelle prendono coscienza del loro nuovo senso. “Quando le hanno tolto le bende, Anita non riusciva a smettere di ripetere: mamma, riesco a vedere”, ha raccontato la madre delle sorelline.
Con le nuove tecnologie, sarebbero bastati 300 dollari per farle operare e acquisire il dono della vista. Ma per i loro genitori, che guadagnano 17 centesimi al giorno lavorando in una piantagione di riso, la cifra è sempre stata inarrivabile. Grazie all’intervento dell’organizzazione no-profit 20/20/20, che ha come obiettivo quello di far tornare la vista a chi vive sotto la soglia della povertà, oggi Sonia e Anita riescono a vedere.
Cieco nato
Il video delle due sorelle indiane ci richiama all’episodio del Vangelo del cieco nato (GV 9, 1-41) quando Gesù donò la vista a un povero mendicante. Di seguito riportiamo alcuni versetti dove possiamo notare lo stesso stupore che deriva da un dono totalmente inaspettato:
"Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». […]
Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s’è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».