La testimonianza di una catechista alla luce dei nuovi “Orientamenti per la Catechesi”
Quest’anno luglio mi ha lasciato lavorare, il clima fresco favoriva le attività. Non so se è stato un bene o un male, però: ogni giorno mi accorgevo che c’era una cosa nuova da fare, un lavoro in giardino che non era più il caso di rimandare, gli scuri da ridipingere, una (una?) cena per tutta la famiglia per godermi un po’ figli-genero-nuore-nipote… In tutto questo non mancavano certo gli stimoli per lo studio.
Tra l’altro a fine giugno, in occasione del convegno nazionale dei direttori degli Uffici Catechistici Diocesani, erano stati presentati ufficialmente i nuovi Orientamenti per la Catechesi, approvati in maggio dalla CEI con un titolo che rappresenta da solo un buon motivo per dedicare del tempo alla loro lettura: Incontriamo Gesù.
Il documento occhieggiava da giorni sulla mia scrivania come un invito suadente, ma anche come un impegno e una fatica, che continuavo a rimandare.
Una sera, dopo una giornata familiarmente intensa, apro al volo una mail giunta in mattinata. E’ molto bella, piena di vita, e si conclude chiedendomi cosa penso dei recentissimi Orientamenti per la catechesi: "E’ l’ennesimo documento che viene a prendere polvere oppure c’è qualche spunto davvero interessante per la vita delle nostre comunità?" La mattina seguente ho cominciato a leggere.
Adesso sono trascorsi due mesi. Settembre porta con sé la ripresa delle varie attività e in parrocchia si approssima il primo incontro del gruppo catechisti: al centro metteremo proprio il confronto con il documento. Si tratta solo di un primo approccio, ma indispensabile, perché il testo merita davvero di non starsene sugli scaffali a prendere polvere. Sembra però che ce ne siamo accorti solo noi.
Mi spiego: digitando il titolo del documento su un qualsiasi motore di ricerca, è facile constatare come ne parlino quasi esclusivamente siti di matrice intraecclesiale, o testate giornalistiche confessionali. E nel panorama editoriale, diciamo così, laico? Un fragoroso silenzio. Rarissime le eccezioni, ma con la tendenza ad enfatizzare aspetti e dinamiche di stampo sociologico ("Lavoro, immigrazione, famiglia, educazione, volontariato sociale, povertà, impegno politico dei cristiani. Passa anche da qui l’evangelizzazione …", scrive un noto giornale).
Il cuore del documento, però, è altrove. È nella tensione verso l’obiettivo della catechesi, esplicitamente evocato nel titolo, ossia promuovere l’attitudine a "pensare secondo Cristo e pensare Cristo attraverso tutte le cose". Che l’incontro personale e vitale con Cristo sia lo scopo dell’azione catechistica non è un’affermazione scontata, come potrebbe sembrare. Chi è impegnato in questa attività conosce la fatica per uscire dal fraintendimento intellettualistico che segna la catechesi, ancora intesa da troppi solo come ‘dottrina’.
La lettura degli Orientamenti offre anche un quadro preciso della situazione attuale, colta sia nelle sue difficoltà che nelle sue infinite risorse, che toppo spesso tendiamo a non vedere. Il documento è stato pensato per "sostenere la riflessione e la progettazione della pastorale catechistica", indicando le coordinate lungo le quali ciascuna comunità, entro il grembo della Chiesa, è chiamata a continuare con creatività ed impegno il proprio cammino.
Senza stravolgere nulla del progetto catechistico italiano, ancora valido, gli Orientamenti accolgono le istanze di aggiornamento e revisione delle prassi concrete, che hanno originato in molte diocesi esperienze nuove e diverse: è però tempo di passare dalla fase di sperimentazione al consolidamento, superando la frammentarietà per muoversi in prospettiva più organica ed unitaria.
Ma quali sono le coordinate fondamentali della proposta? Cristo come centro, traguardo, via; la Scrittura come stella polare; la dimensione catecumenale; la liturgia come nutrimento e la carità come frutto; la centralità degli adulti; l’attenzione ai giovani; la comunità cristiana come soggetto principale della catechesi; l’indicazione decisa e forte per la formazione dei formatori, catechisti ed operatori pastorali…
C’è molto altro in Incontriamo Gesù: questi sono solo alcuni dei motivi per cui vale la pena confrontarsi sul serio con questo testo, aperto, concreto, chiaro.
Settembre è tempo di ripresa anche per i catechisti. A cui quest’anno i vescovi hanno consegnato uno strumento in più per ripensare il proprio servizio